In qualsiasi supermercato i prodotti che sfoggiano il marchio della catena commerciale sono adeguatamente segnalati e hanno generalmente un prezzo più conveniente rispetto agli equivalenti “di marca” e di qualità analoga.
Il motivo è semplice e non dipende certo dal buon cuore della direzione commerciale. Si tratta di prodotti venduti senza intermediari e sui quali non vengono fatte costose campagne pubblicitarie, che si scaricano ovviamente sul prezzo finale.
La fantasia degli uffici marketing, tuttavia, è quasi infinita e riesce a ricavare qualche goccia di succo anche da un limone abbondantemente spremuto.
Qualche lettore avrà osservato che anche tra i prodotti a marchio della catena ci sono proposte sempre più differenziate e con prezzi sempre più invitanti.
Al di là delle denominazioni amichevoli che fanno riferimento a sorrisi, premi, fedeltà, ecc., la domanda è sempre la solita: ma come fanno questi prodotti a costare così poco, se la qualità è apparentemente la stessa di quelli più costosi? Il che non viene detto esplicitamente, sarebbe una truffa, ma fatto pensare giocando abilmente con nome, confezionamento, ecc.
In realtà non c’è nulla di misterioso, basta voler leggere le etichette. Scoprendo che il latte “economico” è di qualità inferiore e di importazione, che il latte di soia più vantaggioso è preparato con una percentuale inferiore di semi, che i biscotti più convenienti sono realizzati con olio di palma (meno costoso) mentre gli altri con olio di girasole o di mais e burro.
Non è tutto oro ciò che luccica.