Guardando il nuovo sito della Biolca, www.labiolca.it alla sezione dedicata al “Dossier vacciniâ€, mi ha colpito il commento di una nostra lettrice: “Con grande gioia ho letto i vostri articoli per quanto riguarda le vaccinazioni. Io sono presente in tutte le chat inimmaginabili per essere informata ma ho notato che c’è parecchio ritegno ad esprimere e tantomeno pubblicare la scomoda verità . Aver trovato informazioni nel vostro sito mi ha rincuorato! Bravi! E un grazie di cuoreâ€.
E io rispondo “Grazie!†alla nostra lettrice perché ci conferma nel lavoro che stiamo portando avanti, adesso con le vaccinazioni, ma da sempre con i temi della salute, dell’ambiente e della qualità della vita in generale. Grazie perché ci dà la forza per continuare e per portare il nostro piccolo, ma importante per noi, contributo al miglioramento di questo nostro mondo meraviglioso che, purtroppo, è minacciato da tante parti: cambiamenti climatici, inquinamento, guerre, cataclismi e non ultimo una guerra nucleare dalle conseguenze apocalittiche.
Qualcuno ci ha fatto notare che ormai queste cose sono inevitabili e non si possono più fermare e noi siamo dei poveri illusi che pretendono di combattere contro i mulini a vento. Sì, può darsi, ma questo non ci esime dal prenderci le nostre responsabilità e continuare a lottare e continuare a sperare perché quante più persone prendano coscienza di questi problemi e facciano quelle scelte che permetterebbero, ancora, di salvare il mondo. Ma per fare delle scelte bisogna essere informati e soprattutto porsi in maniera critica nei confronti delle informazioni che ci vengono passate.
Assistiamo in questi giorni alla pubblicità martellante e univoca a favore dei vaccini: il loro scopo sarebbe quello di prevenire certe malattie, morbillo, pertosse, meningite, … e quindi uno scopo nobile. Peccato che, allo stesso tempo, la Comunità Europea, proroga l’uso del Glifosate, nonostante lo IARC abbia dichiarato che è un probabile cancerogeno e nonostante il pronunciamento di più di un milione di cittadini europei che tramite una petizione si erano espressi contro la proroga.
Da una parte ci propinano i vaccini per farci star bene, dall’altra ci propinano veleni per farci ammalare: quale può essere la logica di questi comportamenti? Non certo il nostro benessere ma il benessere in termini di profitti delle multinazionali. Non è un caso che ci siano progetti di fusione fra multinazionali del farmaco e multinazionali dei prodotti usati in agricoltura: antiparassitari, diserbanti, insetticidi, tutti prodotti che stanno avvelenando il mondo e i suoi abitanti.
Si potrebbe dire che stanno realizzando una loro economia circolare, non quella della natura che tramite un ciclo di trasformazioni virtuose riesce a garantire la vita a un numero illimitato di creature senza lasciare rifiuti, ma quella delle multinazionali che tramite pochi passaggi stanno avvelenando il cibo, l’aria e l’acqua, stanno trasformando l’uomo potenzialmente sano in uomo costantemente ammalato (e quindi dipendente dalle medicine delle multinazionali) e stanno soffocando l’ambiente con una montagna di rifiuti non degradabili.
Ma quello che fa più paura è questo lento ma progressivo adattamento culturale a questo sistema: già nel 1932 Aldous Huxley in un suo celebre aforisma dichiarava “la medicina ha fatto così tanti progressi che ormai più nessuno è sano†(Il mondo nuovo). Se, allora, poteva essere una provocazione, adesso, purtroppo, è realtà e lo si può verificare se abbiamo la necessità di andare in ospedale o dal medico: una delle prime cose che ti chiedono è quali medicinali prendi. Domanda comprensibile ma non altrettanto comprensibile è lo stupore del medico se tu gli dici che non prendi nessuna medicina. Come minimo ti guarda con sospetto, quasi tu volessi prenderti beffa di lui. Insomma si dà per scontato che tutti dobbiamo prendere una qualche medicina chimica.
Ecco allora, ritornando al discorso di partenza, che non possiamo più fidarci delle fonti ufficiali per costruirci una nostra opinione. Se la medicina, invece di mantenere la salute crea sempre più malati, se la sanità è diventata la principale industria del paese, se la ricerca è finanziata dalle case farmaceutiche, forse a questo punto dobbiamo porci delle domande.