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Gramigna

Gramigna
Cynodon dactylon (L.) Pers. Poaceae

Fioritura: maggio-luglio
Parti raccolte: raccolte: la pianta intera
Tempo di raccolta: tutto l’anno

Bussoletta Botanica
Come riconoscerla
Erba perenne, infestante e invadente, con radice lunga, strisciante, munita di nodi da cui si ergono fusti eretti, che possono raggiungere anche il metro di altezza; le foglie sono sottili, lineari, lunghe fino a circa 25 centimetri, strette, piatte con peli rigidi e dal margine tagliente; i fiori sono piccoli e privi di petali vistosi, perciò vengono impollinati dal vento e riuniti in una infiorescenza (botanicamente definita spiga) dall’inizio dell’estate all’inizio dell’autunno. Il nome italiano viene dal latino gramen o graminea nel senso di erba ed è di provenienza preindoeuropea. L’etimologia scientifica spiega che la parola Cynodon significa “dente di cane” e che con tale termine si indica il nome del genere di quattro specie, volgarmente note come “erba canina”. La nostra specie viene identificata dall’aggettivo dactylon che allude alla forma digitata delle spighe.

Dove osservarla
Incolti erbosi, terreni aridi e calpestati, prati, coltivi.

Frammenti di etnobotanica
Usi alimentari: i giovani germogli venivano mangiati dopo essere stati sbollentati e i rizomi, essiccati e macinati, venivano utilizzati per panificare e come succedanei del caffè.
Usi ludici: con i rizomi, che hanno una loro peculiare forma a collo d’oca, si costruivano dei giocattoli rustici.
Usi medicinali:il decotto dei rizomi, assunto oralmente, era un antinfiammatorio generico e diuretico; un impiastro della pianta intera lessata si applicava per sedare i disturbi delle emorroidi.
Usi veterinari: la pianta intera veniva somministrata sotto forma di alimento ai suini, ai cavalli e ai vari ruminanti come antinfiammatorio gastrointestinale; il decotto della pianta intera era un antidoto contro l’afta epizootica.

Briciole d’Archivio
Sinonimi
Gramen. Gramen vulgare. Dod.; Gramen caninum Ger.; Gramen arvense, sive Gramen Diosc.; Gramen repens, officinarum forte, spicae triticae aliquatenus simile. I.B.; Cynodon repens Dulac.; Cynodon linearis Willdenow.; Dactylon officinalis Villars.; Panicum dactylum L.; Panicum glumaepatulum Stendner. .

Ricetta locale
… un efficace decotto si otteneva bollendo, per un minuto, una manciata di rizoma di gramigna in tanta acqua da coprire del tutto i rizomi. Poi si versava l’acqua, si schiacciavano i rizomi e si mettevano di nuovo a bollire in due litri d’acqua, finchĂŠ il liquido fosse ridotto a metĂ . Durante la bollitura si aggiungeva dello zucchero o del miele. Se ne bevevano tre o quattro tazze al giorno. Ne traevano vantaggio il fegato e i reni, era utile per sciogliere i calcoli e per curare i reumatismi e la gotta. (Fernando Zampiva, in “Erbario Veneto”, 1999)

Ricetta Storica
Disposizione delle uova per la cova:
Plurimi etiam infra cubilium stramenta graminis aliquid et ramulos lauri nec minus alii capita cum clavis ferreis subiuciunt. Quae cuncta rimedio creduntur esse adversus tonitrua, quibus vitiantur ova pullique semiformes interimuntur, antequam toti partibus suis consummentur.
(Moltissimi pongono sotto fra la paglia del nido un po’ di gramigna e dei rametti di lauro e ancora dei capi d’aglio con chiodini di ferro; cose tutte che si crede siano un rimedio contro i tuoni, dai quali le uova possono essere guastate e uccisi i pulcini quando ancora non sono formati che a mezzo, prima che siano completi nelle loro parti.) (Columella, in “L’Arte dell’agricoltura”, 1977)


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