La battaglia sui transgenici

Non si esaurisce la lotta sugli Organismi Geneticamente Modificati. Il blocco dei paesi anglofoni (Usa, Gran Bretagna, Canada, Australia) preme per una liberalizzazione commerciale che si traduca nell'impossibilità di arginare i cibi transgenici, l'Europa sotto lo stimolo della Francia e dell'Italia, sembra volersi attestare su una posizione più cauta.

Non rendere identificabili i prodotti che contengono O.G.M. è funzionale agli interessi delle multinazionali che hanno, ormai, verificato come i consumatori non vogliono, che il cibo contenga,

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La vita in vendita

In un prossimo futuro un nostro nipotino dovrà pagare il proprio corpo a una multinazionale, perché il suo corpo non è legalmente suo, in quanto contiene molecole geneticamente modificate e quindi brevettate e di proprietà della suddetta multinazionale. Padre e madre e multinazionale. Fantascienza? Già oggi, un'operazione simile, viene effettuata con il cibo proveniente da piante modificate geneticamente. La corsa, tecnico scientifica delle multinazionali, per ottenere pezzi di ricambio da maiali modificati con geni umani indica la strada del prossimo futuro.

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Mangiare per salvarsi la vita

Non contenti dei lauti guadagni ottenuti con l'uso dissennato della chimica ora le multinazionali degli armamenti chimici, dei farmaci sintetici, dei semi ibridi, dell'industria alimentare cominciano ad invadere i mercati con cibi brevettati (ogm = organismi geneticamente modificati) per guadagnare, in modo indiscriminato, sulla fame. Giocando sull'ignoranza della maggior parte dei consumatori, l'insipienza dei governanti e l'incultura dei ricercatori scientifici l'operazione comincia a dare i suoi "mostri".

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Sulle piante transgeniche è in atto un vivace dibattito, che vede contrapposti da un lato i produttori di sementi e di prodotti chimici (che casualmente coincidono!) e dall'altro quella parte della pubblica opinione preoccupata delle possibili conseguenze sulla salute e delle ripercussioni ambientali derivanti dall'impiego di tali organismi.

Chi produce piante transgeniche è estremamente rassicurante in proposito, ed è forte del fatto che in diversi Paesi (ad esempio Stati Uniti e Canada) le piante transgeniche hanno già

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Non ha utilizzato mezzi termini Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on economic trends di Washington (Usa) e soprattutto autore del libro "Biotechnology century" (Il secolo delle biotecnologie) divenuto in breve tempo un best seller un po' ovunque nel mondo.

Incontro Rifkin in una saletta della fiera di Verona, fuori una coda di giornalisti che attendono il turno per parlare con colui che è stato definito il "guru" delle biotecnologe. Sarebbe forse più corretto parlare di coscienza critica della biotecnologie in quanto Rifkin nutre molti timori sul loro utilizzo.

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