L’editoriale di Settembre

Prodigio

Di quanti prodigi abbiamo bisogno prima della fine? Il significato originario del termine latino “prodigium”, composto da “prod-, pro- “davanti, prima”, e “agiom” derivato di aio “dire”, quindi “preannuncio”. Prodigiosi erano detti: fatti, fenomeni, avvenimenti che trascendevano, o sembravano trascendere, l’ordine naturale delle cose, interpretati come preannuncio divino di eventi per lo piĂą infausti.

Il riscaldamento del pianeta è un fenomeno indotto dalle attività umane, non dalla natura.

La morte per “tumore” che sta sopravanzando sulla morte per “collasso cardiocircolatorio” è anch’esso fenomeno indotto da attività umane che immettono nell’ambiente molecole di sintesi che hanno la caratteristica di non rispettare la “legge di Paracelso” (In natura tutto è buono o velenoso dipende dal dosaggio), ma, qualsiasi sia il dosaggio, alcune molecole provocano un tumore.

Forse il fenomeno più prodigioso, che trascende in modo sconvolgente ogni ordine naturale, è l’attuale crisi finanziaria.

Mai in passato l’economia dei popoli della terra è stata così forte e diffusa, risorse naturali e intellettuali hanno raggiunto livelli di elaborazione da soddisfare praticamente ogni bisogno essenziale, che permetterebbe di vivere dignitosamente a più di sette miliardi di uomini. Per realizzare ciò che sembra un obiettivo economico realizzabile, bisognerebbe chiudere, almeno un po’, la così detta forbice, la distanza tra chi ha troppo da chi non ha niente.

Non temete, non si realizzerĂ  mai, piuttosto che qualcuno possa salvarsi, con ciò che riteniamo nostro, meglio tutti morti! L’utopia dell’avere, in cui siamo immersi, è il nostro credo, la nostra interpretazione del mondo, il nostro “regno dei cieli” nessuno o quasi riesce a vedere fuori dagli schemi. Accumulare dove “il tarlo e la tignola non rodono” è stato realizzato “arimanicamente”: il “Denaro – demone” che non si consuma, che aumenta nel tempo la propria potenza, purchĂ© non venga mai speso, ma sempre investito.

Chi ha bisogno di spendere denaro per il pane, per vivere, è costretto a indebitarsi e il debito, superata una certa soglia, è la via per diventare schiavi. Com’è lontana l’epoca in cui gli usurai, prima di prendere il potere, venivano condannati al rogo dagli abitanti del borgo che non comprendevano come qualcuno potesse acquisire più monete di quante fossero necessarie per i tempi di vita. L’Epoca Moderna, dominata dagli usurai, ha sancito la fine del “tempo vita”, la fine di ogni legge economica, non serve più produrre ciò che è necessario, meglio produrre l’inutile, ma ancora meglio è non sporcarsi e faticare, non porta ricchezza facile come gli interessi sul debito.

Ecco il vero prodigio: “il debito”, non conta come si sia formato, quanti e chi siano i colpevoli che hanno convinto milioni di cittadini a sprecare. Gli strozzini se la ridono contenti, amati e riveriti, hanno creato dal nulla intere nazioni di schiavi, con il consenso degli schiavi (al confronto Hitler o Stalin erano fanciulli isterici e sognanti). La fine della modernità , come sembra di capire, non sarà nè facile nè indolore, sono troppi gli schiavi fedeli, credenti che l’utopia moderna possa durare per sempre, fuori di ogni razionalità, di ogni economia, fuori dall’unica terra.

Biolcalenda settembre 2012



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