Mangiate. E basta…

Non è una novità: mangiare facendo altro è sempre stato fortemente sconsigliato dal buon senso e dalla sapienza popolare. Una certa ritualità nel consumo del pasto è indispensabile non solo per una buona digestione, ma, almeno per i soggetti sovrappeso, anche per la prevenzione delle malattie metaboliche (obesità diabete, ecc.).


Una ritualità che dovrebbe comprendere non solo la sospensione di attività estranee al desinare, ma anche un gradevole allestimento del desco (tovaglia, posate, piatto, bicchiere, ecc.), quando possibile anche la compagnia di uno o più commensali e perfino un pensiero di gratitudine per chi ha reso possibile mettere nel piatto il cibo, partendo da chi ha lavorato in cucina fino al contadino che ha seminato e raccolto, non dimenticando le api e gli altri insetti che si sono dati da fare per impollinare e fecondare.

Uno studio pubblicato su Nutrients 2019,11(7),1545 ci avverte che consumare un pasto mentre si lavora al computer risulta meno gratificante che consumarlo in tranquillità.
In particolare si riduce il senso di sazietà post-prandiale mentre aumentano i livelli di stress.
È infatti questo il dato che è risultato più alterato nei partecipanti alla sperimentazione: in chi mangiava sospendendo il lavoro, i livelli di stress misurati prima di mangiare si riducevano di quasi due terzi, mentre erano praticamente raddoppiati in chi mangiava sgobbando sulla testiera del computer (o anche, potremmo ipotizzare, consultando con la mano libera e gli occhi lo schermo dello smartphone).


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