La melanzana è uno dei pochi ortaggi della famiglia delle solanacee che non ha avuto origine in America. La pianta è originaria delle regioni Asiatiche. Nota in India da epoche remote. Portata nel Mediterraneo dagli Arabi nel primo Medio Evo.
Pianta di habitat caldo umido, è caratterizzata da un fusto rigido ed eretto, ramificato con foglie ovali grandi; può raggiungere, in ambienti favorevoli, anche l’altezza di un metro e mezzo. I suoi frutti o bacche carnose sono attaccati alla pianta con un peduncolo e calice florale spinoso; la loro forma, a seconda delle varietà, può variare sia nella dimensione che nel colore dal bianco al viola scarlatto o screziato.
Non è un frutto da consumarsi normalmente crudo in quanto in esso abbonda la solanina un alcaloide tossico, che però con la cottura diventa inerte. Certamente la melanzana si presta magnificamente alla gastronomia avendo la caratteristica di assecondare molti ingredienti con cui si accompagna felicemente nel sapore amarognolo, pieno, cremoso, con un’ombra di piccante. Dal punto di vista nutritivo e biologico è piuttosto povera soprattutto cotta. Bisognerebbe mangiarla sempre con la buccia e poco cotta, per averne qualche utilità terapeutica.
La melanzana ha principi farmacologici ancora non ben studiati, tra cui la solasonina, la nasunina e alcune amine biogene (serotonina 0,2 mg, tiramina 0,3 mg) che aumentano la contrazione dei muscoli dell’apparato digerente e la secrezione degli ormoni surrenali. Per questo, piccole quantità di melanzana cruda condita con abbondante cipolla, può essere usata come stimolatore di fegato e pancreas.
In certi individui predisposti grandi quantità di melanzane (per esempio uno o più chili al giorno), soprattutto se cresciute su terreni carenti di magnesio, potrebbero scatenare reazioni nervose e digestive, tali da giustificare in parte l’antica osservazione medica secondo cui l’abuso di melanzane “rende pazzi”. Forse perchè la colinesterasi del sangue, un enzima coinvolto nella regolazione del sistema nervoso, viene inibita in vitro dalla melanzana in estratto acquoso.
Questo ortaggio nella buccia contiene sostanze amare “cinarosimili”, cioè analoghe a quelle delle foglie del carciofo, che aumentano la quantità di bile, abbassano il tasso di colesterolo, favoriscono la diuresi e migliorano la digestione. Oltre ad alcuni antibiotici contiene anche acidi ad azione antibatterica clorogenico e caffeico.
In Nigeria la melanzana è popolarmente considerata un calmante dell’eccitazione nelle malattie nervose, apparentemente in contraddizione con la tradizione medica. Si è così scoperto che la scopoletina e lo scoparone contenuti nel frutto violaceo bloccano le convulsioni e sono utili nell’epilessia. In Giappone è stata anche provata una certa attività anticancro, grazie agli enzimi inibitori della proteasi e alla correzione degli errori dei cromosomi che prelude al tumore.
Ricette con le melanzane
Melanzana alla menta | Crema di melanzane | |||
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