lotta biologica lumache lucciole Biolcalenda di settembre 2021

Il controllo biologico delle lumache

Con il termine “controllo biologico” (o lotta biologica) s’intende la possibilità di valorizzare e sfruttare i rapporti di antagonismo tra organismi viventi al fine di limitare e contenere organismi che possono risultare nocivi o dannosi.Questo aspetto dovrebbe essere preso in considerazione e valorizzato soprattutto in ambito agronomico (per quel che riguarda l’agricoltura naturale che, notoriamente, deve investire sulla PREVENZIONE) e diviene ancor più importante se pensiamo che i mezzi di controllo diretto ammessi in agricoltura biodinamica non devono avere un impatto nocivo sull’ambiente e che, per questo motivo, spesso rappresentano delle “armi spuntate”.

Per favorire la presenza e l’attività degli organismi antagonisti (anche definiti insetti utili per via dell’azione positiva di controllo e predazione degli organismi nocivi) è importante che vi sia un habitat il più possibile sano, eterogeneo, diversificato e complesso, nel quale non si faccia uso di prodotti chimici di sintesi nocivi poiché spesso gli organismi utili risultano estremamente sensibili alla presenza di veleni e inquinanti vari. Ed occorre dunque investire sulla biodiversità attraverso la difesa dell’habitat.
A tal proposito forse non tutti sanno che anche le temibili lumache (limacce e chiocciole) dispongono di “nemici” che potrebbero contenerne lo sviluppo e la proliferazione. Tra i vari antagonisti naturali delle lumache figurano nematodi, batteri, funghi, virus, coleotteri carabidi, molluschi, artropodi, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi vari che possono essere presenti e attivi a condizione che l’habitat sia ricco, eterogeneo e sano (nei limiti del possibile), che presenti cioè requisiti e caratteristiche tali da consentire l’insediamento e la sopravvivenza di questi organismi.

Le Lucciole
Uno degli antagonisti naturali delle lumache, e uno dei più validi, è senza dubbio la lucciola. Questo curioso insetto rappresenta un indicatore ambientale e biologico di assoluto rilievo poiché di fatto risulta estremamente sensibile alla presenza di pesticidi, diserbanti e altri agenti chimici velenosi. Inoltre la forma adulta si nutre principalmente di polline, nettare e altri essudati vegetali prodotti da alberi e arbusti (come resine e gomme). Dunque per il suo insediamento stabile e duraturo si rende necessaria la presenza di vegetazione in grado di produrre composti nutritivi in via continuativa; ciò avviene grazie alla diversificazione delle specie vegetali presenti in un dato luogo.

Purtroppo attraverso l’urbanizzazione spinta e l’uso di veleni in agricoltura si sta contribuendo sempre più alla scomparsa di questo utile e simpatico coleottero. Le pratiche agroindustriali ne stanno seriamente compromettendo la sopravvivenza. Occorre dunque rinunciare alla chimica di sintesi, e sarebbe altresì doveroso ripristinare aree boschive e fasce boscate ricche di flora come erbe, arbusti e alberi di diverse specie (piante nutrici, mellifere e nettarifere).

Per questo motivo la lucciola è anche considerata un importante indicatore della qualità ambientale.
In Italia sono circa una ventina le specie presenti. Tra le principali figurano Luciola italica e Lampyris noctiluca. L’utilità di questo coleottero, soprattutto in agricoltura, è data dal fatto che lo stadio larvale si nutre principalmente di lumache (chiocciole e limacce); dunque la sua presenza è assolutamente auspicabile soprattutto nelle aree rurali. La forma adulta presenta un notevole dimorfismo sessuale poiché i maschi sono muniti di ali, e per questo motivo volano, mentre le femmine vivono a terra essendo larviformi (nel caso del genere Lampyris) oppure subnormali e brachittere (nel caso del genere Luciola). Maschi e femmine hanno forme completamente diverse, e le femmine non sono in grado di volare ma possono comunque sfruttare la vegetazione per risalire dal livello del suolo e rendersi maggiormente visibili. Nel caso del genere Luciola la luce è emessa da entrambe i sessi, mentre per quanto riguarda il genere Lampyris viene emessa solamente dalle femmine. Ma uno dei fattori che può condizionare in negativo il ciclo biologico delle lucciole è la mancanza di buio… la nostra civiltà attiva 24 ore su 24 produce anche quel fenomeno noto come inquinamento luminoso che può limitare proprio la fase più importante legata alla riproduzione di questa specie. La presenza del buio è determinante per la migliore individuazione del caratteristico segnale luminoso.


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