Ne abbiamo proprio bisogno!
Ci siamo lasciati alle spalle un anno difficile, pieno di paure, di dubbi e incertezze. Adesso avremmo bisogno di un anno più tranquillo, per recuperare un po’ di energia e per ripartire. Siamo stati immersi nel buio, ora avremmo bisogno di un po’ di sole che ci riscaldi e che ci dia speranza.Speranza in un mondo migliore dove siano risolte e superate le cause delle malattie (aria, acqua, cibo inquinati, stress esistenziale), dove il benessere collettivo prevalga sull’interesse personale, dove le contrapposizioni estreme vengano superate dalla disponibilità al dialogo, alla tolleranza, al rispetto reciproco.

Se una cosa ha fatto emergere questa pandemia è proprio la propensione alla contrapposizione estrema, feroce, totalizzante. Ho evocato un termine, totalizzante: un atteggiamento che pretende di avere il monopolio della verità, che esclude a priori che ci possano essere altri punti di vista, che rifiuta il confronto e il dialogo con la scusa che gli altri non capiscono niente, che siano anestetizzati da non so quale droga. Per dare più forza a queste posizioni si usa un linguaggio aggressivo, offensivo o si usa la propria capacità verbale per opprimere di parole l’interlocutore, per soffocare in partenza ogni suo eventuale dissenso (e in questo senso Sgarbi ha fatto scuola). È una forma di violenza che appaga chi la mette in atto ma che disorienta le persone, che le costringe a schierarsi o da una parte o dall’altra e che quindi favorisce la contrapposizione, il contrasto, il conflitto latente.

Si entra così in un gioco in cui vige la legge del più forte e, nel nostro caso, il più forte è lo stesso nemico che pretendiamo di combattere. Il risultato non può essere altro che il nostro annichilimento. Se il nemico sono le multinazionali del farmaco, degli armamenti, dell’agroindustria, delle reti informatiche che dispongono di risorse illimitate per condizionare le persone e asservirle ai loro scopi, l’unico modo per uscirne è quello di creare un movimento di opinione, una massa critica che tramite l’informazione corretta, la denuncia circostanziata, la testimonianza diretta sia in grado di contrastare queste forze. È necessario coinvolgere sempre più persone, sopratutto quelle più lontane dai nostri convincimenti, in un progetto culturale di ampio respiro che produca al suo interno l’emergere di nuove figure istituzionali in grado di contrastare queste forze con l’uso della legalità, dell’onestà e del buon governo. Ma per fare questo bisogna usare gli strumenti della democrazia, il dialogo, il confronto, la convinta accettazione del gioco
democratico dell’alternanza.

Certamente è una strada più lunga e impegnativa, richiede sforzo, dedizione, sacrificio; è molto più semplice dare sfogo alle proprie pulsioni e ai propri istinti. È molto più semplice dare la colpa alla cosiddette “Forze dell’Ostacolo” per giustificare la nostra incapacità ad agire: ma le forze dell’ostacolo esistono perché noi possiamo superarle e, nel superarle, acquisire delle nuove facoltà che prima non avevamo. Di fronte a qualsiasi ostacolo io ho la possibilità di scegliere: o mi fermo e rinuncio, o mi fermo e penso a delle strategie per superarlo: e qui sta la possibilità dell’uomo di progredire ed evolvere sconfiggendo la pigrizia, la rassegnazione, le abitudini, le paure e tutti gli altri atteggiamenti che ci impediscono di realizzare, come diceva Steiner, la missione dell’uomo nel disegno divino
che consiste nella conquista della libertà e dell’amore.

È la strada che ha scelto il dott. Gava: di fronte al rigetto del suo ricorso per impedire la radiazione dall’ordine dei medici, ha deciso di continuare per vie legali la sua battaglia per l’affermazione dei suoi principi e ci invita tutti a “non aver paura e combattere con ferma mitezza per salvaguardare la propria salute e la propria libertà”. Potete trovare la lettera di Gava nelle pagine centrali dove al posto di EfferveScienza iniziamo da questo mese una nuova rubrica che chiameremo “ConoScienza” per ricordare a tutti noi l’importanza della Conoscenza e
della Scienza per la nostra crescita individuale.