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Vita!

Che cos’è la vita? la vita esiste in un organismo fino a quando le cellule comunicano tra loro. Ogni volta che penso alla Pasqua non posso fare a meno di riflettere sul significato della resurrezione, ossia del ritorno alla vita. Miracolo straordinario e cardine delle religioni cristiane, questo avvenimento forse ha un significato più profondo rispetto a quello che ci siamo abituati a considerare.

 Mi è capitato di osservare alcuni bambini, di ascoltare i loro discorsi, e mi sono accorta con dispiacere che non sempre i genitori hanno insegnato loro ad avere rispetto per la vita. Sono inorridita allo spettacolo di piccoli torturatori di farfalle (perché strappar loro le ali?), crudeli seviziatori di lumache (a che scopo sperimentare la capacità di una chiocciolina di vivere in una ciotola piena d’acqua? Dove troverà l’erba per nutrirsi?). Non gliene importa niente. E perché? Perché questi sono esseri piccoli. Non pensano che la sofferenza non dipende dalle dimensioni. Da qui a dedurre che lo scarso rispetto che questo genere umano ha per la natura, gli altri esseri viventi e il mondo che ha intorno dipenda proprio dal non dare importanza alla vita, il passo è breve.
Inquiniamo, distruggiamo, sfruttiamo, senza pensare, senza rispetto.
Uccidiamo centinaia di migliaia di capretti di appena un mese di vita per mangiarli. Ha senso festeggiare la resurrezione con un massacro di lattanti?
Ho dato dell’infanticida a un conoscente. Ha risposto candidamente: ma il capretto è buono!  
Che dire?
In effetti uomini come Einstein e Leonardo da Vinci erano vegetariani. Sarà un caso?
Uno dei ricordi più dolci della mia infanzia è di quando mio nonno mi portava nell’orto. Guardavamo i fiori, le formichine, le farfalle. Mi lasciava libera di scorrazzare tra insalate e rapanelli, tra margherite, violette e basilico. Ho imparato ad apprezzare le forme di vita più piccole, più semplici, ho imparato a gioire della vita; forse grazie a lui, da grande, mi sono laureata in agraria.
A kakilandia i bambini guardano le formiche senza disturbarle, spostano i lombrichi dalla strada per evitare che le macchine li schiaccino, traslocano le lumache dalle nostre insalate alle piante infestanti. A kakilandia non siamo matti, siamo diversi.
Sto per farvi una domanda difficile, una domanda che anch’io mi sono posta. Che cos’è la vita? Ho fatto questa domanda a molti medici, pensavo fossero le persone più adatte a darmi una risposta, pensavo che almeno loro avessero capito che differenza c’è tra un corpo vivo e un corpo morto, invece no. Ma questo fenomeno meraviglioso chiamato vita, che cos’è? Alla fine una risposta soddisfacente l’ho ottenuta: la vita esiste in un organismo fino a quando le cellule comunicano tra loro. Fantastico!
Dunque la vita è intrinsecamente connessa alla comunicazione, alla condivisione delle informazioni, al parlare lo stesso linguaggio, al saper ascoltare e comprendere.
Sono valori che si imparano solo in famiglia, la scuola è troppo presa a insegnare l’uso del computer. Ma allora questo ritorno alla vita che festeggiamo con la Pasqua, non potrebbe essere una preziosa occasione per riportare la nostra attenzione, troppo spesso distratta dalle futilità del quotidiano, al vero valore di questo nostro meraviglioso viaggio terreno? Ricominciamo a guardare con stupita meraviglia quanta bellezza, quanta vita abbiamo intorno. Ricominciamo a cercare il buono in ogni cosa, a comprendere e a rispettare quanto di bello esiste. Perfino  in una città come Milano il tronco dello spino di giuda si adorna di magnifici fiori rosa, e alcune minuscole piantine hanno l’ardire di crescere e fiorire nelle crepe dell’asfalto. Tutto è vita!

Biolcalenda di giugno 2014


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