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Ritmi biologici e motilità  pupillare

I ritmi biologici, di grande attualità ed interesse anche nel campo delle meteoropatie e delle climatopatie, costituiscono oggi una importante branca degli studi universitari di tipo medico-biologico

E’ conosciuta come cronobiologia ed è legata agli eventi cosmici perché molti dei ritmi biologici sono legati sia al movimento di rotazione della Terra (ritmi circadiani), sia al movimento della luna intorno alla Terra (ritmi circatrigintani) come pure al movimento di rotazione della terra intorno al sole (ritmi circannuali).
Le nostre reazioni biologiche sono regolate da milioni di anni da questi ritmi e da questi orologi speciali, che seguono gli eventi ritmati della vita, del nostro pianeta e del sole. Tutti i ritmi sono una proprietà fondamentale della materia vivente. Si osservano non solamente negli organismi altamente specializzati, ma si possono trovare persino a livello cellulare e molecolare.
Alberto Oliverio, uno dei maggiori studiosi in campo mondiale di cronobiologia, così puntualizza, nella sua prefazione a “Orologi biologici” in Quaderni delle Scienze N° 9 dell’Ottobre 1983, a proposito delle ricerche e scoperte in questo campo così vasto, affascinante ed in parte ancora oscuro della scienza umana e biologica:

“La maggior parte dei  fenomeni biologici hanno un andamento ritmico: queste fluttuazioni cicliche possono essere sincronizzate da fattori ambientali come il ciclo giorno-notte, il ciclo lunare o l’alternarsi delle stagioni oppure possono essere regolate autonomamente da quelli che sono stati definiti orologi biologici, complessi meccanismi che influenzano in maniera ciclica numerose attività dell’organismo, secondo un ritmo interno, indipendente dai fattori esterni. Per molto tempo gli orologi biologici dei vegetali o degli animali sono stati semplicemente descritti dai botanici o dagli zoologi in termini di meccanismi insondabili e meravigliosi: negli ultimi decenni, invece, lo studio degli orologi biologici ha costituito un importante capitolo delle scienze biologiche; si tratta di ricerche che spaziano dalla genetica alla neurofisiologia, dall’etologia e l’ecologia alla biochimica.

L’analisi dei ritmi biologici costituisce, infatti, un campo multidisciplinare della biologia in cui si è passati da aspetti prevalentemente descrittivi a ricerche analitiche che hanno permesso di chiarire i meccanismi di regolazione genica, la sede cerebrale di alcuni orologi biologici negli uccelli e nei mammiferi, le caratteristiche neurobiologiche dei centri nervosi responsabili di queste attività. Il problema degli orologi biologici non riguarda però soltanto gli invertebrati o i mammiferi inferiori ma l’uomo stesso: le ricerche sull’uomo, centrate inizialmente sui meccanismi del sonno e delle alternanze sonno-veglia, si sono sviluppate verso diversi aspetti fisiologici, clinici e comportamentali.
È stato così osservato che molte attività fisiologiche umane – dalla secrezione di ormoni alla mitosi cellulare – sono organizzate in maniera ritmica, con periodo che si avvicina alle 24 ore.

Le ricerche sull’uomo hanno notevoli implicazioni cliniche in quanto indicano come la sensibilità ad alcuni farmaci sia diversa durante il giorno o la notte o come alcune prestazioni psicofisiche varino nell’arco della giornata, così come alcuni stati umorali presentino un andamento ciclico con “alti” e “bassi” di notevole entità.
Queste ricerche hanno anche importanti implicazioni per la medicina e l’igiene del lavoro; esse indicano anche che la macchina umana, benché dotata di una notevole plasticità ed adattabilità all’ambiente, ha pur sempre dei limiti che non è possibile sorpassare se non a prezzo di vere e proprie patologie. Quest’ultimo punto, indicatoci dalla cronobiologia umana, va oltre il significato contingente dei ritmi nell’uomo e sottolinea che non è possibile ignorare la nostra natura biologica e logorare troppo la macchina umana se non a prezzo di malattie e disagi psicologici”.

La presentazione di Oliverio serve anche ad introdurre qualche nota sui ritmi biologici o stimoli ciclici. Cosa si intende per sincronizzatore biologico? Un sincronizzatore biologico è ogni fattore ambientale che presenta variazioni cicliche capaci di modificare uno o più parametri che contribuiscono a caratterizzare un bioritmo.
Abbiamo così un tempo circadiano umorale, cellulare e nervoso, completamente diverso dal tempo ambientale. Gli “oscillatori endogeni” più studiati ed importanti per l’organismo umano ed i vertebrati sono la retina, il complesso pineale (occhio/organo parietale) ed i nuclei soprachiasmatici dell’ipotalamo. Per ora  mi ricollego alle considerazioni del  ricercatore ed  iridologo Sebastiano Magnano, fondatore dell’ “iridologia psicologica” e dell’ “iridochinesi”, studio della motilità pupillare, che scrive: (Iridologia Dinamica Prima edizione on line 2002)

“L’elemento centrale dell’iridochinesi è il battito o pulsazione pupillare.
Abbiamo constatato che il movimento spontaneo della pupilla in assenza di variazione luminosa non è affatto un segno patologico, come sostenuto da oftalmologi e iridologi, ma fisiologico: la pupilla ha sempre una motilità spontanea che è la sintesi dell’equilibrio psicofisico del soggetto. Per Iridochinesi si intende dunque lo studio dei movimenti dell’iride e della pupilla (dinamica pupillare) e in particolare le caratteristiche della pulsazione pupillare e le applicazioni pratiche di questa conoscenza a fini diagnostici e terapeutici. Le acquisizioni fondamentali dell’iridochinesi sono le seguenti:

1) la pupilla presenta in assenza di variazioni luminose un movimento spontaneo che caratterizza il soggetto dal punto di vista psichico e fisico, definito “pulsazione pupillare”
2) Ogni variazione psichica, biochimica, organica, si ripercuote sulla pulsazione pupillare, facendola variare
3) Ogni patologia modifica la pulsazione pupillare.
4) Ogni farmaco fa variare la pulsazione pupillare

Pertanto lo studio della pulsazione pupillare fornisce criteri per valutare la presenza di: patologie / allergie / ipersensibilità / intolleranze
Lo studio della pulsazione pupillare fornisce anche criteri per valutare gli effetti terapeutici di farmaci, rimedi, terapie in genere in base al loro effetto normalizzante sulla pulsazione pupillare. L’iridochinesi è pertanto una metodica diagnostica e terapeutica.  Al contrario dei segni iridologici che si formano lentamente nel tempo, i segni iridochinesici sono rapidi, facilmente analizzabili e documentabili con una opportuna attrezzatura. L’iridochinesi rappresenta quindi l’aspetto più moderno, originale, ricco di prospettive e di sviluppi scientifici nell’evoluzione degli studi iridologici.*

    ritmi biol. 2 
        Le immagini rappresentano 2 momenti diversi di  pulsazione pupillare (dilatata e  più contratta).

 

 

* E’ possibile verificare la motilità pupillare dei propri occhi anche durante i nostri corsi, con video-riprese (vedi programma corso), ed evidenziarne  le variazioni sotto stimoli diversi


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