Daikon - Biolcalenda di gennaio 2018

Il daikon

Il Daikon che in giapponese significa “grossa radice” è una varietĂ  del ravanello comune (Raphanus – Fam. Crucifere) coltivata sopratutto nell’Asia centrale. Ci sono molte varietĂ  di daikon ma la piĂą comune in Giappone è la aokubi daikon che ha la forma di una grossa carota, di circa 25-30 cm di lunghezza e di 5-10 cm di diametro. Attualmente è coltivato anche in Italia.
Si può utilizzare crudo grattugiato nelle insalate o cotto nelle zuppe di miso e nei minestroni.

Il daikon contiene vitamina C e l’enzima mirosinasi. Tale enzima viene utilizzato dalla pianta per difendere i propri tessuti dagli attacchi dei parassiti o dagli erbivori.
Gli ortaggi appartenenti alla specie Raphanus risultano noti sin dall’antichità in Europa, Asia ed Africa settentrionale. Già all’epoca della costruzioni delle piramidi, gli Egizi davano da mangiare queste prelibate radici con spicchi d’aglio agli operai costruttori, probabilmente per prevenire epidemie e mantenere intatta la loro forza muscolare. I medici Greci e Latini le utilizzavano per la loro azione bechica (contro la tosse).
Il rafano o ramolaccio preferisce un terreno ricco di humus e profondo. La radice si forma male in terreni pesanti e argillosi e prende un sapore amaro. In terreni poveri e sabbiosi il ramolaccio va più facilmente a fiore e diventa peloso. Non sopporta assolutamente il letame fresco che favorisce lo sviluppo della mosca del ramolaccio. Ravanelli e ramolacci si seminano da primavera fino all’autunno inoltrato e si possono consociare con tutti i tipi di ortaggi tranne i cetrioli.

La radice del rafano è apprezzata come antiscorbuto, grazie alla sua ricchezza di vitamina C; ed è anche un antirachitico, per la presenza di jodio in proporzioni notevoli. Nel rafano si trovano inoltre zolfo e magnesio e una preziosa essenza solforata, che eliminata attraverso le vie respiratorie e attraverso i reni, conferisce a questo vegetale proprietà antisettiche e diuretiche. Tutte queste proprietà sono appannaggio sia delle varietà a radice rossa (il comune ravanello) sia del ramolaccio nero, ma sono più accentuate in quest’ultimo, che è raccomandato specialmente per combattere raffreddori, bronchiti e malattie della vescica.

Le più comuni sottospecie del genere Raphanus esistenti nella zona del Mediterraneo e in Europa sono i R. Segetus, il R. Landra e il R. Sativus. La prima, detta rafano selvatico, ramolaccio selvatico, ravanello selvatico o rafanistro, cresce spontanea nei campi incolti e le foglie si utilizzano bollite. La sottospecie Landra è simile alla precedente. La sottospecie Sativus, detta rafano, rapano, ramolaccio, ravanello, rafanello, rapanello, radice, è coltivata per i tuberi che sono consumati crudi in insalata, in numerose varietà di forma diversa e di sapore più o meno piccante. Il loro colore può essere esternamente bianco, come nel ramolaccio propriamente detto, o bruno nerastro, come nel ramolaccio nero, oppure esternamente rosso con polpa bianca come nel ravanello. Con lo stesso nome si designa anche spesso, impropriamente, il cren: detto anche Cren, armoracia, barbaforte, peverella, erba da scorbuto, pizzica lingua, rafano di Spagna, rafano orientale, rafano rusticano; è una pianta erbacea, della famiglia delle Crucifere, specie Armoracia Rusticana, spontanea in Europa, la cui radice è impiegata, cruda e grattugiata, quale condimento piccante nelle salse e insalate. Contiene un olio essenziale volatile, composto soprattutto da solfocianato di butile, a cui è dovuto il sapore acre.

 

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