Quest’anno, l’equinozio di primavera coincide con la luna piena, il Venerdì Santo, per cui la Domenica successiva si celebra la Pasqua di resurrezione.
Ogni primavera è per noi un’esperienza di resurrezione, anzi ogni anno lo è un po’ di più vista la violenza demenziale che viene usata per distruggere il lieve strato vegetale che ricopre il pianeta.
Ci stupisce la forza vitale degli organismi più semplici nel risorgere e prolificare, mosche e zanzare in evidenza, nonostante le tonnellate di veleni che sono stati usati per eliminarli. Lo stupore deriva in gran parte dalla nostra incapacità di vedere oltre l’apparenza materiale, nonostante la manifestazione sovrabbondante di indicatori, continuiamo a guardare il dito anziché ciò che indica.
Tutti cogliamo la differenza tra i minerali, i vegetali, e gli animali: roccia, erba, insetti e cani e gatti, eccetera, forma e movimento sono diversi. Eppure guardiamo al loro corpo minerale come fosse l’unico aspetto del loro essere, ignoriamo il "corpo vitale" che determina la differenza tra minerale e vegetale, ignoriamo il "corpo istintivo" che differenzia l’animale dal vegetale. Ciò che risorge non è la componente minerale, che pur in continua trasformazione è immortale, ma i "corpi invisibili" e determinanti l’essere vegetale o animale.
Quando una pianta o un animale scompaiono per sempre è perché non ci sono più le caratteristiche vitali o istintive che motivavano la loro esistenza in un corpo fisico. E l’uomo? Risorge? Nonostante il pensiero contemporaneo sia così piantato nell’oscurità materiale, preceduto dai dogmi religiosi che negano all’uomo il quid spirituale in grado di proseguire ritmicamente tra mondo spirituale e materiale. Ognuno di noi, può, se stacca l’attenzione dal frastuono consumista, accorgersi che in noi c’è un residuo evolutivo della forza vitale del vegetale e tracce dell’istinto primordiale dell’animale che ci permette di annusare l’aria o "sentire" l’accelerata riproduzione delle cellule.
Però quel che più conta è riconoscere in noi "l’Io" che continuamente muore e risorge. Muore ogni notte per risorgere al mattino, entra in "coma" ogni estate per risvegliarsi d’inverno. E’ responsabile e cosciente di Sè, può se vuole, pensare liberamente. Se non è un’allucinazione è quel "soffio" Divino che permane nonostante il tempo. Che strani pensieri ci porta la primavera, ci illude d’essere simili a Dio solo perché veniamo toccati dalla brezza, dal profumo, dal colore.
L’uomo serio dovrebbe essere denso come il catrame, immune alla brezza, avere un gran conto in banca, in modo che quando crepa il suo cumulo prosegua all’infinito, oltre ogni primavera, senza risorgimenti!