La gestione dell’emergenza sanitaria ha richiesto ad ognuno di noi in questo ultimo anno epocali cambiamenti di stile di vita, contraendo in modo fino a prima impensabile i nostri spazi di libertà .
L’argomento è vasto e complesso, io in questo articolo vorrei soffermarmi su quest’ultimo aspetto, ovvero sulle caratteristiche di questo movimento di contrazione.
Quando penso alla contrazione provo immediatamente una sensazione spiacevole e la mia memoria evoca gli anni di scuola quando il professor Losso si cimentava nell’impresa di spiegarci la fisica. Impresa ardua, certamente, ma ogni tanto qualche spiraglio di comprensione si apriva nella mia mente, come quella volta in cui egli ci spiegò la teoria dei gas, disegnando alla lavagna una scatola chiusa su tre lati e con uno stantuffo sul quarto lato. Dentro quella scatola – disse – c’era un gas: “Ora immaginiamo di spingere lo stantuffo: cosa succede al gas?”.
“Si comprime!”, esclamai.
“Bene”, annuì il professorre, “e se continui a spingere?”
“Sta male”, risposi.
Non era la risposta fisicamente corretta, ovviamente, ma fu ciò che mi venne spontaneo affermare: se comprimi troppo qualcosa, provochi sofferenza.
Durante quest’anno mi è capitato spesso di tornare con la mente a quell’episodio, perchè spesso mi sono sentito come quel gas in quella scatola.
Puoi accettare di essere compresso a lungo solo se hai paura di un pericolo più grande oppure se comprendi i motivi di tale limitazione e sei d’accordo con essi. Altrimenti ciò che resta, dopo un po’, è solo una sensazione di dolore che progressivamente si trasforma in rabbia. E la rabbia, prima o poi, esplode. Ma queste esplosioni – sotto forma di gesti, parole, pensieri – non portano a nulla di buono perchè tendono ad essere solo distruttive.
È possibile vivere la rabbia in un altro modo?
Come mia abitudine, lo chiesi alle fiabe e sul mio cammino incontrai “L’Orso della Luna Crescente”. In questa fiaba la protagonista per guarire il marito, che era ritornato da una lunga guerra malato di rabbia, si mette in viaggio alla ricerca di un pelo dell’Orso della Luna Crescente: quello, infatti, era l’ingrediente che una vecchia guaritrice le aveva indicato come elemento magico per preparare la pozione che avrebbe guarito il marito.
Nel seguire il viaggio della protagonista la fiaba in realtà descrive i sei passi per trasformare la rabbia in possente forza interiore di cambiamento.
In questo articolo affrontiamo il primo passo che, tra tutti, è quello più sconvolgente.
Infatti la donna, mentre sale la montagna dove abita l’Orso, comincia a ringraziare: ringrazia la montagna stessa per farla salire sul proprio corpo, i sassi che le indicano la strada, i fiori che le danno gioia e speranza.
L’indicazione della fiaba è chiara: vuoi trasformare la rabbia? Ringrazia!
No, questo è troppo, cara fiaba: io sono arrabbiato nero, cosa diavolo c’è da ringraziare?
La rabbia è un fuoco che ti consuma, ci risponde essa, è un fuoco che spegne i tuoi sogni, la tua gioia di vivere.
Vuoi trasformare la rabbia? Ringrazia. Perchè la gratitudine, invece, è un fuoco ti riscalda e ti dà forza. Ringrazia per ciò che la Vita ti dona, per il sole che sorge, per l’abbraccio di tuo figlio; la gratitudine ti riempie di amore, gioia e bellezza, e poi con queste forze lotta per ciò che credi giusto. Ringraziare e lottare: questa è la vera formula magica.
Da quando ho incontrato questa fiaba, sto cercando di cambiare il mio modo di reagire a una compressione: non subendola passivamente nè esplodendo in rabbia, ma ringraziando e lottando per ciò che sento giusto (una lotta senza odio, ovviamente, altrimenti ricadrei nella trappola della rabbia).
Ciò che le fiabe ci mostrano, in fondo, è che tutto quello che ci accade (anche le compressioni) è un’occasione di crescita: cresco, infatti, quando scelgo con quali ingredienti nutrire la mia anima, se con la lamentela e la rabbia o con l’amore e la bellezza, e cresco quando affronto ciò che sento ingiusto come opportunità di scoprire nuove forze in me e di creare relazioni con nuovi compagni di viaggio per manifestare in forme creative i valori che sento importanti e trovare sempre nuovi modi per renderli concreti.