Il territorio ungherese è prevalentemente pianeggiante e fino al Medioevo, la parte occidentale percorsa dal Danubio era una vasta distesa di paludi, mentre la parte orientale era divenuta una steppa arida a causa dei disboscamenti, le popolazioni che abitavano questi territori erano fondamentalmente nomadi e tutta la loro attrezzatura da cucina era rappresentata da un paiolo (bogrà cs) che veniva montato su un trepiede direttamente sul fuoco.
A quel tempo, con le modifiche apportate dal tempo, come il condimento a base di paprica, risale il piatto nazionale, il gulasch che non è uno stufato, bensì una minestra di carne di manzo, verdure e pasta pizzicata che fungeva da piatto unico. Le bonifiche e la realizzazione di una fitta rete di canali trasformarono queste vaste pianure poco ospitali in terre fertilissime, che ancora oggi sono coltivate a cereali, vite, frutteti, ecc.
Nel ‘400, con il matrimonio del grande re unificatore dello Stato, Mattia Corvino con Beatrice d’Aragona che proveniva dall’Italia, la cucina ungherese cominciò ad assumere una forma più complessa e si arricchì di molti piatti ancora oggi in uso. Successivamente, 150 anni di dominazione turca apportarono nuove variazioni introducendo l’uso di molte spezie e soprattutto quello della paprica. Infine, la lunga dominazione austriaca e la formazione dell’impero Austro-ungarico sono alla base della cucina ungherese che oggi conosciamo. Cioè una cucina fortemente speziata, in cui la paprica e il cumino sono molto presenti, con i peperoni onnipresenti, un forte uso di patate, carote, rape, cavoli e cetrioli.
La cucina magiara, al contrario di quel che si possa pensare, non è molto piccante, perchè il grande uso di paprica è fondamentalmente di paprica dolce, che, oltre a donare ai piatti il caratteristico sapore leggermente affumicato, dona alle pietanze un colore rosso acceso e funge anche come addensante, mentre la paprica piccante è usata con moderazione e funge soprattutto da esaltatore degli altri sapori. Cipolla e aglio sono la base dei soffritti che spesso si fanno ancora con lo strutto, che fino a vent’anni fà era l’unico grasso usato in cucina, assieme al burro per la pasticceria.
Oggi la cucina ungherese è meno grassa, ma ancora abbastanza pesante, anche se l’olio inizia ad essere considerato in sostituzione dello strutto. La pasticceria ungherese odierna è decisamente di derivazione austriaca, con una particolare passione per le torte multistrato come le torte Dobos, Esterazi, Sacher fra le più conosciute, le palacinche (crepes) dolci alla crema di vaniglia o marmellata e molti tipi di biscotti e paste farcite.
“Il tipico pasto ungherese inizia sempre con una zuppa, anche quando sono previsti degli antipasti”
Le ricette