Quando frequentavo le scuole elementari (parecchi anni fa), si faceva tra ragazzi un semplice gioco di parole. Uno di noi poneva questa domanda un po’ assurda: “Quanti sono i cinque continenti?”.
La risposta, altrettanto assurda, era: “I quattro continenti sono tre: Asia e Africa”. Ci si divertiva, ma questa specie di filastrocca serviva anche per ricordarci che, come ci insegnava la maestra, i continenti sono cinque: Europa, Africa, America, Asia, Oceania. Ebbene, oggi sembra proprio che a questi cinque si debba aggiungere un sesto continente.
Si tratta di due enormi isole, interamente formate da rifiuti (soprattutto plastica) gettati in mare e raggruppati dalle correnti oceaniche in due immensi ammassi. Il “sesto continente” si trova nei pressi del Giappone e delle isole Hawaii, ha 2500 chilometri di diametro (più o meno due volte la lunghezza dell’Italia, dalle Alpi alla Sicilia) ed occupa una superficie grande come il territorio del Canada. Un nuovo continente fatto di immondizia. Anche la nostra. Questa orrenda miscela non danneggia solamente gli animali marini, ma arriva pian piano fino a noi terrestri lungo la catena alimentare che parte dai molluschi e prosegue con pesci, delfini, tartarughe, uccelli, ecc.
Discariche liquide
Gli scienziati ci hanno da tempo avvertito che le temperature in aumento, sciogliendo i ghiacci, provocheranno l’aumento del livello degli oceani e la conseguente scomparsa di molte isole, iniziando da quelle del sud del Pacifico. Gli oceani inoltre stanno diventando sempre più acidi e corrodono rocce e gusci calcarei di svariate specie animali (conchiglie, coralli, tartarughe, ecc.). I mari sono utilizzati come deposito di scarti industriali, rifiuti di ogni genere e scarichi delle navi. Questa incivile abitudine ha trasformato gli oceani in una enorme pattumiera. Secondo gli scienziati, più di un milione di uccelli marini e oltre 100mila tartarughe muoiono ogni anno a causa dei rifiuti non biodegradabili lasciati in mare.
In azione
È evidente che il “sesto continente” non si potrà più eliminare. Qualcuno ha detto che sarebbe come tentare di setacciare la sabbia del deserto del Sahara: un lavoro impossibile. Tuttavia, la sua presenza costituisce per noi un forte richiamo a comportamenti corretti nella produzione dei rifiuti e nella loro gestione.
- Quando fai la spesa, portati da casa i sacchetti di plastica usati la volta precedente e ancora in buono stato.
- Suggerisci ai tuoi genitori di acquistare, quando possibile, merci sfuse (cioè non confezionate) e vendute a peso. Si tratta di detersivi, cereali (riso, fiocchi di avena), legumi (fagioli, lenticchie). Le merci sfuse si trovano nei supermercati più attenti all’ambiente e nei negozi specializzati in alimenti biologici e naturali.
- Dividi correttamente i rifiuti (carta, vetro, metallo, umido, batterie, ecc.) e gettali negli appositi contenitori.
- Non abbandonare mai i rifiuti per strada: anche questi, prima o poi, andrebbero ad ingrossare il “sesto continente”.