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La premessa alla scelta omeopatica veterinaria.

L’importanza della terapia omeopatica ad indirizzo antroposofico correlata a una dieta naturale con minimi apporti tossici.
Risulta indispensabile una graduale riconversione dietetica che porti l’animale ad essere “rieducato” prima di tutto nel gusto per riavvicinarlo ai cibi che sempre avrebbe dovuto mangiare.

Molti proprietari di animali credono erroneamente che sia sufficiente curare con terapie non convenzionali il proprio amico a quattro zampe per attuare una scelta utile e amorevole. Ma questa scelta corretta senza un’adatta conversione alimentare con dieta fresca e vitale rischia di rivelarsi molto meno efficace rispetto ad aspettative eccessive.

Spesso ormai molti proprietari di animali chiedono una possibilità di cura mediante pratiche non convenzionali. Questo relativamente nuovo interesse per terapie naturali che abbiano un impatto privo di effetti tossici collaterali è sempre più in aumento in veterinaria. Ciò è un fatto che mi rallegra tenendo conto che ormai da almeno 20 anni utilizzo mezzi terapeutici come omeopatia, fitoterapia, kinesiologia etc. come valido supporto al fine di riequilibrare lo stato di salute dei nostri “fratelli minori” spesso gravemente compromesso. In molti casi le risposte ottenute sono pienamente soddisfacenti al punto che mi sono convinto di approfondire sempre più queste possibilità terapeutiche.

Tuttavia non è insolito per me incontrare clienti che chiedono un approccio “naturale” come l’omeopatia mentre contestualmente somministrano un cibo industriale ai loro animali. Subito faccio notare la contraddizione di tali pratiche in quanto, spiego, risulta abbastanza inutile tentare di riottenere un equilibrio di salute mentre quotidianamente faccio ingurgitare al mio cane o gatto un cibo nei fatti “morto” e privo di “vera capacità nutritiva”, che parte da materie prime spesso di pessima qualità con inevitabili aggiunte di “chimica” per rendere appetibile ciò che altrimenti non lo sarebbe e quindi permettere la lunga conservazione a temperature ambiente sugli scaffali.

La terapia omeopatica ed in particolare quella ad indirizzo antroposofico (da Antropos = uomo e sofia = conoscenza), può fornire i migliori risultati in organismi che seguono una dieta naturale con minimi apporti tossici risultanti da residui chimici di coltivazione e/o lavorazione. Ma se quotidianamente fornisco al mio animale alimenti che lo sottopongono a stress digestivi per la pessima qualità della materia alimentare di partenza, accompagnata da una varietà indecifrabile di conservanti, coloranti ed appetitizzanti, come posso credere in un riequilibrio delle condizioni patologiche del suo organismo? La stessa terapia omeopatica non può agire con l’intensità attesa se mi trovo un organismo pesantemente intossicato, nel quale gli organi emuntori come fegato e rene risultano essere stressati per il “surplus” di lavoro loro imposto da diete pessime.

Quindi risulta indispensabile prima di tutto una graduale riconversione dietetica che porti l’animale ad essere “rieducato” prima di tutto nel gusto per farlo riavvicinare ai cibi che sempre avrebbe dovuto mangiare. In questo senso una dieta “casalinga” deve contenere una quota di cereali, una di verdure e frutta e una di proteine di origine animale se ci riferiamo a specie carnivore come cani e gatti. Le percentuali reciproche con cui si prepara la razione variano in rapporto al tipo di soggetto, alla stagione e al tipo di problematica presentata. Risulta quanto mai utile aumentare molto la quota di cereali, frutta e verdura per esempio in soggetti con presenza di dermatiti su base allergica mentre per animali defedati, anemici, dobbiamo aumentare l’appetibilità e il potere nutriente della razione con una prevalenza di proteine e grassi anche di origine animale (carne, pesce e uova).

Altra importante discriminante è data dall’età dei soggetti. E’ chiaro che in un animale giovane in piena attività con il quale si pratica un quotidiano movimento fisico (cani da lavoro) l’apporto in proteine, grassi e carboidrati sarà preponderante rispetto alla componente di fibra vegetale, frutta e/o cereali. Situazione invece inversa dovremo (non dovremmo) tenere in soggetti anziani con limitata capacità di movimento. In quest’ultimo caso la componente di verdure, cereali e frutta sopravanzeranno nettamente la parte di proteine e grassi di origine animale. Solo dopo questa pre-condizione dietetica posso rivolgermi con ragionevolezza all’ausilio terapeutico omeopatico. Certamente l’omeopatia e la fitoterapia agiscono anche su soggetti “intossicati” da diete industriali, ma i migliori risultati si ottengono come è ovvio quando si segue un’alimentazione naturale fresca e vitale. Allora il complemento di terapie non convenzionali per i nostri amici pelosi avrà un significato etico maggiore e segnerà la differenza tra proprietari informati e coscienziosi e chi segue semplicemente il “flusso” perché è più comodo.

Biolcalenda aprile 2014


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