Identita’ perduta: l’agricoltura

 “Piove, governo ladro” c’è un fondo di saggezza popolare nell’imprecazione, altrimenti qualunquistica. Forse coglie intuitivamente (anticipa la teoria delle catastrofi) che anche un evento meteorologico come la pioggia, quando diventa una calamità naturale e provoca alluvioni, frane, crolli, vittime e danni, coinvolge fatalmente chi governa o non governa il territorio.

 Come possiamo chiamare chi “ruba” il suolo, consumandolo con la cementificazione selvaggia, l’urbanizzazione furbesca, il disboscamento, l’abusivismo sistematicamente condonato e con quella cultura del degrado, malattia endemica della modernità che può essere chiamata “capannonite”, quell’estensione indiscriminata dei capannoni che invadono e ricoprono il paesaggio, barricando strade, riducendo a discarica architettonica la campagna?
Una visione puramente monetaria del mondo porta ala perdita d’ogni distinzione, biodiversità, armonia, bellezza, vita. La terra diventa un morto supporto, su cui speculare, su cui le Banche danno credito, i Sindaci fanno voti, i Padroncini realizzano soldi facili.
L’ignoranza regna, scambiata per progresso, fino al disastro. Il sapere qualitativo della “Civiltà Contadina”, in grado di gestire la complessità, è stato sostituito dal complicato meccanismo industriale e poi, oggi, dall’oppio finanziario.
La fantasmatica ricchezza di pochi (sostitutiva della santità medioevale) sembra dominare sull’infelicità della moltitudine umana; che anziché fuggire da tale demoniaco potere, n’è attratta, sottoponendosi volontariamente ad una schiavitù “animica”.
C’è, però chi resiste, sviluppando valori autonomi, diversi, cercando nella libertà del pensiero la distinzione tra la qualità vitale del progresso civile e il degrado quantitativo che spezza il legame tra finanza ed economia.
Economia ed ecologia possono essere considerate sinonimi in un’autentica civiltà umana, n’abbiamo un lampante esempio in quelle oasi dove c’è ancora autentica agricoltura (Biologica e Biodinamica), dove il sapere della complessità naturale è attivo, la ricerca della felicità è connessa con la sobrietà. La salute del corpo, è della mente, il benessere è, nella povertà o dal distacco dall’ossessione monetaria.
Il Denaro, quando diventerà l’unico parametro per definire la realtà, determinerà la scomparirà l’agricoltura, perché il valore monetario della compravendita della terra è infinitamente più alto del reddito agricolo ottenuto coltivandola. Per loro e nostra fortuna ci sono ancora agricoltori sani, che mantengono sulle loro spalle la cura della terra, dell’acqua e dell’aria, la disinquinano e producono cibo autentico. Per fare ciò che fanno devono avere una cultura della complessità che nessun industriale, banchiere, commerciante, scienziato nemmeno s’immagina di sognare. Senza agricoltura non c’è ne civiltà ne progresso.

(Biolcalenda Gennaio 2011)


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