Aridocoltura e agricoltura Biodinamica

Pratiche e attività per la stagione estiva

Con l’arrivo della bella stagione, e del caldo, è possibile iniziare a coltivare in pieno campo i tipici ortaggi estivi come pomodori, melanzane, peperoni, zucchine, cetrioli, zucche, fagioli, fagiolini, meloni e cocomeri (per alcune di queste colture vedere approfondimenti su Biolcalenda di gennaio e di maggio 2024).
Queste ed altre colture, però, possono soffrire il caldo eccessivo e prolungato, ma soprattutto possono soffrire la scarsità di acqua o la siccità.
Anche altre colture erbacee ed arboree possono subire conseguenze negative dovute a caldo prolungato e siccità.
Per ovviare a queste problematiche si possono adottare una serie di pratiche agronomiche e di rimedi utili a ridurre lo stress e soprattutto a favorire una valida gestione della risorsa idrica anche con una ridotta disponibilità di acqua.
Il primo fattore agronomico sul quale lavorare è lo sviluppo dell’apparato radicale poiché una radice particolarmente sviluppata (compatibilmente con le possibilità di ogni singola specie dovute alle caratteristiche genetiche) può esplorare un elevato volume di terreno andando anche in profondità dove è più probabile che vi sia presenza di umidità maggiore rispetto agli strati più superficiali.
Ciò si ottiene in vari modi, ma principalmente attraverso una corretta gestione della fertilità organica e l’incremento dell’humus all’interno del suolo. Per ottenere questi risultati occorre applicare sovesci plurispecie utilizzando anche piante con radici fittonanti e radici fascicolate che si sviluppino in profondità.
La pratica del sovescio, applicata correttamente nel corso degli anni, può migliorare sensibilmente le caratteristiche del suolo e le sue proprietà. Altra pratica da utilizzare è quella del compostaggio biodinamico poiché l’impiego di compost ben trasformato e maturo al punto giusto favorisce il microbioma del terreno ed incrementa la percentuale di sostanza organica presente nel suolo.
Aumentando la percentuale di sostanza organica all’interno del suolo si va a favorire una maggiore e più efficace ritenzione idrica, con tutti i benefici del caso.
Risulta fondamentale l’impiego del preparato biodinamico 500 (Cornoletame), anche in dosi elevate, da utilizzare normalmente nel corso dell’anno (principalmente in primavera e autunno) oppure in maniera mirata in prossimità di semine e trapianti, anche come bagno-radice e come bagno-sementi.
Sempre per favorire la miglior radicazione è importante seguire le indicazioni riportate nel calendario biodinamico in merito al tempo favorevole per i trapianti, e occorrerà scegliere la fase stagionale più indicata e favorevole per la messa a dimora di una determinata coltura (trapianto) e per le semine.
Ciò vale per ogni tipo di coltura, ma soprattutto per le colture permanenti o arboree.


La validità di queste ed altre pratiche biodinamiche è stata confermata da una sperimentazione della durata di 45 anni (tutt’ora in corso) svolta dal FIBL.
Si tratta di uno dei più autorevoli Istituti di ricerca sull’agricoltura biologica a livello mondiale, situato in Svizzera. La ricerca è scaricabile gratuitamente al seguente indirizzo web: https://www.fibl.org/fileadmin/documents/shop/1263-dok-it-2024.pdf

Con buona pace dei detrattori dell’agricoltura biodinamica, questa ricerca ha comparato diversi metodi di coltivazione, mettendo in evidenza tutti i pregi ed i vantaggi del metodo biodinamico.
Di seguito si riporta un breve passaggio della relazione aggiornata all’anno 2024: “Con l’applicazione di compost di letame, il metodo biodinamico ha raggiunto contenuti di carbonio organico significativamente più elevati rispetto a tutti gli altri metodi”. Vedere a pagina 36 del dossier. È altresì interessante notare i dati relativi agli aggregati stabili del terreno.

Andando oltre, per quanto riguarda piccoli produttori che dispongano di ridotte metrature, è possibile incrementare la porzione di terreno esplorabile dalle radici grazie all’impiego di pietra pomice (di granulometria medio-fine) da utilizzare in ragione del 4-5% sul volume totale. Per quanto riguarda un piccolo orto è possibile effettuare il calcolo per una profondità di 20 cm (circa) di terreno in relazione ai metri quadri coltivabili, cioè in base alle dimensioni dell’orto. È necessaria una sola singola applicazione che poi rimarrà nel corso del tempo a venire.

Per evitare di dissipare acqua e umidità occorrerà inoltre limitare al minimo le lavorazioni del suolo, soprattutto quelle più profonde, svolte durante il periodo estivo.
Si potranno svolgere eventuali lavorazioni superficiali, ma andranno comunque evitate lavorazioni frequenti e continue del terreno.

Sarà altresì importante garantire una buona copertura del suolo durante l’interno corso dell’anno per evitare fenomeni di ruscellamento e garantire il sequestro di nutrienti e altri importanti risorse come, appunto, l’acqua.
A tal proposito si può ricorrere ad inerbimenti oppure ad una adeguata gestione delle rotazioni e degli avvicendamenti colturali (coperture vegetali).
Ovviamente la gestione dell’inerbimento deve essere svolta in maniera corretta, effettuando sfalci nei momenti in cui potrebbero generarsi fenomeni di competizione con la coltura (soprattutto in frutticoltura) per quanto riguarda la disponibilità di acqua e nutrienti. Risulta importante anche l’altezza del taglio per lo sfalcio che non dovrà essere inferiore agli 8 cm circa. Per evitare l’evaporazione dell’umidità si può anche ricorrere direttamente alla tecnica della pacciamatura soprattutto in orticoltura (vedere Biolcalenda di Dicembre 2021).

Nelle aree più critiche, dove vi è una marcata carenza di acqua, si dovranno privilegiare colture a ciclo autunno-primaverile che possano beneficiare di periodi piovosi tipici (solitamente) della stagione invernale.

Per quanto riguarda invece le colture a ciclo primaverile-estivo bisognerà individuare specie e varietà che siano in grado di tollerare temperature elevate e resistere al meglio alla siccità.
In questo ambito si stanno svolgendo numerose attività di ricerca e studio sulle cosiddette “varietà antiche” poiché queste tipologie di colture dispongono spesso dei requisiti appena citati sopra. Si tratta anche di piante in grado di sviluppare un apparato radicale profondo ed espanso.

Ovviamente occorrerà gestire al meglio le risorse idriche evitando inutili sprechi o consumi eccessivi. È inoltre possibile anche utilizzare appositi rimedi o “biostimolanti” al fine di sostenere e supportare lo sviluppo e la vitalità delle piante. Per ulteriori considerazioni vedere anche Biolcalenda di Luglio 2020.


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