Nei mesi di luglio, agosto e settembre è possibile mettere a dimora colture orticole che potranno essere consumate durante il periodo autunno-inverno.
Si tratta di impostare l’orto invernale con radicchi vari, cicorie, porri e altre svariate colture.
Tra queste non possono mancare i cavoli, i quali rappresentano i tipici ortaggi caratteristici della stagione fredda (e ricchi di utili proprietà nutrizionali).
È bene dunque organizzarsi, programmando anche i vari trapianti in maniera scalare, basandosi sulle indicazioni fornite dal calendario biodinamico al fine di favorire la miglior radicazione delle giovani piantine.
A tal proposito è bene valutare il “tempo favorevole per trapianti” definito dal moto lunare discendente. Trattandosi di un periodo dell’anno che presenta temperature elevate, sarebbe buona cosa seguire alcuni accorgimenti utili di natura agronomica (nel breve e nel lungo periodo) che possano limitare eventuali problemi alle giovani piantine dati dal caldo estivo o da ondate di calore. Vedere anche Biolcalenda di luglio 2020.
Cavolfiore
Brassicacee (o Crucifere) – Brassica oleracea var. botrytis
In commercio si trovano diverse Cultivar che da Nord a Sud, per quanto riguarda la coltivazione, vengono gestite a seconda di necessità ed esigenze (raccolta scalare, autoconsumo, vendita all’ingrosso etc.). Questo vale anche per altri tipi di cavolo.
La differenza fondamentale che contraddistingue le svariate Cultivar e che ne differenzia l’epoca di maturazione in estiva, autunnale, invernale o primaverile è rappresentata dall’eventuale periodo di basse temperature (vernalizzazione) necessario per la formazione del corimbo (o parte edule).
Le Cultivar precoci non necessitano di un periodo di freddo per la formazione della parte edule e vengono raccolte nello stesso anno in cui sono seminate o trapiantate (e non tollerano il freddo). Quelle tardive, invece, perché si formi la parte edule richiedono un periodo di vernalizzazione di 20-40 giorni con temperature comprese fra 4 e 10 °C circa.
Il ciclo di maturazione dopo il trapianto può variare, a seconda delle Cultivar, dai 60-70 ai 120 giorni e più. Anche questo fattore caratterizza e differenzia le varietà precoci da quelle tardive definendo cicli di sviluppo della pianta più o meno lunghi.
Esigenze pedologiche
Il Cavolfiore si adatta a terreni di differenti strutture pur preferendo quelli di medio impasto, fertili e dotati di sostanza organica. Predilige terreni con pH da 6 a 7.
Terreni con pH da 7 a 8 facilitano gli attacchi e le infestazioni di Ernia del cavolo (per questo come per altri cavoli). Contro l’Ernia del cavolo è importante anche attuare ampi avvicendamenti. Terreni molto argillosi e pesanti non sono perfettamente idonei a questa coltura, e dovrebbero essere migliorati tramite apporto di sostanza organica (humus).
Esigenze climatiche
Anche se si tratta di una specie tipicamente invernale, il Cavolfiore manifesta elevata sensibilità nei confronti degli sbalzi termici e di temperature particolarmente basse. Il periodo di vernalizzazione dovrà coincidere con il superamento della fase giovanile; ciò vale per le varietà tardive.
Le temperature, sia alte che troppo basse, giocano in questa fase un ruolo fondamentale per la corretta maturazione. Comunque ogni Cultivar dispone di tolleranze diverse nei confronti delle temperature.
Esigenze idriche: manifesta grande sensibilità nei confronti della siccità. Gli apporti idrici dovranno essere frequenti ma con volumi ridotti. Va controllata la temperatura dell’acqua proveniente da pozzo poiché, se troppo fredda, può indurre la presenza di piante cieche soprattutto se usata su piante in fase di post-trapianto.
Concimazione
Come per gli altri cavoli, anche il Cavolfiore è un forte consumatore di azoto. Ed è esigente anche per quanto riguarda calcio e magnesio. Risultano importanti anche i microelementi. Come buona norma di base, indicativamente, sarebbe opportuno interrare 200 q.li/ha (circa) di buon compost biodinamico alcune settimane prima della sua messa a dimora (equivalente a 2 kg per metro quadro). Ovviamente questo dato può essere molto variabile, e dipende dalle caratteristiche del terreno. Possono esservi differenze molto marcate tra un terreno in fase di conversione ed un terreno che invece abbia già raggiunto un buon livello di vitalità, e che sia dotato di sostanza organica in percentuale elevata. Dunque occorre valutare volta per volta le esigenze e le necessità di un terreno in termini di nutrienti e fertilizzanti. Molto utile risulta essere anche la pratica del sovescio da attuare all’interno delle rotazioni nel corso degli anni.
È anche possibile (eventualmente) sostenere la fase di post-trapianto con apporti idonei di nutrienti come il macerato di Ortica oppure il macerato di Consolida opportunamente allestiti.
In caso di stress ambientali è possibile usare in fertirrigazione il preparato biodinamico 500k (ogni 8-10 giorni circa), oppure eventualmente anche Tè di compost o funghi micorrizici.
Le coltivazioni a ciclo precoce necessitano di un minor apporto di nutrienti, anche per evitare un eccessivo sviluppo fogliare.
Avversità: per la Cavolaia è possibile usare il Bacillus thuringiensis varietà kurstaki. Per la “pulce di terra” si ottengono ottimi risultati ricoprendo le colture con “tessuto non tessuto”.
Cavolo Cappuccio
Brassicacee (o Crucifere) – Brassica oleracea var. capitata
Le temperature influiscono sul corretto sviluppo delle varie Cultivar (precoci, medio-tardive e tardive). È un forte consumatore di azoto e necessita anche di calcio. Calcio di origine naturale può essere apportato tramite il Litotamnio (sedimenti naturali di origine marina composti da alghe) oppure utilizzando gusci d’uovo finemente triturati.
Questi nutrienti possono essere applicati subito prima del trapianto in maniera localizzata.
Durante il periodo caldo il terreno deve essere mantenuto umido. In seguito, l’apporto idrico va ridotto per evitare spaccature della testa quando è già formata.
Vi sono Cultivar molto precoci, precoci (che non tollerano il freddo) e tardive. Le prime possono essere raccolte già dopo circa 50 giorni dal trapianto, mentre per le tardive si può arrivare orientativamente anche a 90-120 giorni. Le Cultivar tardive per poter maturare necessitano di basse temperature.
Cavolo Verza
Brassicacee (o Crucifere) – Brassica oleracea var. sabauda
Nel cavolo verza si possono verificare fenomeni di prefioritura sulle varietà precoci (oppure sulle varietà primaverili) quando le giovani piantine patiscono temperature elevate o carenze idriche durante le prime fasi di crescita, oppure se trapiantate troppo sviluppate.
Oltre ad essere un forte consumatore di azoto gradisce anche zolfo e calcio. Le Cultivar precoci possono essere raccolte 70-80 giorni dopo il trapianto (per raccolte in settembre, ottobre o novembre); quelle medio-precoci dopo 90-110 giorni dal trapianto (per raccolte da novembre a gennaio); mentre le Cultivar a ciclo medio e tardivo vanno indicativamente dai 100 ai 140 giorni, per raccolte durante tutto il periodo invernale.
Queste ultime sono le migliori per vigoria e qualità; il prodotto di migliore qualità si ottiene raccogliendolo dopo le prime gelate, o comunque dopo i primi freddi.
Anche per il cavolo broccolo vi sono diverse Cultivar. La raccolta inizia dopo 60-90 giorni dal trapianto per le precoci, mentre si arriva ai 120 circa per le tardive. Alcune varietà sono rifiorenti: dopo il taglio sono in grado di ricacciare dall’ascella fogliare “fiori” di dimensioni ridotte.
Per tutti i tipi di cavoli è possibile impiegare il preparato biodinamico 501 prima, o in prossimità, della fase di maturazione finale.
Queste colture sono utili e strategiche poiché consentono il consumo di prodotto fresco (cioè appena raccolto) anche nel pieno della stagione invernale, in un periodo dell’anno in cui risulta importante sostenere le naturali autodifese dell’organismo tramite l’apporto di vitamine e altri nutrienti essenziali. Inoltre i cavoli cappuccio e i cavoli verza (varietà tardive) si conservano bene in pieno campo durante tutta la stagione fredda, e questo fattore consente una raccolta a scalare nel corso dell’inverno.
Foto di Anastasia Pixner su Unsplash