I principi amari contenuti nel legno quassio rendono il fogliame inappetibile ai vari parassiti. La coltivazione della Terra non è un semplice settore dell’economia: l’agricoltura rappresenta la più alta possibilità umana di favorire e assecondare la Natura.
Il corso sull’agricoltura di Rudolf Steiner del 1924 fu definito “un nuovo inizio strappato al declino dell’Occidente” poiché l’esclusivo orientamento verso la tecnica, la scienza materialista e la redditività come unico obiettivo ha condotto l’agricoltore al forzato impiego dei prodotti dell’industria chimica e al rapido declino delle antiche capacità contadine.
La coltivazione della Terra non è solamente un settore dell’economia; l’agricoltura rappresenta la più alta possibilità umana di favorire e assecondare la Natura.
Il contadino non può non conoscere le leggi e le dinamiche naturali, ed è per questo che in molte tradizioni è il lavoratore più vicino alle Divinità. Basti pensare che agli albori della Civiltà erano i Sacerdoti che si occupavano dell’agricoltura.
Purtroppo con la moderna agricoltura industriale è venuto meno il dialogo tra i vari saperi, arrivando ad avere una estrema specializzazione delle scienze agrarie ma, al tempo stesso, una perdita di visione olistica e organica.
Non si tratta di nostalgia verso un mondo che non c’è più, ma si tratta di stabilire un nuovo rapporto con il vivente, rigenerato e rigenerante (e meno distruttivo).
Si è persa dunque la facoltà (tra le altre) di conoscere e utilizzare la flora spontanea delle campagne, sia per quanto riguarda gli usi culinari, sia per il potenziale utilizzo in ambito agricolo.
Si è persa anche la capacità di comprendere il linguaggio ed il senso di un’erba, poiché diverse specie sono indicatrici delle condizioni e dello stato del terreno.
Attraverso il mondo delle piante è possibile ri-stabilire un rapporto intimo e diretto con la Natura.
Inoltre la gestione intelligente del regno vegetale pone le basi per l’attività della fauna utile (favorendo organismi utili come uccelli e insetti vari).
Prima dell’avvento dei prodotti di sintesi venivano comunemente utilizzate diverse piante (sotto forma di tisana, macerato, decotto) come rimedio per contrastare parassiti o altre patologie.
Una delle piante maggiormente utilizzate nella difesa delle colture dagli afidi era il Legno quassio (Quassia amara) la cui efficacia è stata dimostrata nel corso dei decenni.
La si usa sotto forma di macerato a seguito di una lunga macerazione in acqua. Il tempo di macerazione dipende sempre dalle temperature atmosferiche, e durante il periodo estivo potrà essere indicativamente di 4-5 giorni. Durante la macerazione sarà buona cosa mescolare il tutto un paio di volte al giorno. Oppure si può ridurre il periodo di macerazione a 1 o 2 giorni avendo cura poi di far bollire il tutto per 40-50 minuti; successivamente si andrà a diluire in acqua. L’eventuale bollitura deve essere fatta a fiamma bassa.
Indicativamente si dovranno utilizzare 400-600 grammi di Legno quassio in polvere per 10 litri d’acqua. Dopo la macerazione e/o la decozione si diluirà il tutto con acqua nella proporzione di 1:10 (dai 10 litri iniziali si arriverà ad avere 100 litri complessivi).
Come per la maggior parte dei trattamenti occorrerà utilizzare acqua con pH neutro o leggermente acido; per la misurazione del pH si potrà utilizzare una normale “Cartina Tornasole” mentre per correggere il grado di acidità si potrà aggiungere aceto biologico oppure limoni biologici.
Il tutto andrà poi irrorato sul fogliame nel tardo pomeriggio/sera avendo cura di ottimizzare il getto tramite una appropriata nebulizzazione, in modo da garantire una stesura omogenea sulla vegetazione.
Tra i vari prodotti per trattamenti fogliari è certamente uno dei più rispettosi per l’equilibrio biologico; non danneggia api e insetti utili vari.
Il meccanismo d’azione è molto semplice: i principi amari che questa pianta contiene rendono il fogliame inappetibile ai vari parassiti (contiene la quassina, una delle sostanze più amare che si trovano in natura).
Svolge anche una blanda azione come antiparassitario, per contatto diretto o ingestione, simile a quella del Piretro naturale. Non è tossico o nocivo per l’uomo e per gli animali, ed è innocuo per api e altri insetti utili; ovviamente è totalmente biodegradabile. Il formulato in polvere permette di ottenere una migliore resa.
Lo si potrà miscelare anche con altri rimedi compatibili (ad esempio zeolite in polvere fine), ed occorrerà ripetere i trattamenti con una certa periodicità in modo da garantire la copertura della vegetazione durante i periodi critici.
Per incrementare adesività e persistenza si possono aggiungere 100 grammi di sapone di Marsiglia su 100 litri (sapone di Marsiglia naturale, neutro e privo di additivi). In questo modo si evita l’uso di prodotti nocivi e inquinanti. Dato il sapore amaro del Legno quassio bisognerà evitare trattamenti in prossimità della raccolta, poiché frutta e verdure potrebbero risultare di sapore amaro…
Per limitare i danni causati dall’Oziorrinco (Otiorhynchus cribricollis) si può realizzare una miscela costituita da Quassia amara, caolino e zeolite (chabasite) che andrà impiegata ogni 2 settimane circa.
Per la Mosca dell’Olivo (Bactrocera oleae) può risultare efficace un mix costituito da Quassia amara, zeolite (chabasite) e propoli con trattamenti effettuati ogni 3 settimane circa. Ciò potrà contribuire a ridurre il danno provocato da questo fitofago. Va ribadito che la frequenza dei vari trattamenti ed il numero di interventi dipendono da molteplici fattori e possono variare.