Abbiamo detto che il paese deve la sua nascita alla realizzazione dell’invaso contenente le acque di due canali che arrivano a incontrarsi-scontrarsi tra loro. Fino al 1189-1201 Battaglia era sicuramente sia un luogo di passaggio che un terreno paludoso.
Due cose che stanno male assieme ma in quell’epoca stagni, paludi, boschi e canneti convivevano col passaggio di merci tra Padova, Monselice ed Este (ne è testimonianza il relitto di boschetto igrofilo in mezzo alle vigne delle Valli Selvatiche, difeso e preservato dal gruppo ambientalista LaVespa).
Dopo il 1201, col passare degli anni, Battaglia comincia a delineare, grazie all’acqua imbrigliata, un nuovo paesaggio: una manciata di case, un ponte, mulini e natanti. Tutto retto da un’opera idraulica: l’Arco di Mezzo. Pochi, anche nel paese stesso, sanno di una sua caratteristica particolare: l’aver due sponde sinistre e due sponde destre. L’Arco di Mezzo (quello odierno è molto diverso dal primo manufatto del 1200), che si trova al centro del paese, è la struttura che permette il passaggio delle acque dei due canali, attraverso il salto di una cascata(dai 4 ai 7 metri di altezza), nel canale sottostante, il Vigenzone. Posizionandosi di fronte all’Arco avremo, visto che le sponde si determinano guardando la sorgente: verso Padova la sponda sinistra dal lato dei colli e la sponda destra dalla parte del mare; girandoci verso Monselice, la sponda dei colli diventerĂ destra e quella del mare sinistra. Una peculiaritĂ che, dal punto di vista della navigazione, divide il paese in due ma non è l’unica. Scendendo da Padova la barca va “a seconda”, cioè seguendo la corrente ma appena si passa l’Arco ecco che si viaggia verso Monselice remando controcorrente e vicersa nella direzione contraria..
Immaginatevi quanto queste caratteristiche fossero importanti nel XIII secolo, quando le barche viaggiavano grazie alla corrente, ai remi o trainate da cavalli. La vera novitĂ fu comunque la grande forza che derivava dalla corrente dei due canali, sia lungo il loro corso, che particolarmente quella prodotta dalla cascata e questo non sfuggì ai podestĂ padovani che permisero la nascita dei primi mulini ma ne mantennero la proprietĂ . L’energia prodotta dalla cascata sarebbe servita contemporaneamente a far girare gli ingranaggi dei mulini e a spingere le barche verso il mare dando il via alla nascita di un villaggio protoindustriale!