Le consociazioni vegetali - 2a parte

Le consociazioni vegetali – 2a parte

L’obiettivo di fondo delle consociazioni è quello di aumentare la complessità dell’agroecosistema incrementando la biodiversità per favorire la stabilità ecologica e gli equilibri naturali

ALCUNE CONSOCIAZIONI.

L’aglio ad esempio è noto per le sue proprietà repellenti nei confronti di svariati insetti, inoltre dispone di proprietà fungicide e battericide; protegge il pomodoro dal ragnetto rosso e svolge un’azione positiva su asparagi, carote, cavoli, melanzane e peperoni favorendone lo sviluppo.
Oltre a queste colture l’aglio si presta anche per essere consociato con le rose (con le quali vi è un reciproco beneficio) e con gli alberi da frutto. Tutte queste colture dunque traggono beneficio dalla vicinanza con l’aglio. Ovviamente la presenza di una sola singola pianta non potrà espletare una funzione significativa. Numero di piante e vicinanza (promiscuità) sono fattori determinanti al fine di garantire una certa influenza. Sempre l’aglio invece inibisce la crescita di piselli e fagioli (consociazione negativa).
Una delle consociazioni più classiche ed efficienti è quella tra carota e cipolla poiché queste colture si proteggono reciprocamente dai rispettivi parassiti principali. Ognuna ha un’azione repellente nei confronti del principale fitofago dell’altra (mosca della carota, mosca della cipolla). Anche porro e aglio svolgono una funzione positiva e protettrice nei confronti della carota.

Mentre la vicinanza della lattuga allontana l’altica dai ravanelli. Le patate traggono vantaggio dalla vicinanza di fagiolini, fagioli e fagioli nani soprattutto se disposti a file alterne; con le file alternate vi è il massimo grado di promiscuità tra colture diverse e dunque vi sarà anche il massimo grado di beneficio. Ma quella a file alterne, cioè la disposizione su una singola fila per una data coltura a sua volta alternata ad altra specie disposta anch’essa su filare singolo, rappresenta una soluzione applicabile più facilmente a livello di orticoltura famigliare.
A livello professionale invece è possibile disporre le varie colture su fasce della larghezza di 5-7 metri circa tra loro alternate. In questo modo è possibile utilizzare macchinari e attrezzature per le varie pratiche colturali, con tutti i vantaggi del caso. La larghezza di queste fasce andrà calcolata anche sulla base delle dimensioni dei macchinari in dotazione.

La zucchina si consocia bene con il basilico e con la cipolla. Anche i pomodori si consociano positivamente con basilico e cipolla. Sempre per il pomodoro altre consociazioni utili sono con aglio, carote, fagioli e mais (Nota: per tabelle e schede complete di ogni singola coltura è possibile consultare testi e manuali di orticoltura biodinamica, biologica e sinergica).

Come buona norma vanno evitate consociazioni tra specie che condividono gli stessi parassiti, mentre è consigliabile consociare piante con esigenze idriche simili al fine di facilitare e ottimizzare le operazioni di irrigazione. Risulta utile la consociazione tra piante con apparati radicali differenti per forma e profondità, i quali saranno attivi nei diversi strati del terreno (evitando fenomeni di competizione).

Le combinazioni sono numerose, ma non sono da dimenticare le piante aromatiche grazie alla loro valenza, oppure piante come il tagete, il nasturzio ed il tanaceto da consociare tutte a seconda dei casi. Oltre alle piante ad azione repellente nei confronti di determinati fitofagi ad oggi si stanno utilizzando sempre più (e in via sperimentale) piante trappola per distogliere e allontanare i parassiti dal raccolto.
Queste “colture trappola” hanno il compito di attrarre determinati fitofagi evitando che vadano ad attaccare la coltura principale. Si tratta di una pratica che va calibrata volta per volta in base al tipo di parassita (definita trapcropping) valutando attentamente tipo di pianta e tempistiche in funzione del fitofago e della coltura da proteggere.

L’obiettivo di fondo delle consociazioni è quello di aumentare la complessità dell’agroecosistema incrementando la biodiversità in modo da favorire la stabilità ecologica e gli equilibri naturali.
Tutto ciò è realizzabile tramite colture miste che, per motivi di carattere pratico, sono più facilmente realizzabili all’interno di orti famigliari. Ovviamente le colture miste sono applicabili anche a livello professionale all’interno delle aziende agricole, ma occorrono scelte ben precise ed occorre una organizzazione del lavoro mirata.
Rispetto all’agricoltura industriale occorre di fatto cambiare il modello agricolo riportando al centro della questione valori come l’indice di fertilità e gli indicatori di sostenibilità ambientale ed ecologica; si tratta di valori purtroppo sacrificati nel nome di parametri e indici economico-finanziari (massimizzazione di profitti e rese per soddisfare esigenze di natura esclusivamente industriale). Sarebbe auspicabile l’applicazione delle colture miste su scala di paesaggio; in questo modo i benefici sarebbero massimi con ripercussioni positive su vasti territori.
La pluralità delle specie vegetali (ed anche animali) rappresenta la risorsa più rilevante dei sistemi naturali del Pianeta. Si tratta di biodiversità funzionale al mantenimento della Vita, ed anche all’interno dei sistemi agricoli è doveroso mantenere una pluralità di forme andando ad imitare ciò che avviene in Natura traendo spunto dalla saggezza di questa.

In questo modo si potrebbero ridurre al minimo le cause che determinano la proliferazione e la diffusione di parassiti o altre patologie. Un altro fattore da considerare in fase di progettazione e realizzazione di una o più coltivazioni è dato dalla corretta collocazione delle piante (ubicazione, distanza, orientamento). Ciò significa che occorre garantire una buona circolazione dell’aria all’interno della coltura e che occorre favorire l’ingresso della luce solare in base alla distanza tra le file e sulla fila. Questi spazi variano in base allo sviluppo della coltura e possono variare anche in relazione alla tecnica colturale.
Il sesto d’impianto determina quello che sarà l’ambiente di crescita per una pianta, e la salubrità di questo ambiente potrà essere garantita anche dalla giusta presenza di aria e luce in base al contesto in cui si opera (ricordiamo che aria e luce sono riconosciuti come antibatterici anche a livello scientifico). Questi fattori, oltre alle giuste consociazioni, permettono di ridurre le cause che generano malattie.

Perché vi possa essere il massimo beneficio dalle consociazioni è importante che il suolo sia vitale e sano, e che il contesto in cui si opera non sia contaminato da veleni o altri inquinanti.

Ultima ma non ultima è la “consociazione” con piante arboree e arbustive al fine di ottenere siepi, alberature e fasce boscate con tutti i benefici del caso, oppure in modo da creare sistemi agroforestali che consistono nell’integrare la vegetazione boschiva (arbusti e alberi) con pascoli e seminativi al fine di generare interazioni ecologiche vantaggiose.
Questa pratica viene definita agroforestazione o agroselvicoltura, e rispetto ai sistemi monocolturali permette di conciliare positivamente sostenibilità, produttività e servizi ambientali soprattutto per quanto riguarda la mitigazione dei cambiamenti climatici.
Vi è inoltre una maggiore biodiversità ed una migliore tutela del suolo.

Ricerche svolte già nel 1982 (Gellini) hanno messo in evidenza anche la capacità degli alberi di trattenere pollini, spore fungine e batteriche presenti nell’aria:

  • Interno di un grande magazzino: 4.000.000 di batteri per metro cubo di aria
  • Viale alberato: 575.000 batteri per metro cubo di aria
  • Bosco: 50 batteri per metro cubo di aria

Questi dati ci ricordano che un ecosistema integro e maturo dispone degli “anticorpi” e delle necessarie autodifese in grado di garantire condizioni di stabilità e salubrità.

L’applicazione delle consociazioni rappresenta un tassello all’interno del mosaico complessivo che deve essere caratterizzato dall’applicazione di buone pratiche agronomiche e dalla rinuncia all’uso di prodotti chimici nocivi. Oltre a questi fattori sarà importante utilizzare correttamente i preparati biodinamici. Si tratta di un insieme di elementi che deve essere rispettato al fine di ottenere buoni risultati.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *