Hypericum perforatum L. Hypericaceae
Fioritura: maggio-giugno
Parti raccolte: sommità fiorite
Tempo di raccolta: maggio-agosto
Bussoletta Botanica
Come riconoscerla
Erba perenne, cespugliosa, alta non più di mezzo metro, con fusto rigido, eretto e ramificato. Le numerose foglie, prive di picciolo, lanceolate e brillanti, viste in controluce, mostrano delle tasche ricche di essenze, traslucide e trasparenti, tanto da indurre Linneo ad attribuire il nome perforatum alla pianta perché, se osservate in controluce, sembrano attraversate da tante perforazioni. I fiori sono riuniti in infiorescenze, hanno petali di un intenso giallo dorato, picchiettati al margine di evidenti punti neri e stami riuniti in tre fascietti. Se si spezza un ramo o si schiaccia tra le dita un fiore, ne esce un liquido rosso.
Dove osservarla
Cresce negli incolti erbosi solatii, lungo i bordi delle strade, nelle boscaglie e nei luoghi asciutti per lo più in colonie cospicue.
Frammenti di etnobotanica
Usi liquoristici: si macerava una manciata di fiori, raccolti nel giorno della festa di San Giovanni (24 giugno), in un litro di grappa, per tre settimane al sole.
Usi magici: la pianta, colta nella notte del 24 giugno, era conservata in casa, appesa all’interno delle porte, per allontanare il malocchio e per bruciarla se si percepivano presenze inquietanti; le fronde fiorite e la pianta intera venivano utilizzate per “segnare” i disturbi dell’eczema.
Usi ornamentali: si usavano per ornare le tombe e gli altari domestici.
Usi medicinali: era preparato un olio di oliva ottenuto mettendo a macerare i fiori finché l’oleito assumeva un intenso colore rosso. Veniva applicato localmente come lenitivo su ferite purulente, lesioni cutanee, ustioni, punture di insetti.
Usi tintori: le sommità fiorite fresche, messe a macerare per una notte in acqua, consentivano di tingere, in una gamma di colori che viravano dal giallo cromo al grigio-verde, le stoffe di lana e di seta e di colorare liquori e sciroppi domestici.
Usi veterinari: il macerato veniva usato come cicatrizzante sulle ferite e sulle abrasione di cavalli, bovini, cani e gatti.
Ricetta locale
Olio di Iperico
Mettere a macerare per una settimana cinque manciate di fiori Iperico in mezzo litro di olio di oliva. Aggiungere un quarto di litro di vino bianco, agitare e porre a bollire a bagno-maria sino a completa evaporazione del vino; quindi filtrare. Si ottiene un liquido di color rosso cupo che va conservato in bottiglia scura e ben tappata. Veniva applicato localmente in caso di ustioni, ferite, cancrene e abrasioni poiché svolgeva un’azione cicatrizzante e lenitiva.
(Montericco, luglio 1958, Maria, anni 47, casalinga-contadina)
Ricetta Storica
Olio rosso per le piaghe
Raccogliete l’erbe verso il tempo di San Giovanni sul mezzo giorno, & avvertite, che di tré, o quattro giorni avanti non sia piovuto, poi nettatele bene, et fatele asciugare all’ombra frà due pezzi per lo spatio d’una notte, dopo questo le farete bollire in un vaso di terra vitriato con l’oglio d’oliva fino alla diminuzione della terza parte: colatela per una pezza, e spremetelo ben forte, e conservate quest’oglio in una caraffa, per servirvene al bisogno, che quando verrà , lo farete scaldare, e con esso fregherete le parti afflitte: per impedire gli aborti si ungono le anguignalie il nono mese, & istessamente il settimo se vi fosse qualche timore d’abortire.
(Madame Fochetti, in “Secreti overo Rimedij”, 1731)