Estate, tempo di insalate, e cosa c’è di meglio di una bella insalata multicolore donata dalla natura? Sono convinta che la natura ci fornisca le cose giuste al momento giusto. Come si dice: colto e mangiato dovrebbe essere una buona idea.Le mie insalate sono sempre composte da tanti ingredienti, di solito una dozzina, ed ecco oggi come mi sono organizzata.
La base è sempre il tarassaco, preziosa fonte di magnesio e un vero toccasana per il mio fegato un po’ pigro. Questo bel verde brillante è la prova che in queste foglie è presente molta clorofilla e quindi tanto magnesio, visto che, da un punto di vista chimico, al centro di questa molecola c’è proprio questo componente.
Qualcuno non gradisce la nota leggermente amara del tarassaco, che compare tipicamente dopo la fioritura, ma come è ben noto, ciò che è amaro solitamente fa bene al fegato e devo confessarvi che io non lo sento più.
Al verde delle foglie ho aggiunto i fiori di malva e quelli della borragine, che crescono rigogliose nel mio giardino.
Il colore rosa e l’azzurro indaco di questi petali ben si sposano e risaltano ancora di più con il verde brillante delle foglie. Si sa, anche l’occhio vuole la sua parte.
Questi fiori hanno un sapore dolciastro, specialmente quelli di malva, e contribuiscono ad attenuare l’eventuale amaro del tarassaco. Qualche margheritina non guasta mai, cosi aggiungo anche il bianco e il giallo, e perchè no, ci metto anche qualche fiore di trifoglio rosso, che mi aiuta a contrastare i sintomi sgradevoli della menopausa. Aggiungo qualche fogliolina di basilico e fettine sottilissime di cipolla rossa di tropea, per dare una varietà aromatica.
Per bilanciare i nutrienti uso qualche seme di chia, di zucca e di girasole (se voglio più proteine posso anche mettere un uovo sodo).
Veniamo al condimento: gomasio, olio extravergine di oliva e un cucchiaino da caffè di olio di cocco, giusto per dare un tocco esotico e dolciastro a questo tripudio di sapori e colori.
Nel mio piatto ci sono tutti i colori della tavolozza di un bravo pittore, e il sapore non stanca mai, perché è sempre differente.
Dopo aver gustato tutti i colori socchiudo gli occhi e mi concentro sui sapori, cercando di percepirli tutti. Non sempre ci riesco, ma è un buon esercizio per le mie papille gustative.
Cosi oggi mi regalo questo pasto, ringraziando quella che io chiamo “Intelligenza Universale” per avermi donato tanta bellezza.
La felicità può venire dalle cose semplici.