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Dove dovrebbe dormire il neonato

Come affrontare la notte con un neonato e quali strategie adottare e le relative implicazioni di tipo emotivo relazionale, educativo e morale

Il sonno è una delle attività che accompagna la vita delle persone quotidianamente, poco meno della metà di una giornata viene trascorsa dormendo, è quindi una pratica fondamentale e, dormire bene, non è solo una questione di piacere ma si inserisce profondamente nel concetto di salute.
Come affrontare la notte con un neonato e quali strategie adottare è pertanto un tema scottante per numerose implicazioni di tipo emotivo relazionale, educativo e morale.
Fondamentalmente cerco di non dimenticare mai che siamo mammiferi e che dal comportamento degli animali si possono trarre già le conclusioni, ma poichè diversi autori tra cui medici, psicologi, sociologi si sono applicati nello studio approfondito di questo tema sino a giustificare scientificamente alcuni comportamenti, credo sia utile riflettere su alcuni concetti.
Non credo che qualcuno possa con assoluta certezza asserire quale sia il luogo sicuro “dove” debba dormire il bebè, certo è che un neonato essendo per un certo periodo, dopo la nascita, in simbiosi con la madre e dipendendo dalle sue cure per la sua sopravvivenza dovrebbe essere facilmente e velocemente raggiungibile anche durante la notte.
Va tenuto in considerazione infatti che oltre a mangiare spesso anche le funzioni fisiologiche non hanno regolarità e il bimbo piccolo elimina feci e urina indifferentemente che sia notte o giorno.
Molte evidenze scientifiche depongono difatti a favore dei benefici derivanti dal dormire accanto ai propri figli piuttosto che dormire in stanze separate.

Co-sleeping: “rimanere abbastanza vicini l’un l’altro per scoprire e potenzialmente agire sugli stimoli sensoriali dell’altro…” questa bellissima definizione tiene conto del fatto che due corpi vicini tra loro reagiscono l’un l’altro apparentemente attraverso stimoli sensoriali, che nonostante il sonno lavorano ininterrottamente ma soprattutto attraverso energie sottili che solo oggi probabilmente tramite la fisica quantistica sono spiegabili.
Ciò significa che molto spesso quando madre e bambino dormono sufficientemente vicini ella si sveglia poco prima che il suo bambino la chiami.
La filosofia del co-sleeping è promossa da molti anni dalla Leche League, che ne divulga i benefici tramite libri, conferenze e articoli.
Inoltre secondo il parere dell’ABM (American Breastfeeding Medicine) non ci sono motivi sufficienti per scoraggiare il co-sleeping di routine.
Questa pratica prevede che il neonato dorma molto vicino al letto della madre o che addirittura condivida il letto stesso.
Nel caso in cui vi sia condivisione del letto con il proprio bambino è consigliata comunque l’osservazione di alcune regole per non esporre il neonato a rischi di salute:

  • il letto dovrebbe essere distante da pareti laterali per evitare l’ “intrappolamento”
  • evitare coperte pesanti, piumoni e cuscini
  • evitare materassi morbidi (per es. ad acqua) divani e brandine
  • i genitori non devono assumere alcool, droghe o farmaci che possono interferire con il  risveglio o con gli stati di coscienza
  • genitori fumatori non dovrebbero condividere il letto
  • il neonato dovrebbe dormire supino come nella culla
  • solo i genitori dovrebbero condividere il letto, non altri adulti
  • situazione di pesante stanchezza del genitore devono essere presi in considerazione come potenzialmente rischiosi.

L’allattamento al seno viene sostenuto e facilitato dalla vicinanza notturna col neonato, infatti solitamente le poppate sono più frequenti di notte e i primi tempi tra l’altro, il regolare drenaggio delle mammelle è importantissimo per il mantenimento della produzione di latte, inoltre un adeguato svuotamento del seno è fondamentale per non incorrere in problematiche come l’ingorgo.
Non va dimenticato che il pianto rappresenta un segnale di fame tardivo e che andrebbero riconosciuti i segnali  precoci che il bambino mette in atto parecchi minuti prima di sfociare nel pianto, in tal modo il bebè viene accostato al seno in un clima di serenità e fiducia.
I dati sulla condivisione del letto mostrano che le madri reagiscono molto precocemente ai bisogni del bimbo evitando pertanto inutile stress del neonato.

L’assetto ormonale materno implicato nella regolamentazione dell’offerta di latte, ha effetti anche sul sonno, rendendo il sonno più leggero, come se la natura si preoccupasse di rendere ogni madre perfettamente in grado di svegliarsi anche di notte!

Alcune considerazioni: nonostante la natura predisponga ogni cosa per facilitare l’accudimento del neonato, le madri spesso sono stanche e affaticate nel gestire la nuova situazione famigliare e non si sentono pronte ad affrontare il rapporto di interdipendenza con il bimbo.
Ciò è dovuto in parte anche al fatto che le donne cercano di mantenere lo stile di vita precedente alla maternità, mentre la nuova vita da genitore richiede un tempo di rodaggio in cui ripristinare i propri ritmi in armonia con quelli del bambino, inizialmente  potrebbe essere d’aiuto assorbire il ritmo sonno veglia del neonato e riposare molto anche di giorno per fronteggiare al meglio la notte.
I genitori hanno bisogno di tempo per abituarsi alla nuova vita e per conoscere il loro bambino, per imparare a decifrare e rispondere ai suoi bisogni.
Generalmente i neonati tendono ad essere abitudinari, perciò scandire il tempo delle giornate con delle abitudini o dei rituali precisi si è dimostrato di grande beneficio, è probabile che questo tipo di atteggiamento per i piccoli sia molto rassicurante, nel tempo è facile che il bebè risponda sintonizzando i propri ritmi con quelli famigliari.
Le abitudini a cui mi riferisco sono soprattutto le passeggiate, il bagnetto, il massaggio corporeo, le luci notturne e le abitudini in genere della famiglia, non è altrettanto benefico tentare di stabilire arbitrariamente l’orario dei pasti se il bambino è allattato al seno, questo tipo di comportamento oltre ad essere pericoloso per la salute del bebè produrrà l’effetto di ridurre la produzione di latte.

Attachment parenting: alcuni genitori scelgono l’approccio genitoriale dell’attaccamento seguendo il loro istinto, cullando, allattando a richiesta, dormendo insieme, ascoltando, percependo e intuendo, ricercando soluzioni personalizzate di volta in volta, avendo totale fiducia nel saper istintivo dell’essere umano anche in quanto bambino che sa di cos’ha bisogno per il suo benessere.
Alla base di questa cultura si trovano i concetti di D. Winnicot (pediatra e psicoanalista inglese 1896-1971) secondo il quale le frustrazioni del neonato possono ripercuotersi sulla sua psiche futura, o di C. Rogers (psicologo statunitense 1902-1987) che invita i genitori ad accudire i propri figli con empatia, comprensione profonda, atteggiamento non giudicante, ascolto rispettoso e attesa fiduciosa al fine di stimolare al massimo la realizzazione del proprio potenziale.
 Tale atteggiamento si contrappone alla cultura del distacco in cui si da maggior valore a regole esterne alla famiglia, dettate dalla società in cui si regolarizza, teorizza e scolarizza ogni situazione, partendo dal presupposto fondamentale che genitori e figli non siano in grado di cavarsela da soli.

«Di notte, quando non c’era il sole a riscaldarmi, le braccia di mia madre, il suo corpo prendevano il suo posto…»  (Capo Kikiyu dell’Africa Orientale)

Bibliografia utile ai genitori: “Genitori di notte e di giorno” W. Sears, La Leche League “Il bebè è un mammifero” M. Odent, “Bésame mucho” Come crescere i vostri figli con amore Carlos Gonzàlez

Biolcalenda di aprile 2015


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