L’iride è un recettore?

Riprendo questo titolo da un articolo di Vincenzo Di Spazio*, che propone in modo estremamente efficace e innovativo l’esame dell’iride;

 non solo e non più come “cartina geografica” di organi e funzioni, ma come registro di memorie di vita, anche embrionale, e di traumi che ognuno di noi porta, più o meno coscientemente, con sé, fino alla morte …e oltre. E sull’iride si può interagire direttamente, come nella riflessologia plantare, auricolare ecc…

Scrive Di Spazio:

“Fino ad oggi abbiamo sostanzialmente considerato l’iride come un modello somatotopico, una cartina geografica rappresentativa dei diversi organi, delle ghiandole endocrine ed esocrine, dell’apparato osteoarticolare, delle strutture nervose centrali e periferiche.  A differenza però di altri modelli rappresentativi come il piede e l’orecchio, l’iride consentiva fino ad oggi la limitata possibilità di una sua lettura, ma precludeva il sogno di una precisa interazione con essa.  Cosa si intende con interazione? Si intende il diretto intervento su una massa o una superficie corporea, capace di promuovere una risposta, un riflesso codificabile.

Noi possiamo intervenire sulla superficie del piede mediante la digitopressione e sull’orecchio mediante l’infissione di aghi, obbligando il corpo ad una reazione (dolore, calore, attivazione di un riflesso nervoso locale o remoto). Ma come possiamo interagire con l’iride, in altre parole colloquiare con essa? L’unica forma di stimolazione conosciuta, in grado di non danneggiare questa sensibilissima struttura, è la luce”.

Tentativi in questa direzione sono già stati condotti nel recente passato dai ricercatori russi, senza peraltro produrre risultati scientificamente attendibili. L’iride risponde in modo sufficientemente chiaro alla stimolazione con la luce. Le mie più recenti indagini hanno evidenziato la possibilità concreta di costruire uno  schema cronobiologico applicabile alla lettura dell’iride”.

La fotostimolazione iridea (iridial photostimulation) è una nuovissima metodica che si basa sul presupposto teorico della fotodinamicità dello stroma irideo.

 Per effetto fotodinamico si intende la reazione alla luce immediatamente o dopo la cessazione dello stimolo luminoso, attivandosi o modificando la sua azione. Questa capacità di rispondere alla luce da parte dello stroma irideo è stata scoperta da Di Spazio nel1999  e apre incredibili scenari di ricerca in campo iridologico. Innanzitutto l’iride sembra reagire in modo complesso alla stimolazione luminosa, soltanto quando quest’ultima venga effettuata su aree ben precise dello stroma sulla base di un modello cronologico e non somatotopico. -Il modello somatotopico è quello che viene universalmente riconosciuto in iridologia e consiste nella teorica proiezione di organi e apparati sulla superficie dell’iride (iridial surface).-

 Il modello cronologico corrisponde invece ad una griglia radiale, che suddivide l’iride in 60 differenti spicchi di 6° ciascuno. Ogni spicchio corrisponde ad un arco temporale di 12 mesi di vita (un anno solare), che a sua volta corrisponde alla sequenza alternata di 365 cicli di luce-buio. In questo modo si proietta sull’iride una griglia temporale di 60 anni di vita con inizio e termine alle ore 12 (facendo collimare l’iride con il quadrante dell’orologio).

La lettura del tempo avviene in senso antiorario per ambedue gli occhi. In questo modo i classici segni iridei (lacune, pigmentazioni, anelli di contrazione, etc.) indicano momenti critici della vita di una persona, dove la risposta somatopsichica viene intensamente esaltata dall’azione di stressors esterni, che determinano conflitti emozionali in grado di produrre determinate somatizzazioni (sintomi, disturbi e malattie).  Il segno irideo deve essere letto secondo questo nuovo modello come unità cronospaziale, contenente cioè una coordinata temporale (l’età, in cui si manifesta un evento traumatico con conseguente conflitto emozionale) e una coordinata spaziale (la porzione corporea, sede di quella specifica somatizzazione).  Questa unità cronospaziale corrisponde inoltre ad una traccia mnestica, si ricollega in modo preciso alla memoria (inconscia, neurosensoriale e somatica) di un evento vissuto. L’iride riporta così il ricordo delle nostre esperienze dolorose secondo un linguaggio morfocromatico unico e individuale. La somatotopia (la proiezione di organi e apparati) si evidenzia come la manifestazione finale di un complesso meccanismo psicosomatico, che trae origine da conflitti emozionali irrisolti. Fondamentale in questa lettura è l’attenta anamnesi dei sintomi del paziente e la ricerca di eventi, che possano aver influenzato la condizione clinica del medesimo.

E’ indispensabile risalire alla possibile causa scatenante (stressors) e individuarne correttamente la posizione sullo stroma irideo.Es: la separazione dei genitori al 15° anno di vita può corrispondere ad una lacuna iridea alle 9,10 a destra nella paziente di 25 anni, che lamenta emicrania destra da circa 5 anni. La fotostimolazione della lacuna può determinare nel soggetto l’attivazione di un riflesso in sede cefalica, avvertito per esempio come un senso di tensione nella stessa area. La comparsa di questo fenomeno indica che lo stroma irideo ha tradotto un segnale elettromagnetico (la luce) in un segnale nervoso, così come avviene a livello retinico per il processo di visione.

 Il risultato di queste ricerche presuppone l’adeguamento delle proiezioni di organi e apparati sull’iride come diretta dipendenza dal modello cronologico sopramenzionato. Immodificabile rimane soltanto la suddivisione temporale dell’iride in 60 spicchi, griglia radiale uguale per tutti. La fotostimolazione dell’iride consente per la prima volta in assoluto di interagire con questa complessa struttura, così come accade per l’auricoloterapia, l’agopuntura e la riflessologia plantare. Lo stroma irideo si configura come impalcatura di una centrale nervosa in grado di attivare una risposta neurosensoriale, se opportunamente stimolata con la luce in punti precisi.

Non dimentichiamo che per più di 120 anni l’iridologia è stata pesantemente condizionata dal limite delle teorie speculative, essendo negata in modo costante la possibilità di creare una diretta interazione fra osservatore e iride. Possiamo affermare invece che l’iridologia rientra a pieno titolo nel numero delle metodiche riflessologiche, anche se il suo cammino è ancora lungo. Esponiamo adesso un  caso di fotostimolazione, che indica in modo chiaro l’attivazione di specifici neuroriflessi.

F.G., 45 anni, soffre da circa un decennio di pollinosi alle betulacee. I sintomi classici sono congiuntivite, rinopatia con prurito nelle fosse nasali e ancora broncospasmo episodico. Dall’anamnesi personale emerge un grave lutto al 35° anno di vita, la morte della figlia di 2 anni per meningite. All’osservazione iridologica si denota un piccolo gruppo di 3 lacunette aderente al margine esterno della siepe alle ore 5,00 circa dell’occhio sinistro.  La stimolazione luminosa eseguita focalmente sulle lacunette produce nella paziente un senso di stanchezza, di generale astenia. Spostando il punto luminoso verso il margine ciliare nella doccia creata dal diradamento delle fibre stromali, viene avvertita dalla paziente una sensazione di prurito nelle fosse nasali, cioè lo stesso sintomo lamentato in periodo primaverile. Un secondo passaggio di luce sulla medesima area produce un nuovo riflesso in sede toracica, descritto come un senso di oppressione nella respirazione. In altre parole la fotostimolazione iridea ha eccitato una memoria neurosensoriale (prurito nelle cavità nasali e dispnea), che si collega in modo diretto a un conflitto emozionale vissuto da F.G. nel periodo compreso fra 34 e 35 anni. Quanto emerso dalle sperimentazioni condotte mediante questa nuovissima tecnica, impone una rilettura critica del bagaglio di conoscenze in ambito iridologico e consente l’apertura verso mondi ancora inesplorati.**

* Vincenzo Di Spazio, medico iridologo e naturopata, dal 1994 è professore incaricato di iridologia all’Università di Urbino. Si occupa di cronoiridologia e su questo tema ha pubblicato “Agegate” nel 1997. Vive e lavora a Bolzano.
** Cfr.  http://www.iridologyst.org/iridostimolo

(Biolcalenda Ottobre 08)


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