Come anticipato nell’editoriale a pagina 3, apriamo questo spazio in forma di dossier, per dare voce ai nostri collaboratori sul tema dei cambiamenti climatici, un tema portato alla ribalta dalle iniziative di una giovane adolescente, Greta Thunberg, animatrice del movimento Friday for future, promotore di una serie di iniziative che hanno visto scendere in piazza giovani e giovanissimi che hanno condiviso il messaggio di Greta e che hanno chiesto, anzi preteso, che i governanti di tutto il mondo si facciano carico di questo problema e che trovino le soluzioni più appropriate.
Sull’onda di questo movimento si sono innestate altre iniziative in vari stati del mondo e una in particolare merita di essere citata per la originalità e l’efficacia della protesta. A Londra, in pieno centro, migliaia di adolescenti hanno paralizzato la città con una grande campagna di disobbedienza civile. Si sono dati un nome, Extinction Rebellion, hanno adottato un simbolo, la clessidra, si professano nonviolenti e, come forma di lotta, praticano la resistenza passiva. Si sono sdraiati per terra bloccando il traffico e costringendo la polizia ad intervenire.
Le scene raccontate dalle riprese televisive erano davvero scioccanti: vedere dei ragazzini di 12-13 anni opporsi con convinzione all’azione di sgombero della polizia, restando fermi sulla loro posizione, e l’azione, non violenta, degli agenti che cercavano di convincere i giovani a sgomberare, faceva un certo effetto. Si notava da una parte l’ingenuità ma anche la determinazione dei giovani e, dall’altra, la volontà della polizia di non infierire su quei corpi fragili e inermi. Veniva da pensare che quegli agenti potevano essere i genitori, i fratelli, gli amici di quei ragazzini e che quindi si instaurasse una forma di complicità sull’idea della necessità di portare avanti quella protesta.
Singolare anche il modo in cui si è conclusa: dovendo sollevare a peso ogni persona senza usare violenza, ci volevano quattro agenti per ogni manifestante; calcolando che sono stati fatti più di mille arresti, si sono dovuti impiegare più di quattromila agenti e a un certo punto non c’erano più agenti a contrastare la protesta. Il risultato comunque è stato premiante per i giovani che hanno visto il Parlamento britannico mettere all’ordine del giorno l’impegno a discutere e a prendere provvedimenti adeguati. Di fronte a queste scene si fa fatica a pensare che non siano spontanee e che dietro ci siano delle macchinazioni o dei complotti che usino i giovani per scopi che non siano quelli dichiarati. Ma potrebbe anche essere, e per questo nel nostro dossier diamo spazio anche a queste tesi, lasciando al lettore la possibilità di giudicare, avendo gli strumenti adeguati.