Questo genere vive prevalentemente nelle zone calpestate. Il suo nome deriva dal latino “planta” e “agere” che significa “pianta che fa crescere altre erbe”.
È una pianta erbacea perenne ricca di mucillagini. I suoi semi sono molto graditi agli uccelli.
Questa categoria di piante (le piante dei terreni asfittici e compattati) merita una citazione speciale proprio per la capacità di svilupparsi in condizioni che per altre specie sarebbero proibitive; un terreno asfittico ed eroso non dispone della capacità di sostenere la vita vegetale, mentre alcune erbe (come le Piantaggini) vi si insediano operando poi per ripristinare condizioni migliori, maggiormente favorevoli alla vita vegetale, promuovendo un processo di rigenerazione del suolo e ripristino della fertilità organica.
L’origine del nome è dovuta molto probabilmente a questa sua caratteristica (anche se vi sono ulteriori ipotesi sull’origine del nome).
E dunque questo genere di piante, definite anche piante pioniere, ricopre una funzione molto importante per l’economia naturale poiché va a stimolare la genesi del suolo quando questo si trova in condizioni veramente pessime e negative.
Attraverso il suo apparato radicale la Piantaggine opera un’azione di tipo meccanico arrivando a fessurare e dissodare anche i substrati più compattati, svolgendo altresì un’azione di natura biologica e chimica attraverso la produzione di essudati radicali e altri composti organici che rilascia nel suolo. Agisce dunque positivamente in situazioni nelle quali il terreno presenta caratteristiche e qualità scadenti. E non dobbiamo dimenticare che il suolo è la base essenziale per il nostro sostentamento poiché la produzione di beni alimentari dipende direttamente dalla fertilità della terra.
Nella foto è visibile una Piantaggine (Plantago lanceolata) cresciuta sul bordo di una strada ghiaiata battuta da auto, camion e trattori d’ogni genere… condizione limite oltre la quale la vegetazione cessa di esistere; poche altre erbe sarebbero in grado di prosperare in questa situazione poiché il substrato risulta compattato, asfittico, privo di ossigeno e assolutamente scarso in termini di microbiologia (e nutrienti).
È studiata per il suo potenziale di fitorisanamento da piombo, che tollera, assorbe e accumula principalmente nelle radici (in misura minore anche nelle foglie). Può assorbire efficacemente anche altri metalli come zinco, nickel, manganese e rame. Dunque dispone anche della capacità di bonificare siti contaminati.
Dai diagrammi pollinici risulta che la Piantaggine era molto diffusa già 5000 anni fa quando i contadini dell’Età della pietra cominciarono ad abbattere le foreste. La capacità di ricacciare numerosi nuovi getti dalla rosetta basale permette a queste piante di sopravvivere al calpestio di uomini e animali, ed al taglio dei prati.
Questo genere conta 270 specie diffuse in tutto il mondo tra annuali, biennali e perenni. Le più note e diffuse sul nostro territorio sono Plantago major e Plantago lanceolata.
In tutto questo la Natura dimostra una profonda saggezza che manifesta attraverso strategie e strumenti molto peculiari. A volte anche piccoli strumenti ma molto significativi. Purtroppo l’uomo non riconosce questa saggezza, operando spesso in senso contrario…
Questa piccola grande erba, oltre a ricoprire un ruolo ecologico apprezzabile, può essere considerata anche una vera e propria pianta medicinale per via delle sue proprietà fitoterapiche.
Grazie ai costituenti principali, che sono mucillagini e tannini, esercita un’azione emolliente e sedativa, oltre ad un’azione di tipo antivirale e astringente. Dispone inoltre di saponine e flavonoidi che le donano proprietà diuretiche.
Ma le sue virtù medicinali riconosciute a livello scientifico riguardano il trattamento delle infiammazioni delle vie respiratorie, svolgendo anche attività antimicrobica e antiallergica.
Inoltre è apprezzata anche per uso esterno per attenuare le infiammazioni della pelle (azione lenitiva e antipruriginosa) e come cicatrizzante.
Contiene anche acido silicico e sali minerali (zinco e potassio). Era tenuta in grande considerazione anche dalla medicina tradizionale mediterranea.
In quanto erba commestibile, viene utilizzata nella tradizione popolare sia cruda che cotta all’interno di svariate ricette per guarnire insalate oppure come ingrediente nella preparazione di ripieni per ravioli, torte salate, frittate etc.
Quante volte l’avremo calpestata senza rendercene conto! Ma dovremo ammirarla e ringraziarla per il suo valore e la sua utile funzione.
Grazie Piantaggine!