Il titolo di questo articolo riprende quello del romanzo di J.W. von Goethe, che a sua volta si rifà alla proprietà degli elementi chimici di avvicinarsi e respingersi secondo loro specifiche simpatie e antipatie, in determinate condizioni.
Il libro non va a finire tanto bene. I protagonisti vengono investiti da un destino tragico e restano in qualche modo vittime della forza attrattiva, che li trascina. Per gli ingredienti possiamo stare più tranquilli, la situazione non sarà mai così grave!
Ci sono delle antipatie radicali, certamente. Ad esempio il pomodoro e la zucca, o altri abbinamenti balzani come potrebbero essere quelli tra alcuni frutti e tuberi, ortaggi o legumi.
Una fragola, ad esempio: nessuno la abbinerebbe mai con una patata o una carota (forse qualche artista della cucina stellata, ma qui alzo le mani e faccio esercizio di spregiudicatezza: io non lo farei mai, ma non escludo che possano esistere dei modi), mentre è abbastanza consueto l’abbinamento con gli asparagi.
Spesso, infatti, le affinità elettive si definiscono in base alla stagionalità: se due ingredienti si presentano in natura nello stesso periodo l’accostamento è più frequentemente possibile.
Tutte le solanacee insieme con il basilico, matrimonio certamente elettivo (anche se la sua adozione è storicamente recente, risale a circa un paio di secoli fa).
Ma anche qui non è detto: provate a mettere insieme zucca e finocchio, che pure crescono entrambi in autunno… anzi, non provate. È meglio! 😀
Però potete provare ad accostare il finocchio a tutte le brassicacee (i cavoli, per intenderci, dai broccoli in avanti) o con i carciofi. Il risultato è ottimo.
Anche la patata, pure di recente adozione si presta a molte affinità. Ma spesso caratterizza l’accoppiata in modo eccessivo: parte come partner di supporto ma rischia di diventare preponderante. Ecco, è un ingrediente un po’ birichino, va gestito con attenzione!
Si potrebbe continuare a lungo, ma nella pratica è importante sempre e comunque sviluppare una propria sensibilità. Mettersi di fronte a un ingrediente e lasciare che “ci parli”.
Ovvero, affidarsi al nostro immaginario, nutrito con l’esperienza, che si metta in relazione all’ingrediente, alla sua natura specifica, e ci dica come esso potrebbe essere utilizzato in una nostra ricetta.
Si parte sempre dalla fine, non dall’inizio, secondo me! Dall’obiettivo finale. Poi per strada, magari, si trovano e si colgono altre occasioni per esplorare la nostra vivanda. Come se fosse un viaggio!
Ecco quindi i due “viaggi” che vi propongo, viaggi di coppia. Il primo più articolato e il secondo più breve: una passeggiata. In questo, addirittura, vi propongo un menage a trois.
Ma cominciamo con il primo, restiamo nella tradizione e presentiamo: signora zucca e signor radicchio. Qui non abbiamo dubbio su chi rappresenti il maschile e chi il femminile.
La zucca, dolce, solare, accogliente, giocosa. Il radicchio che svetta, severo e orgoglioso, con note di amara serietà (condite sempre con un po’ di poesia i vostri Piatti! Fa bene a loro ma soprattutto a voi…).
Le ricette