Hypericum perforatum L. – Guttiferae
Fioritura: maggio-giugno – Parti raccolte: sommità fiorite – Tempo balsamico: maggio-agosto.
Iperico, Perforata, Erba di San Giovanni. E’ una pianta comune, perenne, che vive con i suoi lunghi stoloni basali e fusti eretti, ramificati, alti fino a 60-70 centimetri, nei campi abbandonati, lungo i cigli delle strade, nelle boscaglie e nei luoghi asciutti ed esposti al sole.
Le foglie sono numerose, prive di picciolo, ellittiche e bordate di ghiandole scure al pari dei petali che appaiono di un intenso giallo dorato e riuniti alla sommità del fusto.
Per conoscerla basta schiacciare un fiore completamente aperto, ne uscirà un liquido rossastro che le antiche credenze popolari collegavano con il sangue di Gesù Cristo. Per questo motivo in tedesco si chiama”sangue di san Giovanni” (Johannisblut), mentre sia in italiano che in francese, “erba di san Giovanni” perché è sul finire del mese di giugno che è in piena fioritura e il 24 giugno la chiesa cattolica festeggia s. Giovanni Battista. La data coincide con il solstizio estivo e la tradizione contadina voleva che venisse raccolta proprio il 24 giugno, a mezzogiorno, allorché il sole raggiungeva la massima intensità radiante e tutta la pianta era nelle condizioni di accumulare la maggior quantità di una magica energia indispensabile per allontanare gli spiriti malefici, se portata addosso come amuleto, oppure sospesa alle porte delle case, delle stalle e a capo del letto, per assicurare un sonno sereno. Di questo fiore tipicamente solare, nei Discorsi del Mattioli (1623) si legge: “Scrivono alcuni essere l’Hiperico tanto in odio à i Diavoli, che abbrusciandoli, e facendo fumento, con esso nelle case, ove li sentono, subito se ne partono via, e però è chiamato da alcuni caccia diavoli, overo fuga demon.” Perciò, ma anche perché il suo profumo fa ricordare quello dell’incenso, nel tempo si finì per ritenerlo in grado di mettere in fuga le inquietanti potenze dell’incognito e per indicarlo con il nome di scacciadiavoli.
Nella notte del 24 giugno, piena di misteri e di inquietanti presentimenti, in molte contrade contadine si gettavano dei ramoscelli fioriti in un secchio di acqua, si lasciavano macerare mentre si recitava un Pater, Ave, e Gloria, e subito dopo si potevano trarre auspici per il tempo a venire dal modo in cui si disponevano nel recipiente.
L’aggettivo latino perforatum si riferisce alle false perforazioni mostrate dalle foglie osservate in controluce e di ciò ci si ricorda in Lessinia ove nel dialetto locale si usa chiamarla erba sbusa. In verità non sono fori, ma semplici tasche rese traslucide e trasparenti da una caratteristica essenza (l’ipericina) in grado di svolgere un’intensa attività antibatterica su piaghe, ferite, ustioni. Per curare queste, sui Colli Berici si preferiva bere un buona grappa in cui era stata infusa una manciata di fiori, raccolti nel giorno della festa di S. Giovanni e lasciati riposare per tre settimane al sole.
Nella fitoterapia popolare era usato l’olio rosso di S. Giovanni, mettendo a macerare in olio extravergine di oliva tre o quattro manciate di fiori. La bottiglia ben chiusa si esponeva per alcune settimane al sole. Dopo un po’ di tempo l’olio assumeva un colore rosso. Lo si filtrava attraverso un panno di lino, si spremevano i residui, e lo si poneva in bottiglie di vetro scuro. Veniva utilizzato per curare i dolori reumatici, per cicatrizzare le lesioni della pelle,per lenire le scottature.
In breve, un toccasana per tutte le stagioni, che si è naturalizzato anche in America ed in Australia; una pianta magica, come magico è il profumo dell’erba che le sta attorno dopo un temporale estivo, allorché la pioggia caduta dal cielo rinvia alla vita dell’uomo che, con lo scorrere degli anni, torna alle radici per mettere la parola fine alla sua storia terrena.
BRICIOLE D’ARCHIVIO
Sinonimi
Hypericum Dod; Hypericum vulgare Tourn.; Hypericum vulgare, sive Perforata caule rotundo, foliis glabris I.B.; Herba perforata, Trag.; Androsaemum minus Ger..
Loco
“Nasce in luoghi coltivati, aspri, fiorisce di Luglio, di Agosto.” (Durante)
Giovamenti / Nocumenti
“Di dentro. Il seme bevuto con vino, caccia fuori le pietre delle reni, vale contra i veleni, i morsi de gli animali velenosi. Vale nelli sputi, vomiti del sangue. Il medesimo bevuto al peso dui due dramme con brodo di carne caldo fa andare comodamente del corpo, purgando la colera… Giova alla sciatica, a gli sputivomiti del sangue.
Di fuori. Le frondi impiastrate insieme col seme, giovano alle cotture del fuoco, alle piaghe delle gambe. L’herba applicata pesta sopra la morsura, giova à i morsi velenosi. Scrivono alcuni esser l’Hipperico tanto in odio à i diavoli, che abbrusciandosi, facendosi fomento con esso nelle case, ove si sentono, subito se ne partono via, però è chiamato da alcuni cacciadiavoli, overo fugademoni.” (Durante)
“Hipericum, Hiperici o Perforata, Iperico o Perforata. E’ caldo, dissecante, risolutivo, aperitivo e corroborante, e conseguentemente proprio per saldar le piaghe, e le ulcere, per provocare i mestrui, e le orine, per servir di preservativo contra veleni, per far morire i vermini, e per fermare il flusso dissenterico”. (Anonimo francese)
Ricetta storica
“Fassi l’olio di hipperico perfettissimo in questo modo semplice, composto. Prendonsi per far il semplice le cime dell’Hiperico, che cominciano à maturarsi, oncie tre; si macerano tre giorni in vino odorifero, poi si fan bollire in vaso doppio, otturato ben l’orifitio, poi si spreme, si rimette altrettanto hiperico, di nuovo si macera, si cuoce, si spreme, così si fa la terza volta, aggiungendovi del vino, se vi bisogna, poi si aggiunge alla colatura oncie tre di olio vecchio chiaro; oncie sei di zafferano screpolo uno. Cuocesi di nuovo in vaso doppio alla consumation del vino, poi si spreme, fatto ch’haverà l’olio la residentia si purga, riserbasi.” (Durante)