Ormai sono passate alcune settimane, ma il tempo, quello che viene presentato come il migliore dei medici, non ha guarito niente.
Sbagliando tutto nella mia vita, più di vent’anni fà diedi ascolto a mia moglie e cominciai a collaborare con continuità alle sue ricerche sull’onda di una scoperta sua che, era evidente, avrebbe rivoluzionato la Medicina: una scoperta scientifica sì, ma non scientifica e basta. Anzi, una ricerca che fin dall’inizio mise a rischio business multimiliardari e, dunque, con risvolti che con la scienza nulla avevano a che fare.
L’ultima trincea, forse la classica goccia che fa traboccare l’altrettanto classico vaso, è la ricerca che da 15 anni abbondanti conduciamo sui vaccini: tutti o, almeno, tutte le decine di campioni che abbiamo analizzato sono pesantemente inquinati.
A riferire di questo io fui chiamato al parlamento francese, dove andai e tenni la mia presentazione senza problemi, e poi, più tardi, a quello europeo di Bruxelles. Ad invitare mia moglie e me a questo secondo evento fu Michèle Rivasi, deputata francese in sede comunitaria. Il progetto era che noi avremmo dovuto riferire dei nostri risultati in una sala del parlamento e con noi ci sarebbero dovuti essere Andrew Wakefield, il “famigerato” medico inglese reo di aver osato indagare sulla relazione tra vaccini e autismo e per questo delitto radiato dalla professione, e il Premio Nobel Luc Montagnier. Il programma prevedeva pure la proiezione del film Vaxxed, una pellicola che, anche con la testimonianza di qualcuno rilevante nella politica americana, tratta della frode perpetrata dalle autorità statunitensi per nascondere quella imbarazzante relazione.
Un po’ di giorni prima della manifestazione, qualcuno senza volto fece circolare voce che il tutto era stato cancellato. La Rivasi, naturalmente, smentì la cosa. Allora quegli stessi personaggi comunicarono al mondo che c’erano rischi di attentati. Infine, la nostra ministra della salute spedì una lettera ad Antonio Tajani fresco di nomina a presidente del parlamento europeo: quell’evento non s’ha da fare. E Tajani non fece ciò che la dignitĂ di un parlamento pretende ma, ubbidiente, fece cancellare tutto.
Michèle Rivasi, allora, affitta un cinema di Bruxelles e, sotto scorta armata, la conferenza l’abbiamo fatta e il film è stato proiettato. Nei 44 anni in cui faccio conferenze scientifiche mai mi era capitato di parlare in condizioni simili ma, evidentemente, l’argomento è particolarmente sgradito dove, dantescamente, “si puote ciò che si vuole.”
Poi la storia si sposta a Parigi. Michèle è amica del sindaco del secondo arrondissement e gli chiede il visto per proiettare Vaxxed nel suo territorio con tanto di domande e di risposte di un pubblico numeroso che si è prenotato. Permesso accordato, sennonché il sindaco di Parigi va dal suo sottoposto di quartiere e gli intima di ritornare sui suoi passi ritirando il permesso. Detto e fatto. Lo “spettacolo” si è poi tenuto ugualmente, ma in modo carbonaro, comunicando agli iscritti luogo e orario dell’incontro solo all’ultimo momento.
A Londra le cose non furono molto diverse: una sala venne affittata e i soliti senza volto, non riuscendo ad ottenere l’appoggio delle autorità perché i britannici non gradiscono la censura se non altro per motivi di dignità , ne minacciarono il proprietario. Questi, per evitare guai, rese il denaro dell’affitto e preferì dedicare la giornata a spettacoli meno impegnativi. Allora si affittò un’altra sala ma, questa volta, come a Parigi, non si comunicò a nessuno né la sua ubicazione né data ed ora dell’evento. Le diverse centinaia di persone che avevano prenotato l’ingresso hanno ricevuto via mail le indicazioni di luogo e tempo quattro ore prima dell’inizio dell’evento.
A me risulta difficile commentare una serie di eventi del genere e non intendo farlo. I fatti bastano abbondantemente. Già io restai allibito quando, mesi fa, la proiezione del film programmata in senato a Roma fu cancellata con Pietro Grasso, che del senato è presidente, nei panni dell’implacabile censore, ma – pensai – l’Italia non ha mai brillato per rispetto della dignità umana e per libertà d’informazione, tanto da occupare, almeno per quest’ultima caratteristica, un posto di retroguardia nella classifica internazionale, dietro a paesi di cui noi ci facciamo beceramente beffa. Ora vedo che l’atteggiamento si va globalizzando e, quel che è più preoccupante, lo è con l’assenso compatto di chi dovrebbe governarci. Michéle Rivasi è stata addirittura abbandonata dai suoi colleghi di partito e, dunque, resta una voce nel deserto.
I nostri dati sull’inquinamento da particelle nei vaccini sono stati pubblicati: (http://medcraveonline.com/IJVV/IJVV-04-00072.php), attirandosi gli strali di tutta la burocrazia medica. Ciò che può risultare curioso è che molti degli attacchi sono volti a passaggi analitici che semplicemente non esistono, ad una metodologia che è validata da anni perfino dalla Commissione Europea e al fatto che alcuni dei vaccini controllati fossero scaduti. A quest’ultimo proposito va osservato che la scadenza di un farmaco si riferisce alla perdita della sua efficacia dovuta all’invecchiamento dei componenti. Ciò che osserviamo noi, invece, non ha nulla a che fare con questo. Pezzi di acciaio, di piombo, di tungsteno e di leghe davvero insolite hanno la caratteristica di non essere degradabili e, dunque, possono essere osservati senza limiti di tempo e, comunque, in modo del tutto indipendente dallo stato di conservazione del mezzo in cui sono contenuti. Ma questo fa parte delle conoscenze di base della ricerca nanotossicologica e, purtroppo, queste conoscenze sono ignorate da chi recita la parte dello scienziato semplicemente vestendone i panni.
Potrà forse essere interessante tenere conto di come, pochissimo dopo la nostra pubblicazione, l’associazione tedesca per i diritti civili e la salute Agbug e.V. (http://www.agbug.de/) ha rese note le sue analisi su 16 vaccini diversi (https://autismoevaccini.files.wordpress.com/2017/02/analisi-vaccini-00.pdf). Quelle analisi sono tecnicamente molto diverse dalle nostre perché noi cerchiamo materiale particolato e i tedeschi hanno cercato atomi e molecole. Comunque sia, sui loro 16 vaccini, 16 sono risultati contenere mercurio, quel mercurio la cui presenza è negata con veemenza da tanti medici che, naturalmente, non hanno mai messo piede in un laboratorio. Inoltre, giusto a titolo di curiosità , 15 su 16 hanno mostrato di contenere uranio.
Ora è necessario comprendere almeno due cose: la prima è che le due ricerche non discutono l’efficacia dei vaccini ma tutt’altro aspetto; e la seconda è che negare cocciutamente l’evidenza e imporsi con il bavaglio e la violenza dimostra con mortificante chiarezza che i vaccini non dispongono di altro supporto che quello.