Nello scorso numero abbiamo parlato di un iniziativa presente in Veneto per la diffusione di alberi ed arbusti nella pianura. Abbiamo preso spunto da questa e ne abbiamo raccontato la storia per spingere più persone possibili a parteciparvi.
Abbiamo anche detto quanto importante fosse una siepe all’interno di un orto ma non avevamo lo spazio per descriverne aspetti principali e pertanto ci siamo dati appuntamento in questo spazio per questo numero e per i prossimi, approfittando del fatto che andando verso l’inverno i lavori nell’orto si diradano sensibilmente.
Piccola precisazione per coloro che non fossero riusciti a partecipare all’iniziativa della regione: attenzione non è per forza rinviabile all’anno prossimo questa attività poiché possiamo comunque recarci nei vivai privati che abbiamo nel nostro comune (se siamo fortunati, o nei comuni vicini se non ci sono, addirittura alcuni paesi in diverse zone sono famosi per le attività vivaistiche) per chiedere ed acquistare queste piante che sono anche relativamente facili da propagare. Probabilmente saranno specializzati in specie più ornamentali, ma impegnandosi un poco si trovano sempre vivai che sono attenti a questo tipo di proposta o che riforniscono le aziende agricole locali nei progetti di impianti di siepi o alberature campestri.
Per questo motivo, anche i ritardatari, potranno aderire all’iniziativa in modo autonomo, avendo la possibilità di piantare le piante fino alla prossima primavera.
Ma veniamo quindi a parlare del motivo per cui sia importante avere una siepe all’interno o ai bordi del proprio orto. Le motivazioni che daremo non sono certo elencate in ordine di importanza poiché ogni aspetto ha la sua funzione e la relativa importanza.
Questa è data anche dal tipo di colture che andremo a praticare (che poi variano anno per anno), dal tipo di terreno, dalla localizzazione geografica e da molti altri fattori come la disponibilità di acqua, la presenza di venti dominanti e via via che se andassimo ad elencare completerebbero molti numeri di questa rivista. Già le poche variabili che abbiamo elencato, che potrebbero condizionare o comunque indirizzare la scelta di una specie piuttosto che di un’altra, fanno capire quanti aspetti potremmo o dovremmo tenere in considerazione. Con il nostro consueto modo, però, vogliamo semplificare alcuni concetti per renderli più alla portata di tutti dato che, in ogni caso, “a piantare un albero non si sbaglia mai!â€.
La pianura padana, così come altre zone ora densamente abitate e coltivate, fino a pochi decenni fa (anni 1940/50) era caratterizzata da un innumerevole quantità di siepi che si alternavano con i campi coltivati o li intramezzavano. Questo era il primo elemento di grande fertilità caratterizzante della pianura padana: un territorio geologicamente condizionato e reso fertile dagli apporti dei sedimenti dei fiumi che per migliaia di anni l’hanno attraversata depositando man mano i minerali disciolti dalle pendici montuose da cui avevano origine come torrenti.
L’elemento minerale si sommava all’elemento organico legato all’incorporamento delle foglie caduche e dei rami dei vegetali che anno dopo anno, stagione dopo stagione, naturalmente crescevano e, dopo la morte, lasciavano i loro residui al ciclo naturale degli elementi. Quello che l’orticoltore biologico deve avere come obiettivo è la ricostituzione dello strato di humus superficiale che caratterizzava la pianura prima dell’evento dell’agricoltura intensiva che ha bruciato questa miniera di fertilità .
Dopo aver parlato della funzione di base della siepe iniziamo ad analizzare le positività apportate dalla siepe partendo dal primo aspetto forse più evidente e vantaggioso per noi: la riduzione degli attacchi di insetti parassiti delle colture, grazie ad una azione che potremmo definire di “filtro e banca”.
La semplice azione meccanica di filtraggio dell’area svolta dalle molteplici ragnatele che gli acari (i ragni) andranno a realizzare sulla nostra siepe comporterà la cattura di numerosi insetti che, pertanto, non insedieranno le nostre coltivazioni. Si cita normalmente questa attività perché risulta essere la più evidente e visibile ma nelle zone d’ombra vivono numerosi organismi che normalmente attaccano altri organismi creando un ciclo virtuoso ed equilibrato dove difficilmente un unico tipo di vivente si diffonde incontrastato.
Perché secondo voi le infestazioni dei campi e degli orti avvengono sempre a partire dai bordi dei campi e maggiormente in prossimità delle siepi? Perché gli insetti più mobili tendono ad abbandonare luoghi ostili dove devono continuamente confrontarsi con loro predatori: cercano di invadere gli orti dove trovano cibo a volontà e soprattutto nessun antagonista!
Ritornando alle siepi, quindi, l’azione di attrazione piuttosto che di “abbattimento” degli insetti parassiti, è particolarmente efficiente e “rinforzata†nel caso in cui nella nostra siepe fossero presenti specie con fioritura scalare aumentando così i già numerosi motivi per cui essa sia attrattiva verso molte specie di insetti. Inoltre le siepi fiorite aumentano la presenza di insetti pronubi impollinatori anche a vantaggio del nostro orto. La presenza di fiori aumenta allo stesso tempo la presenza di insetti parassiti delle piante e in particolar modo quelli ghiotti delle sostanze zuccherine contenute nel fiore.
Ecco quindi che andremo a richiamare una folta schiera di organismi a noi tristemente conosciuti come i tripidi (minuscoli insetti visibili ad occhio nudo solo se dotati di ottima vista e buono spirito di osservazione, che si concentrano soprattutto sui calici fiorali pungendo l’ovario e causando una successiva deformazione dei frutti prodotti, tipico di zucchine e cetrioli).
L’aumento della presenza di questi insetti, comporterà un collaterale e immediato aumento della presenza di loro predatori naturali che, nel caso in cui l’attacco dei tripidi si spostasse alle colture dell’orto, non faticherebbero a inseguirli, facendo pochi metri di distanza per spostarsi e controllando quindi anche l’infestazione nel nostro orto.
Oltre ai ragni e agli insetti predatori, le siepi ospitano anche una numerosa schiera di uccelli che si occupano, a seconda della dimensione e delle loro caratteristiche, di diverse funzioni a vantaggio del nostro orto. Per primi citiamo gli uccelli insettivori che attraverso voli radenti sul nostro orto cattureranno una miriade di insetti. Per essere rapidi ma completi, le riportiamo solo un altro esempio di uccello utile: i rapaci che sono fondamentali per mantenere pulizia nel nostro orto verso piccoli roditori come ad esempio i topi di campagna. Attenzione però che necessitano di alberi di dimensione più elevata in altezza.
Chiudiamo con la banca (che in parte abbiamo già presentato) invernale di organismi utili perché nella siepe, negli anfratti, sulle cortecce, sopravvivono una svariata quantità di specie che altrimenti non avrebbero modo di sopravvivere sul terreno nudo (o coltivato) al rigido inverno. Per cui coleotteri (es. coccinelle), ditteri (es. sirfidi), ortotteri (es. libellule) sono le famiglie delle specie più evidenti che sopravvivono al freddo se riparate nelle siepi.
Alla prossima puntata dove inizieremo a parlare di qualche specie arborea e arbustiva con cui cominciare l’orto!