Quanto costa la salute? E quanto vale? L’offerta di alimenti a basso prezzo è sempre il risultato del bieco sfruttamento di qualcuno: la Terra, gli operai, le piante o gli animali
I cartelloni pubblicitari esposti sotto la Metropolitana di Milano riportano, una volta tanto, qualcosa di vero. Fanno parte di una campagna pubblicitaria promossa da una notissima catena di supermercati del biologico. Lo slogan è: il prezzo più basso non è il prezzo giusto.
Sono contenta che qualcuno abbia il coraggio di dirlo, perché’ l’ottusa rincorsa al prezzo stracciato porta solo a commercializzare porcherie, piene di residui tossici, povere di nutrienti, che minano la nostra salute, la quale invece ha un valore immenso. Guardatevi intorno, le uova di quei poveri polli allevati in batteria piene di residui di insetticidi, chissà quante ne avete mangiate, senza saperlo. Però costavano poco… formaggi prodotti con latte in polvere ricostituito, frumento proveniente da chissà dove, frutta e verdura importate da paesi in cui si usa ancora il DDT, perchè la nostra non viene neanche raccolta, visto che la paga degli operai è superiore al prezzo offerto dai compratori.
L’offerta di alimenti a basso prezzo è sempre il risultato del bieco sfruttamento di qualcuno: la Terra, gli operai, le piante o gli animali.
Permettetemi una domanda: voi lavorereste gratis? Non credo. E allora perchè agli agricoltori deve essere negato il GIUSTO compenso? Voi coltivereste alberi e verdure per pochi centesimi al chilo? Loro lo fanno. Il biologico bene o male riesce a ricavare qualcosa in più, ed ecco le voci dei superficiali: è ma il biologico costa caro, non tutti possono permetterselo! E te lo dicono con quella espressione contrita da sapientoni a cui dispiace tanto per quei poveretti.
Ma basta! Ne ho fin qui dei vostri pregiudizi! Fatevi un giro nei supermercati delle più note catene della grande distribuzione e fate un confronto prezzi. Io l’ho fatto.
500g di spaghetti della più nota marca italiana costano 0,79 Euro. Nello stesso supermercato 500g di spaghetti biologici costano 0,85 euro. Questo significa una differenza di 6 centesimi. Con 500g si fanno 6 porzioni di pasta (inteso come porzioni da ristorante, poi se voi ve ne fate una cofana è un altro discorso…). Quindi un piatto di spaghetti biologici costa un centesimo in più a porzione, rispetto al convenzionale più diffuso. E’ caro? In compenso la più diffusa bibita gassata costa 1,09 euro al litro. Allora invece di acquistare un litro di questa bevanda posso permettermi 109 porzioni di pasta biologica al posto di quella convenzionale, il che non mi sembra poi così male.
Il dramma è che andando a curiosare nei carrelli di quelli che fanno fatica ad arrivare a fine mese (basta passare un pomeriggio in alcuni discount di periferia e la situazione diventa molto chiara) ho visto montagne di cibo spazzatura, molto ben pubblicizzate, tutte cose che notoriamente fanno male alla salute. E non sempre costano poco.
E allora via, schiavi della pubblicità , riempiamo il carrello che così ci sembra di essere dei gran signori! Privilegiamo la quantità invece della qualità , mangiamo ogni giorno la carne (un pollo convenzionale nella grande distribuzione costa appena 2 euro, ma che razza di pollo pensate sia?), mangiamo i salumi invece delle verdure (che invece costano meno e fanno bene).
Poi, invece di farci una torta in casa, che costa pochi centesimi di materie prime, compriamocene una già fatta, ma se vogliamo che costi poco dobbiamo accontentarci di ingredienti scadenti, perché spero vi sia chiaro, NESSUNO REGALA NIENTE, e allora chissà con quali grassi è fatta quella torta… E anche al ristorante, riempiamoci la pancia fino a scoppiare, All you can eat! Pazienza se poi i nostri poveri corpi disperati non sanno più dove stipare le tossine, ed ecco la cellulite debordante, i pancioni, quei glutei fatti di grasso molle perché non è grasso, è acqua.
Poi magari spendete soldi per le creme anticellulite, o peggio, non avete soldi per comprare le medicine che dovrebbero curare i danni conseguenti a un’alimentazione senza criterio. Complimenti, avete proprio fatto un affare!