Scambiarsi gli auguri è sempre una cosa piacevole perché predispone l’animo di chi li fa e di chi li riceve a immaginare un futuro migliore e l’immaginazione in positivo smuove sempre delle energie sottili che vanno ad influire sul buon andamento delle cose. Ma quest’anno, rispetto all’anno scorso, abbiamo qualcosa di più della semplice immaginazione che ci fa ben sperare.Abbiamo un risveglio delle coscienze.
In questi ultimi mesi del 2019 stiamo assistendo a dei fermenti nella società civile che potrebbero sfociare nel 2020 in grandi movimenti che tornano a riaffermare dei valori che ultimamente sembravano sbiaditi o dimenticati: libertà , eguaglianza, solidarietà , giustizia, tolleranza, rispetto per l’altro, rispetto per l’ambiente, rispetto per i diritti fondamentali della persona umana.
Abbiamo assistito al nascere del Fridays for future, per merito di una ragazzina svedese, Greta Thunberg che con un linguaggio semplice e diretto è andata al cuore di migliaia di giovani che si sono mossi spontaneamente e hanno occupato le piazze in tutto il mondo per sensibilizzare tutte le persone e soprattutto gli adulti a prendere coscienza del cambiamento climatico e delle conseguenze nefaste che può portare.
Sull’onda del Fridays for future abbiamo visto nascere a Londra il movimento Extinction Rebellion, sempre composto da giovani e giovanissimi accompagnati dai loro genitori che sono riusciti a bloccare il centro di Londra e a ottenere dal parlamento britannico l’impegno a fare delle leggi a favore dell’ambiente.
Un movimento nato dal basso che chiama alla disobbedienza civile nonviolenta per costringere i governi a invertire la rotta che ci sta portando verso il disastro climatico ed ecologico. Abbiamo visto il nascere delle Comunità Laudato Sì un movimento di pensiero e di azione impegnato a diffondere le idee e le pratiche dell’enciclica di papa Francesco. Ispiratori di questo movimento la Chiesa di Rieti e Slow Food che assieme allo scienziato e scrittore Stefano Mancuso hanno lanciato l’appello “Un albero in più†con l’obiettivo di piantare il Italia 60 milioni di alberi, uno per ogni cittadino (vedi testo dell’appello a pag.29).
Ultimamente stiamo vedendo lo sviluppo esponenziale del movimento delle Sardine, anche questo un movimento nato dal basso per iniziativa di quattro giovani amici, stanchi di dover sopportare una propaganda dell’odio e della paura sbandierata da una certa politica. Hanno invaso le piazze di tutta Italia. I loro slogan: “I veri italiani sono quelli che tendono braccia e mani verso gli altri; persone normali che amano la bellezza, la creatività , l’ascolto, la politica con la P maiuscola†o ancora “Le differenze di colore della pelle, le differenze di genere, di orientamento sessuale, di credenza religiosa non sono problemi per una società evoluta ma sono un valore aggiuntoâ€. In tutti questi movimenti i protagonisti sono i giovani.
Da più parti li si rimprovera che le loro manifestazioni sono sterili perché non provocano nessun cambiamento. Ma come fanno a realizzare un cambiamento se il potere è nelle mani degli adulti? Come possono incidere sulla vita politica se le decisioni vengono prese in centri di potere che hanno ben poco in comune con la società civile? Cosa dovrebbero fare, manifestare con violenza come nel 68? Allora qualcun altro avrebbe da ridire perché la violenza è sempre da condannare. Dobbiamo renderci conto che il loro approccio è quello giusto: manifestare in modo nonviolento per sollecitare i politici, i decisori istituzionali a fare finalmente il loro mestiere. Quello di servire il popolo e non i loro interessi personali. E se non sono capaci, lascino il potere, si mettano da parte e lascino il posto a persone più oneste, competenti, motivate e giovani.
È notizia di questi giorni l’elezione in Finlandia di un primo ministro che è il più giovane della storia di quella nazione: una donna di 34 anni, Sanna Marin; con lei a guidare la coalizione di governo altre 4 donne di cui solo una supera i 35 anni.
Il cambiamento è possibile. Ma dobbiamo spogliarci di tutte quelle cose che ci appesantiscono e ci frenano. La tradizione vuole che a fine anno si buttino dalla finestra tutte le cose che non servono. Quest’anno buttiamo dalla finestra anche i pregiudizi, le abitudini, gli interessi egoistici, le paure, le invidie, i rancori, le ignavie… e tutto quello che ci limita nell’agire generoso e disinteressato.