Cereali senza glutine - Biolcalenda di dicembre 2017

Cereali senza glutine

Autunno colorato e ghiotto – In queste ultime settimane, i media hanno insistito in una campagna martellante contro la diminuzione del consumo di cereali con glutine da parte di chi non è celiaco. Sostenendo che sarebbe un errore alimentare diminuirne il consumo, che il glutine c’è sempre stato in cereali come grano, farro, orzo, ecc. e che solo chi ha sviluppato l’allergia deve proteggersi, senza porre minimamente la questione dell’aumento delle intolleranze negli ultimi decenni. Abbiamo già accennato, nei mesi scorsi, che il contenuto di glutine è fortemente aumentato nei cereali che consumiamo, grazie al cosiddetto “miglioramento genetico“, ma anche la qualità del glutine si è modificata. Così, anche persone non celiache possono avere dei problemi dall’eccessivo consumo di prodotti raffinati ad alto contenuto di glutine, manifestando una intolleranza, che provoca irritazioni intestinali. Perchè, anche se il consumo pro capite di pane è diminuito, sono aumentati, durante la giornata i consumi di snack a base di farine di frumento, di merendine, di pasti a base di pizza, il consumo di pasta a scapito di riso e polenta, se pensiamo che fino a trenta anni fà, nel Veneto il consumo di polenta e riso superava quello della pasta, così come in Lombardia quello del riso. Infine va detto che la diminuzione del consumo di glutine non provoca alcun danno, perciò, se si vuole mantenere in buona salute il proprio intestino, anche senza essere celiaci, sarebbe bene eliminare i prodotti a base di cereali e zuccheri raffinati e tornare ad un consumo variato di cereali, e soprattutto di cereali integrali o semi-integrali, ma rigorosamente biologi. Dico rigorosamente biologici, perchè i residui di pesticidi si ritrovano soprattutto nella parte esterna del chicco e nella crusca. Importante è anche conoscere il luogo di origine dei cereali che consumiamo, come sarà obbligatorio nelle etichette della pasta dal prossimo febbraio. Infatti, in queste settimane, la battaglia europea contro il rinnovo delle autorizzazioni UE ai diserbanti a base di glifosate, ha messo in evidenza come venga accelerato il processo di maturazione delle spighe del frumento negli stati del Manitoba e dell’Ontario canadese, in cui, a causa del clima freddo, il frumento viene seminato alla fine dell’inverno e portato a maturazione entro l’estate, prima che ritorni la nuova stagione fredda, quindi con un tempo di coltura più breve che in Europa, che comporterebbe difficoltà di essiccazione delle spighe da raccogliere. Così, il processo di essiccazione in campo delle piante viene accelerato con l’irrorazione di prodotti a base di glifosate, che permette la raccolta del prodotto secco. Ma questo vuol dire che, dati i tempi brevi che intercorrono fra l’irrorazione e la trebbiatura, la sostanza (considerata cancerogena dalla IARC) è ancora abbondantemente presente sui grani.


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