Cedro – Citrus medica – Fam.: Rutaceae.
La piante cresceva allo stato spontaneo soprattutto sulle montagne della penisola indocinese e nelle calde foreste ai piedi dell’Himalaya, confondendosi con il limone.
La sua coltivazione è possibile in regioni temperate; la sua coltivazione nel bacino del mediterraneo, in Sicilia e in Calabria, lo dobbiamo alle popolazioni arabe dal X° secolo.
I frutti sono simili a un enorme limone rugoso lungo 20 – 30 cm. La quantità di buccia o pericarpo, dato il grande spessore, raggiunge il 60- 70% del peso totale del frutto. L’endocarpo, la parte sugosa, è costituito da un corpo formato da 9-10 spicchi o logge.
Il succo non abbondante è acido, però meno del limone, per questo è consigliato consumarlo allo stato integrale. Il cedro ha virtù terapeutiche non indifferenti, simili e persino superiori a quelle del limone. Il suo limite è la scarsa diffusione e il costo elevato, legato alla maggiore difficoltà di coltivazione è quasi impossibile trovare cedro da agricoltura biologica. Il suo valore terapeutico, si evidenzia negli stati febbrili, nella disidratazione conseguente ai processi di gastroenterocolite, nelle diarree (senza provocare stitichezza), nel colera, nelle malattie della circolazione, nella litiasi biliare, nelle malattie del sistema nervoso; portentoso risolutore degli acidi urici, quindi indicato nei reumatismi, nelle artrosi ed artrite; fissatore del calcio. E’ una panacea in tutti i processi di intossicazione. Concorre ad equilibrare la struttura della cellula ematica e la pressione arteriosa.