Il covid è una favola - Tomaello - Biolcalenda settembre 2021

Il covid è una “favola”

In questo periodo di pandemia ci sono diversi slogan che vengono ripetuti assai frequentemente. Uno di essi è “se non sei un virologo, non puoi parlare”.Io credo invece che sia giunto il momento di far sentire la propria voce e lo farò alla luce degli archetipi delle fiabe.

Cominciamo con il dire che secondo le fiabe questo slogan è un vero e proprio incantesimo: quando lo ascolti resti incantato e sei chiamato ad obbedire.
Ma nelle fiabe ogni incantesimo si può sciogliere, anzi, ogni incantesimo può essere l’occasione per per diventare migliori. Ciò che tutte le fiabe ci invitano a fare è uscire di casa – ovvero da ciò che diamo per scontato e crediamo di conoscere – e mettersi in viaggio, ovvero guardare le cose da un’altra prospettiva.

Proviamo.
“Se non sei esperto, non puoi parlare”. A prima vista questo slogan è ineccepibile, ma se usciamo di casa esso si svela per ciò che è: un invito all’obbedienza. Fidati e obbedisci. Nelle fiabe, invece, uno dei primi gesti di liberazione è sempre un gesto di disobbedienza. Il protagonista, per liberarsi, disobbedisce all’Autorità, a ciò che non ritiene più giusto, che non sente più buono.
Con questo non sto ovviamente dicendo che tutto quanto l’Autorità dice sia cattivo, ma che secondo le fiabe è sano mettere in dubbio, valutare, riflettere.
E così ho provato, a disobbedire all’incantesimo, e mi sono chiesto: cosa posso dire io su questa pandemia?

Io sono un autore e narratore teatrale: scrivo e racconto storie, in particolare fiabe, agli adulti. E so riconoscere le strutture narrative che stanno dietro le dinamiche sociali.
Così mi sono chiesto: la narrazione che viene fatta a livello mainstream su questa pandemia, che struttura ha? Quali caratteristiche ha?
Una piccola ma fondamentale premessa è a questo punto necessaria: noi non abbiamo quasi mai a che fare con gli eventi in sé, ma sempre con la narrazione che su di essi viene fatta. Le notizie, quelle dei tg o dei giornali, quasi mai sono il resoconto del fatto accaduto ma più spesso sono già una sua narrazione.
Analizzando la narrazione dominante, ho trovato che essa ha una struttura favolistica e non fiabesca. So che per molti i due termini – fiaba e favola – paiono sinonimi, ma in realtà essi nascondono differenze abissali.
Per dirla in modo sintetico, la favola è un invito ad attendere, mentre la fiaba è una spinta a prendere in mano la propria vita e mettersi in viaggio.
Questa differenza la si vede bene nella storia di Cenerentola, che ha sia la versione favolistica (quella che purtroppo Disney ha scelto di animare) che quella fiabesca. Noi in genere conosciamo la prima: se ci fate caso, in essa Cenerentola non fa niente: subisce le angherie della matrigna, poi a un certo punto arriva la fata, non chiamata (e questo è un dettaglio fondamentale), che le fa un incantesimo che non dipende da lei. Nella fiaba, invece, è Cenerentola che a un certo punto si alza, esce di casa, va alla tomba della madre e all’uccellino bianco che lì la aspetta è lei che chiede “Dammi il vestito più bello”. E, tutta da sola, va al ballo.

Sentite la profonda differenza?
La struttura narrativa della pandemia è favolistica: si può riassumere in “aspetta e spera”, ovvero “tachipirina e vigile attesa”. Vedrai che, se sei fortunato, arriva la fata, nel nostro caso il vaccino: la salvezza giunge da fuori, già pronta, tu non devi far altro che obbedire e prenderla.
È interessante a questo proposito notare che in un anno e mezzo di pandemia non c’è stata alcuna campagna su come rinforzare il sistema immunitario: non è un caso. Nella struttura favolistica la salvezza giunge da fuori, dall’Autorità che vuole il tuo bene, non da un tuo cambio di atteggiamento.
Come sarebbe invece la narrazione della pandemia se fosse fiabesca? Sarebbe un invito ad alzarsi e uscire di casa: la casa, simbolicamente, è il mondo che già conosciamo e che ci dà certezze, ma che a un certo punto non sa più spiegare il mondo; esci da ciò che credi di sapere, poniti domande, coltiva dubbi, confronta tesi diverse e … disobbedisci.
Buon viaggio.


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