Comunque, riguardo alle vaccinazioni, il primo grande impostore, che poi ha avuto tanti figli e nipoti, fu Pasteur. Il 19 gennaio 1993 sul quotidiano “Der Tagesspiegel” di Berlino, si poteva leggere sotto il titolo “Ingannati da Pasteur” il seguente articolo: “Con la pubblicazione dei 100 quaderni privati di Pasteur, il piedestallo del pluriosannato chimico e batteriologo ha incominciato post-mortem a vacillare. Il dr. Gerald L. Geison ha scoperto nelle annotazioni personali di Pasteur (1822-1895) una serie di gravi discrepanze e contraddizioni rispetto alle sue opere pubblicate.
Non si tratta assolutamente di sviste ma di ripetute frodi scientifiche. I risultati negativi venivano trascritti da Pasteur in un quaderno per gli appunti personali e non apparivano nelle sue pubblicazioni ufficiali. Commento finale: sicuramente all’inizio dello studio sulle vaccinazioni che animava i ricercatori era il desiderio di trovare una medicina che evitasse alla popolazione di ammalarsi. Ma, visti i risultati ottenuti, ci si sarebbe dovuti allontanare da una medicina da laboratorio o provette ed iniziare a promuovere la salute con la conoscenza delle buone pratiche igienistiche, oltre che quelle psicoemozionali. I maestri erano già apparsi, anche recentemente: Sebastian Kneipp, Manuel Lezaeta Acharan, Edward Bach, Ryke Geerd Hamer…
Emblematico il detto di Einstein: “Se avessi saputo che le mie ricerche avrebbero portato alla bomba atomica non avrei certamente collaborato”; ma ci furono i rari casi di alcuni scienziati, che scoperte alcune cose, invece che pubblicare i loro studi per avere, forse, onori e ricchezze, si guardarono bene dal divulgarle. Perché come non basta avere la bocca per avere il diritto di parlare, non basta conoscere alcune cose per arroccarsi il diritto di andare contro le leggi naturali.
La teoria dei germi, basata sugli studi di Pasteur, Koch, Emil von Behring, Shibasaburo Kitasato, Almroth Edward Wright (1861-1941) e molti altri, ebbe, almeno nel mondo occidentale, un’influenza grandissima anche sulla vita di tutti i giorni e, persino sull’economia. Fu la paura dei germi a far sì che le donne smettessero l’uso delle sottovesti multiple e delle gonne lunghe tipiche dell’etĂ vittoriana e che gli uomini si radessero il viso. Un’altra conseguenza fu la nascita della moderna industria degli apparecchi igienico-sanitari, dei disinfettanti per le case e quella degli accessori usa e getta: carta igienica, assorbenti, bicchieri e fazzoletti di carta, etc.
Un’altra grande scoperta all’inizio del secolo, importante per la medicina e la chirurgia, fu la scoperta dei gruppi sanguigni ad opera del medico austriaco Karl Landsteiner (1868-1943). Grazie a questi si capì finalmente il meccanismo che rendeva incompatibile il sangue di soggetti diversi. Lo stesso Landsteiner scoprì, 40 anni dopo (1940), il fattore Rh, responsabile dell’eritroblastosi fetale.
Nel frattempo, nel 1928, era stato scoperto il primo antibiotico: la penicillina.
Il batteriologo Alexander Fleming (1881-1955) notò che su di una piastra che aveva lasciato vicino alla finestra, si erano formate delle aree di inibizione in cui i germi non erano cresciuti: aveva scoperto il “Penicillum notatum” che aveva un potere inibente sulla crescita dei batteri.
Quando durante la Seconda Guerra Mondiale, fu necessario un farmaco utile per combattere almeno una parte delle numerose infezioni, fu dato l’incarico a un medico australiano Howard Walter Florey (1898-1968), a un chimico ebreo di origine tedesca Ernst Boris Chain (1906-1979) e collaboratori, di far sì che quella sostanza diventasse un farmaco. Vennero impiegati allo scopo ingenti capitali ed al piĂą presto si iniziò a produrre, in America, su larga scala, la Penicillina (1941). Divenne però un monopolio degli alleati, per cui per averla, in Italia, si doveva pagarla “oro” al mercato nero. Nel 1945, il premio Nobel per la scoperta della penicillina fu assegnato, anche per le pressioni del governo inglese, a Fleming, Florey e Chain.
Il primo contraccettivo orale
Quando nacque Margaret Sanger (1879-1966), i contraccettivi erano considerati un crimine in tutto il mondo: sesta figlia in una famiglia cattolica di immigrati irlandesi residente a Corning (New York), all’etĂ di 19 anni, vide la madre, cinquantenne, morire di tubercolosi dopo 11 parti e sette aborti. Diventata infermiera, dedicò la sua vita a rendere legali le pratiche anticoncezionali e a renderle disponibili a tutte le donne; non era affatto soddisfatta degli anticoncezionali allora disponibili (nel 1842 in Europa era stato introdotto il diaframma e nel 1869 il primo preservativo in gomma). Era dal 1912 che Margareth Sanger sognava la “pillola magica” in grado di assicurare alle donne una contraccezione economica e sicura. La sua ricerca ebbe termine quando, nel 1951, incontrò Gregory Goodwin Pincus (1903-1967) un medico esperto in riproduzione umana che era stato appena espulso dall’UniversitĂ di Harward per aver pubblicato un libro sulla fertilizzazione in vitro di uova di coniglio. Pincus fu aiutato dai chimici Russell Marker and Carl Djerassi, mentre la sperimentazione clinica fu condotta, nell’isola di Portorico, dal medico cattolico John Rock (1890-1984). La loro collaborazione portò, nel 1960, alla realizzazione dell’Enovid, il primo contraccettivo orale. In Italia il controllo delle nascite venne legalizzato solo nel 1971.
Nel 1960 avviene la scoperta del modello a doppia elica del DNA da parte di James Dewey Watson (1928-2004) e Francis Harry C. Crick (1916-1953), di cui i militari ne erano giĂ a conoscenza. Nel 1962 Watson, Crick insieme a Maurice Hugh Frederick Wilkins, presero il Nobel per la medicina, per i loro studi sulla struttura degli acidi nucleici e l’informazione genetica.
Negli anni ’60 si inizio anche a parlare di trapianti d’organo. Il pioniere di questi interventi (ai primi del 900) fu uno scienziato francese, trapiantato in America, Alexis Carrel (1873-1944), che riuscì a mantenere vive in piastra cellule umane e poi provò ad effettuare trapianti sugli animali. Il primo trapianto di cuore fu eseguito in Sudafrica nel 1967 da Christian Barnard (1922-2001); i primi trapianti da lui effettuati fallirono perchĂ© mancava la Ciclosporina, scoperta da Jean Borel, (che fu introdotta verso il 1978): si tratta di un farmaco che, inducendo immunosoppressione, impedisce il rigetto (cioè l’aggressione dell’organo “nuovo” da parte del sistema immunitario del ricevente) per cui quei soggetti sopravvissero solo per poco tempo dopo l’intervento.
In Italia il primo trapianto di cuore fu effettuato nel 1985 a Padova da Vincenzo Gallucci (1935-1991); il secondo a Pavia, nello stesso mese e nello stesso anno, da Mario Viganò che fece anche il primo trapianto riuscito di cuore-polmone ed il primo impianto di cuore artificiale permanente.
Il primo trapianto di fegato, fu eseguito nel 1967 in Colorado e nel 1982 in Italia da Raffaello Cortesini. Inoltre è merito di una studiosa italiana: Rita Levi Montalcini la scoperta del Nerve Growth Factor, importante fattore di crescita implicato tra l’altro nella prevenzione di certe malattie come l’Alzheimer; questa scoperta le permise di vincere il premio Nobel per la medicina.
Abbiamo visto come il concetto di “Medicina” si sia modificato durante i secoli.
Inizialmente predominava la concezione olistica, che poneva l’uomo al centro di tutto. Successivamente, soprattutto dal Morgagni in poi, si è passati ad una concezione riduzionistica (studio dell’organo, del tessuto, della cellula, della molecola e, infine, dell’atomo). Questo ha portato ad una esasperata specializzazione che ha fatto sì che venisse posta al centro la malattia e non l’uomo. Ma quanti hanno dato un contributo importante all’arte di curare e guarire? Riteniamo pochi. Anche quasi tutti i premi Nobel per la Medicina hanno studiato solo una parcellizzazione della realtĂ .
Possiamo racchiudere in una mano coloro che hanno dato all’umanità un metodo completo che vada a “curare” la causa delle malattie e non solo gli effetti.
Tralasciando gli antichi, di cui abbiamo poche tracce, e parlando solo degli ultimi due millenni, abbiamo solo Gesù, Mattioli, Hahnemann, Bach, Buteyko ed Hamer, che andiamo a divulgare; abbiamo messo Buteyko, anche se il suo metodo non va alla causa delle malattie, ma ad uno degli effetti (la bassa CO2 interna), perché con tre dita di controllo (per misurare il polso e la pausa controllo) e con alcuni esercizi di respirazione, può guarire da ben 200 malattie!
Ci scusiamo se abbiamo, per ignoranza, dimenticato altri eminenti guaritori.