Il quadrato rappresentava la Terra, la stabilità, la sicurezza, ma era anche il simbolo della salvezza e della salute, mentre il rombo indicava l’uomo.
Il quadrato, il doppio quadrato (forma magico-religiosa molto usata dagli Ebrei), il rettangolo in sezione aurea erano spesso impiegati dagli Egizi come moduli nell’architettura del tempio, della mastaba* e, soprattutto, della piramide, considerata l’axis mundi, con l’apice simboleggiante il più alto grado di spiritualità e i gradini la struttura del cosmo.
Il triangolo equilatero simboleggiava l’equilibrio, l’armoniosità vitale e, nella liturgia cristiana, Dio: in un triangolo equilatero era inscrivibile il prospetto del tempio di Salomone, la cui pianta si basava invece sul triplo quadrato. Frank Lloyd Wright spiega nel Testamento che il Primo Tempio Unitario realizzato a Madison (Usa) nel 1949 «è basato sul triangolo (simbolo dell’aspirazione), in forma di persona orante, e simboleggia l’unità suprema».
Iohnson Building a Racine (1939)
Wright ha fatto spesso uso di combinazioni di sistemi geometrici: quadrato e cerchio nel Johnson Building a Racine (1939), rettangolo e triangolo rettangolo a 60 e 30 gradi nella Willey House di Minneapolis (1934); quadrato ed esagono nella St-Mark Tower a New York (1929); rettangolo e triangolo equilatero nel St-Marcos in the desert a Chandler (1927), senza contare la forma a spirale (simbolo dell’eterno divenire o dell’itinerario della conoscenza umana verso la Sapienza divina) del Guggenheim Museum.
Guggenheim Museum
La forma a uovo era il simbolo del principio vitale, germe della creazione, tanto che talvolta l’ovale contiene i quattro elementi: acqua, fuoco, aria e terra. Nelle chiese copte e nelle moschee indicava invece la promessa di resurrezione. Con l’esagono si evocava la milizia celeste che, come scudo di protezione, allontanava gli spiriti maligni.
Al pentalfa (stella a cinque punte con pentagono centrale) si attribuiva il potere magico di annientare le forze malvagie e mantenere l’uomo in buona salute. Pitagora lo considerava simbolo dell’armonia e della fratellanza e vedeva nel pentagono centrale il fulcro dell’armonia universale. La stella in generale è una forma ricorrente nell’architettura di Mario Ridolfi perché «si presta a tutte le applicazioni, c’è in natura, consente una maggiore compenetrazione tra i volumi, gli elementi non si respingono, ma si possono incastrare, aggiungere. Poi perché le stelle stanno in cielo».
L’architettura di Mario Ridolfi
La croce rappresentava in tempi remoti l’uomo, in altre civiltà era il simbolo che sconfiggeva la morte e diventava un potente talismano se inserita nel cerchio o nel quadrato. Nelle decorazioni murarie di alcune chiese cristiane la croce era formata da sette o nove formelle quadrate di nove o dodici centimetri o, se di religione ortodossa, da cinque o tredici (lo zodiaco più il sole al centro) quadrati. Altre volte la croce rappresentava la quintessenza e – uno per braccio – i quattro elementi; oppure la rosa dei venti, che veniva commisurata all’uomo. Il vento del nord esprimeva l’intelligenza, a est l’amore e il cuore, a ovest la morte o l’ignoto, a sud la passione.
Anche i numeri rivestivano un ruolo molto importante nel mondo simbolico, perché considerati espressione dell’ordine divino. Davano un valore preciso alle lettere, tanto che le parole potevano essere espresse in numeri. Inoltre, l’associazione di numeri e forme geometriche definivano i sistemi del mondo e potevano aumentare i poteri magici: per esempio, l’otto è il numero dell’equilibrio, rappresenta più compiutamente la rosa dei venti e definisce l’ottagono, figura che sta tra il quadrato e il cerchio, tra la terra e il cielo, evocante la resurrezione di Cristo.
All’otto è legata l’immagine della Madonna (dalle otto virtù: tre teologali, quattro cardinali e l’umiltà), alla quale sono dedicate molte chiese a pianta ottagonale orientate con l’abside verso est, nell’esatta posizione del sole nascente all’8 settembre, giorno della natività di Maria e dell’ingresso del Sole nella costellazione della Vergine.
La Madonna è quindi fonte di vita, come il fonte battesimale lo è di grazia: molti battisteri, nei quali l’uomo rinasce in Dio, hanno forma ottagonale, così come i mausolei in relazione al concetto di morte e resurrezione che accompagnava i defunti.
La storia di Santa Maria del Fiore a Firenze è costellata di otto: ottagonali sono la struttura della cupola e l’impianto delle tre absidi incastrate in un vano centrale anch’esso ottagonale, fu consacrata l’8 settembre 1296, otto furono gli esperti incaricati nel 1367 (la cui somma è 17: 1+7=8) di dare indicazioni per la copertura.
Ancora oggi il mondo pagano e quello orientale attribuiscono all’otto un significato estremamente positivo: è tuttora vivo nel ricordo l’8/8/1988, quando migliaia di persone corsero a sposarsi o a concludere gli affari in sospeso, dando ragione a Pitagora che sosteneva che tutto si regge sui numeri.
Ai numeri si ricorreva anche nella progettazione dei labirinti, che spesso indicavano l’esistenza dell’uomo, al centro del quale era il mistero: la morte o la vita eterna.
Per esempio, il numero sette era per lo più collegato ai labirinti su base quadrata, presenti in molte chiese nella pavimentazione o nella decorazione verticale, mentre il cinque riguardava i labirinti poligonali e il tre quelli circolari e ovali. Tale e tanta attenzione verso le forme geometriche non può non interagire con l’astronomia e l’astrologia.
Molte città vantavano una propria originale dipendenza delle costellazioni: Lucca si trovava sotto il segno del Cancro, Firenze sotto l’Ariete, Pisa sotto la Bilancia (ma la piazza dei Miracoli ha come riferimento simbolico la costellazione dell’Ariete). Era ed è un modo per cercare una o più protezioni adeguate al proprio elemento e al proprio segno.
Così alle geometrie corrispondenti ai segni di fuoco, terra, aria e acqua (rispettivamente il triangolo, quadrato, cerchio e pentagono) se ne sono aggiunte altre, una per segno zodiacale che, inserite una nell’altra, hanno un grande potere talismanico per guidare e proteggere l’uomo dalle forze malefiche.
Non si sa però se questi scudi siano in grado di influenzare le scelte progettuali. Oggi, comunque, non saremmo capaci di decifrarne il significato simbolico. Né, forse, ci interesserebbe, presi come siamo dai fatti materiali: l’architettura, in quanto microcosmo mutevole e dimensionalmente importante, contiene ancora una carica simbolica, ma è sempre più legata alle nuove espressioni della potenza economica, del sapere scientifico o del significato delle istituzioni.
* Il termine mastaba indica in dialetto arabo egiziano la panca di terra o mattoni costruita dai contadini davanti alle case rurali, e la cui forma trapezoidale ricorda le strutture esterne delle tombe dell’antico Egitto, forma primordiale delle piramidi.