Addio detrazioni

Le detrazioni fiscali stanno finendo. Questo meccanismo, presente da più di 25 anni nel nostro paese, e che veniva ormai dato per scontato (nel vero senso della parola…!), verrà ridotto drasticamente a partire dal 2025 e poi definitivamente eliminato. Dovremo attendere la Legge di Bilancio a fine anno per avere il quadro definitivo delle riduzioni, ma in linea generale il governo ha già deciso.

Mi preme parlare di questa manovra innanzitutto per evidenziare l’ulteriore appesantimento economico che questa decisione ci imporrà, ma anche per tirare le somme su questo tipo di meccanismo e magari cercare di dare qualche suggerimento a chi, disgraziatamente, dovesse trovarsi a ristrutturare casa in questo periodo, come ad esempio la sottoscritta.

Il meccanismo delle detrazioni

Finora il meccanismo delle detrazioni fiscali si è basato sullo sconto IRPEF. Le detrazioni permettono di recuperare una parte delle spese fatte, sottraendole dalle tasse che si pagano per un periodo di tempo di solitamente dieci anni.

L’IRPEF però è un’imposta progressiva: chi guadagna di più paga più tasse, e quindi può sfruttare appieno le detrazioni. Al contrario, chi ha redditi bassi paga meno tasse, o addirittura nessuna se rientra nella “no tax area” o nel regime forfettario, e di conseguenza può recuperare meno soldi, anche se ha sostenuto le stesse spese.

Per esempio, chi ha un reddito alto e spende molto per ristrutturare casa può recuperare una buona parte della spesa attraverso le detrazioni. Invece, chi ha un reddito basso, pur volendo fare gli stessi lavori, potrebbe non essere in grado di sfruttare tutte le detrazioni perché non paga abbastanza IRPEF.
Inoltre, c’è il problema di dover anticipare la spesa: chi ha meno soldi spesso non può permettersi di sostenere grosse spese iniziali, anche se sa che recupererà parte dei soldi in dieci anni.

In questo modo, il sistema delle detrazioni finisce per favorire chi ha giĂ  maggiori disponibilitĂ  finanziarie.

Breve storia e previsioni per il 2025

Le detrazioni fiscali per l’edilizia in Italia hanno una lunga storia: introdotte nel 1998 con il Bonus Ristrutturazioni sono poi state successivamente integrate e moltiplicate con bonus piĂą specifici come l’Ecobonus o il Sismabonus.

Si è partiti da una percentuale del 36% che è stata aumentata negli anni fino ad arrivare all’introduzione del Bonus Facciate nel 2020, che permetteva di detrarre il 90% e al fantomatico Superbonus 110%, introdotto nel 2020 con il Decreto Rilancio.

Ad un certo punto però, e senza troppo preavviso, il superbonus è stato ridotto al 90% nel 2023, ma soprattutto è stata eliminata la possibilità di cessione del credito, che era poi l’unico meccanismo che permetteva a chi aveva pochi fondi di poter scontare i lavori.

Con numerosi e velocissimi tagli, per di più retroattivi, è stato avvantaggiato anche in questo caso il più abbiente.
Per giustificare tale dietrofront, il superbonus è stato additato come una manovra ingiusta. Si è puntata l’attenzione sulle frodi e sul fatto che hanno permesso la ristrutturazione di molte ville e seconde case di chi aveva già molto.
Questo però non è altro che la diretta conseguenza delle modifiche effettuate dal governo. D’altronde il vero e dichiarato obiettivo delle detrazioni è il rilancio dell’economia e l’eliminazione del “nero”, non l’aiuto alle famiglie: una volta raggiunto il risultato, il bonus è semplicemente stato eliminato1.

Aumento dei prezzi

L’introduzione delle detrazioni ha fatto aumentare notevolmente i prezzi. In particolare la presenza del superbonus in concomitanza con l’aumento del costo dell’energia e i blocchi dovuti al lockdown ha letteralmente fatto schizzare alle stelle i prezzi delle costruzioni. Ecco alcuni esempi:

  • il calcestruzzo è passato da un costo medio di circa 580 €/m3 a fine 2020, a circa 610 €/m3 a fine 2021, per poi salire a piĂą di 910€/m3 a fine 2022 e 970€/m3 a fine 2023;
  • il legno da circa 230€/m3 a fine 2020, ha avuto un’impennata a metĂ  2022 raggiungendo i 640€/m3, mentre a fine 2023 è tornato a 250€/m3;
  • EPS da circa 1,4 €/cm x m2 a fine 2020, a un picco di 2,3€/cm x m2 nel 2022, nel 2023 si è ridotto a circa 1.9€/cm x m2;
  • manodopera: “da gennaio 2020 a ottobre 2023 rivela un incremento del 10% (+2,85 €/ora), con il +2,60% (+0,79 €/ora) solo nell’ultimo anno”2.

L’aumento dei costi di costruzione è sicuramente dovuto al meccanismo delle detrazioni (vedi manodopera), ma non si può non notare come tutti gli aumenti più consistenti si siano verificati nel 2022 con l’aumento del costo dell’energia a seguito del conflitto in Ucraina2.

Quando si prevede che i prezzi possano scendere?

Nel breve termine (2025-2026), i prezzi dei materiali edili potrebbero stabilizzarsi o calare leggermente grazie alla riduzione degli incentivi fiscali e quindi della domanda.
A medio-lungo termine (202
6-2030), potrebbe realizzarsi una graduale riduzione dei prezzi soprattutto in relazione all’eventuale stabilizzazione dell’economia globale e dei conflitti.

A partire dal 2025 quindi ci sarĂ  una prima fase in cui sarĂ  poco conveniente procedere con una ristrutturazione, basse agevolazioni e prezzi ancora alti, ma poi via via la situazione dovrebbe migliorare.

Conclusioni

Sembra quindi che, nonostante i pressanti presagi riguardanti gli obblighi di efficientamento energetico (spese imposte che ricadranno sul singolo cittadino), la tendenza del governo sarĂ  quella di eliminare le detrazioni in essere.

Nonostante anni fà fossi entusiasta del meccanismo del superbonus oggi, dopo aver capito le vere motivazioni delle misure di incentivo e aver sbattuto la testa sugli illegittimi cambi della legge in corso di validità, posso solo essere favorevole alla loro eliminazione. Lo ritengo un meccanismo non del tutto equo e mirato principalmente al rilancio dell’economia1; inoltre dal punto di vista pratico impone alcune limitazioni sulle scelte progettuali e aggiunge spese occulte per la certificazione delle detrazioni da corrispondere ai vari professionisti coinvolti.

Il problema si pone però per chi inizierà delle ristrutturazioni nel 2025 e si trova privo di questo strumento e contemporaneamente con prezzi ancora molto alti.
Il governo cerca di far passare il messaggio che metterà fine al rialzo incontrollato dei prezzi, ma come visto nel paragrafo qui sopra l’aumento è da imputare prevalentemente al costo dell’energia.

Probabilmente per almeno i prossimi due anni ci sarà un fortissimo calo delle richieste di ristrutturazioni, sembra quindi ragionevole attendere il calo della domanda e la stabilizzazione del costo dell’energia.

Nell’attesa si avrà finalmente la possibilità di tornare a coltivare un modo di costruire più libero e su misura.
Per casa mia e i miei progetti l’autocostruzione tornerà ad essere la cosa più saggia da fare, come sognavo da sempre.

1. Vedi “I BONUS EDILIZI: EVOLUZIONI RECENTI E ANALISI DEGLI EFFETTI ECONOMICI” sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

2. Per tutti i dati sull’aumento del costo dei materiali vedi “Construction Cost Report 2023” sul sito GAD, in italiano.


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