Cari amici,
in questo numero di luglio vorrei proporvi di fare con me un viaggio. A piedi, e con lo zaino. Un viaggio tutto di scoperta, proprio come il tipo di cucina che cerco di proporvi!
Che non è una scoperta dei piatti che realizzeremo, quelli vengono da sé (o quasi…) quando noi abbiamo in mano la chiave per farlo.
La scoperta è innanzitutto e soprattutto di noi stessi, della nostra capacità e attitudine alla TRASFORMAZIONE!
È interessante la realizzazione materiale delle cose, certo, ma lo è almeno altrettanto il progetto. Preferite il ruolo dell’architetto o del muratore? Io direi entrambi!
Il muratore realizza il progetto, ma senza il progetto il muratore non può che mettere pietra su pietra, senza sapere cosa e come.
Se non ci fosse l’architetto che pensa la casa, la casa non si realizzerebbe, così come non si realizzerebbe senza il muratore che la edifica!
Anche qui emerge una dualità inscindibile: uomo e cucina. Architetto e muratore.
Se vogliamo riferirci alla tradizione gnostica, Pleroma e Creatura, il respiro intelligente del mondo e le cose nella loro consistenza, così come sono nella loro materialità manifesta ma priva di anima.
Oppure, mappa e territorio: quello che pensiamo di essere (mappa) e quello che siamo (territorio).
E torniamo qui a parlare del nostro tema, ci rimettiamo in cammino.
Vi scrivo del camminare qui, in questa pagina di Cucina Relazionale, perché dal 24 giugno sarà in vendita il libro che ho scritto sull’esperienza di viaggio lungo la via Francigena, percorsa a piedi nel 2007 da Fidenza (partito dal monastero di Fudenji, di cui ho parlato nel precedente articolo, in giugno) a Roma. Se vi fa piacere, trovate il link con tutte le informazioni e qualche racconto ulteriore nella pagina: www.giustamenteerrare.it
Cosa si mangia lungo un percorso di pellegrinaggio come la via Francigena?
Ciascuno ha ovviamente i suoi modi, io vi dico il mio.
Parto dal pasto della sera, di fatto per me l’unico. Perché durante il giorno si è talmente occupati a camminare e a trascinare lo zaino, che un impegno eccessivo della digestione costituirebbe solamente un disturbo. Tutta l’intenzione è rivolta al cammino, a procedere.
Ovviamente non vuole dire che si trascurano incontri e relazioni, anzi! Solamente non si dà spazio al cibo più di quanto necessiti al sostentamento.
Quello che invece il cibo apre all’accoglienza e al godimento, si concede alla sera.
Quando, arrivati dopo il cammino del giorno, normalmente molto stanchi e affaticati, magari dopo aver attraversato ore di pioggia o altri disagi, si cerca l’alloggio, lo si trova, ci si sistema e ci si lava, si è pronti per abbandonarsi al piacere di una buona cena e alle relazioni collegate, con eventuali altri ospiti, con le persone intorno, con le cose.
Spesso, i cibi che confortano in queste situazioni sono una zuppa calda, una polenta fumante con formaggio, delle verdure cotte. Cibi molto semplici, cibi da casa o da trattoria.
Quelle di viaggio non sono ricette ricercate ed elaborate, sarebbero totalmente fuori contesto.
Il quadro che viene definito dal cammino impone questo tipo di stile al cibo del viaggio, a mio parere. Non è tempo di gozzoviglie o di appesantire il corpo, ma di scaldare la volontà ed alleggerire l’anima.
Durante il giorno altre forme del cibo sono importanti. In questi frangenti il corpo stesso chiama e chiede: acqua, zuccheri, fibre. A volte è un cibo anche solo per distrarsi, un pezzetto di cioccolata per deviare il pensiero dall’insistere sulla percezione della fatica. Spezzarla con un momento dedicato al cibo aiuta a fare passi, a macinare metri e poi chilometri.
Per me l’alimentazione è sostanzialmente un fatto di Relazioni, e non di nutrienti. Questo, durante il viaggio in cammino, si presenta con evidenza chiarissima.
Eccoci infine alle ricette
Non potevano che essere ispirate al cammino e alla stagione. In entrambi i casi protagonista è il pane. Credo che non ci sia alimento che meglio interpreti il “cammino” del pane, il cibo forse più semplice e più buono per l’uomo occidentale, quello che ci collega alle nostre origini e, forse, anche il più versatile.
Le ricette