Il Tarassaco - Biolcalenda di marzo 2021

Il Tarassaco

Tutti conoscono questa pianta invadente diffusa un po’ dappertutto. Il taraxacun officinalis, questo è il suo nome scientifico, appartiene alla famiglia delle composite ed è quindi imparentato con la cicoria, la margherita, la camomilla, il carciofo.

Pareri discordi esistono sull’impiego del tarassaco da parte dei greci e dei romani, ma certamente questa pianta figura nei trattati di erboristeria del tardo Medio Evo e del Rinascimento.

La sua conoscenza popolare è testimoniata dai molti nomi dialettali che gli sono stati attribuiti (dente di leone, radicio de can, pissacan, soffione etc.) e che sottolineano gli effetti diuretici e depurativi dei preparati di tarassaco. Tenuto conto che si tratta di una pianta perenne, con fioritura anche dopo la primavera e addirittura in autunno e che le sue proprietà sono veramente importanti, si farà bene a tenerla nella giusta considerazione

Tutte le parti del tarassaco sono utili: la radice, le foglie, i boccioli, i fiori. La parte più ricca di principi attivi è, però, la radice, ampiamente commercializzata allo stato secco, più o meno sminuzzata. Si trovano in commercio anche preparati già pronti per l’uso: estratto fluido, tintura, tintura madre. Quest’ultima preparazione è ottenuta dalla pianta fresca intera e non dalla radice essiccata, secondo un’ottica di moderna fitoterapia che tende a privilegiare la pianta in toto, possibilmente fresca, piuttosto che alcune sue parti già essiccate. La ricchezza del fitocomplesso proveniente da un sistema biologico unitario lo rende più equilibrato e biodisponibile nei confronti dell’organismo biologico che lo riceverà. La tintura madre, fra i vari estratti vegetali è quello che tende a garantire al massimo un totum di sostanze vegetali ed è quindi da preferire ad altre forme di estratti.

Prima ancora di impiegare il dente di leone in vere e proprie forme medicamentose sarà opportuno utilizzarlo come alimento. Le tenere e giovani foglie che spuntano sul finire dell’inverno e all’inizio della primavera sono deliziose in insalata, quelle più vecchie ed un po’ più coriacee potranno essere cucinate. In quest’ultimo caso è importante ricordare che l’acqua di cottura è ricchissima di sali minerali e di proprietà diuretiche e depurative e sarà quindi opportuno non gettarla via. Si consiglia di berla o di utilizzarla per fare delle minestre, ma in quest’ultimo caso con parsimonia e solo per coloro che gradiscono i piatti amari.

Ricordiamo che anche molte specie simili al tarassaco sono pure commestibili e utili per cure depurative primaverili: i leontodon, i crespigni, etc., tutte piante che sarebbe bene conoscere.

Si dovrà fare attenzione a non raccogliere questi vegetali vicino a campi dove sono stati impiegati diserbanti e pesticidi vari, sotto le vigne e frutteti trattati con prodotti chimici e vicino alle strade di grande traffico. Anche il germoglio o bottone del tarassaco è utile: se ne possono fare degli squisiti e sani sottaceti da impiegare come i capperi. I fiori possono essere utilizzati per fare uno sciroppo con zucchero di canna dalle proprietà simili al miele di tarassaco. La radice tostata è un ottimo surrogato del caffè.

Tornando alle proprietà medicinali, in senso più stretto, c’è da dire che il dente di leone svolge un’ azione molteplice: sullo stomaco, sul fegato, sul pancreas, sull’intestino e sui reni. La funzionalità di questi organi viene migliorata rendendo questa pianta particolarmente indicata alle persone che soffrono di insufficienza epatica, di dermatosi, di intestino pigro, di cellulite e persino di diabete, ma in generale sarà utile a tutti coloro che desiderano depurarsi. Si potrà opportunamente associare o alternare il dente di leone al rosmarino ottenendo così risultati più completi anche sul piano della circolazione e degli altri organi e apparati non direttamente influenzati dal tarassaco.

Le ricette

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