Quando la Natura viene plagiata e l’Uomo gioca a fare Dio senza esserne capace succede che….. Abito in quella che un tempo fu la fertile pianura padana, resa ora molto meno fertile da pratiche agricole dissennate, che hanno reso la terra più fertile d’Italia una triste pietraia. Me ne accorgo quando girovago per le campagne e, sarà perché sono agronoma, non posso fare a meno di vedere che aspetto hanno i campi coltivati.
Stavolta ne ho vista una che vi voglio raccontare. Passeggio col mio cane lungo il bordo di un campo di mais e resto stupefatta di fronte a quel che vedo. Alcune piante manifestano quelle che secondo me sono mutazioni genetiche aberranti. Ce ne sono di vario genere, ve ne descrivo brevemente alcune:
1) Alcune piante sviluppano le pannocchie alla sommitĂ del fusto, in corrispondenza di quelle che invece dovrebbero essere le infiorescenze maschili, e che di pannocchie non ne hanno mai fatte. Mi chiedo: anche le piante sono diventate transessuali? Eh giĂ , perchĂ© il mais ha la parte femminile in una zona piĂą bassa, e le pannocchie dovrebbero trovarsi lì. Sono sempre state prodotte in basso. PerchĂ© adesso no? Escludo che si tratti di una malattia crittogamica; le pannocchie sono formate completamente, anche se molto male, sono prive di brattee (l’involucro di foglie che protegge la pannocchia) e sono distinguibili i semi. No, non si tratta di una malattia causata da funghi. (foto: mais 1 – 2)
2) Alcune piante, invece delle infiorescenze maschili, o insieme a queste, sviluppano una sorta di spiga formata da germogli accartocciati. L’aspetto ricorda quello dei cavolini di Bruxelles. Ho provato ad aprirne uno. Anche qui un embrione di pannocchia. Ancora un maschio transessuale padre/madre di decine di gemelli? Questa parte è così rigogliosa che per il peso tende a spezzarsi. (foto: mais 3- 4 – 5- 6)
3) Alcune pannocchie regolari (almeno così sembrerebbe) a ben guardare hanno le brattee che si prolungano e formano come un bizzarro pennacchio. (foto: mais 7 – 8 – 9)
4) Alcune piante manifestano vistosi tumori nerastri lungo il fusto.
Mi vengono in mente alcune domande.
a) Cosa sta succedendo al mais? Che razza di mais è questo? Non mi dite OGM perché in Italia la coltivazione di OGM è vietata. Ma sta di fatto che io non ho mai visto una cosa così. E sul fatto che sia una mutazione genetica io non ho quasi nessun dubbio. E allora perché?
b) Cosa succederà agli animali che si nutriranno di quel mais? Chi si sente di escludere effetti dannosi sulla salute animale? Che informazione porta un mais così? Attenzione: vi ricordo che molti anni fa l’Università di New Castle ha dimostrato che il DNA resta integro nell’intestino umano per almeno 6 minuti, tempo più che sufficiente per interagire con la microflora intestinale. E se interagisse con i miliardi di microrganismi che popolano il rumine?
c) Cosa succederà agli esseri umani che mangeranno la carne, o berranno il latte degli animali che avranno mangiato quel mais? Chi si sente di escludere, con prove scientifiche alla mano (perché di parole ne abbiamo sentite anche troppe) che possano esserci effetti dannosi sulla salute degli esseri umani?
E a tutti quelli che per difendere gli OGM ci hanno assordato dicendo “non è mai successo niente” io adesso dico: qualcosa è successo. Questo è successo.
Ho raccolto campioni e sono pronta a fornirli a chiunque voglia andare a fondo della questione. Ma dubito che qualcuno abbia il coraggio di farlo.
Marina Mariani
Box
Considerazioni di Gianni Tamino sull’articolo di Marina Mariani
Ho visto le osservazioni di Marina Mariani e le foto da lei scattate alle piante di mais.
Per quanto di mia conoscenza, posso dire che le foto mostrano delle mutazioni riscontrate altre volte nel mais e riportate in testi che studiano alterazioni del sesso nelle piante. In particolare si tratta di geni mutanti che causano la reversione del sesso, detti TS (tassel seed = semi nel pennacchio), provocando nel mais la formazione di strutture femminili al posto di quelle maschili, ma altri geni mutati hanno funzioni opposte.
Il problema è capire quali cause hanno prodotto queste mutazioni: penso si tratti di un caso di inquinamento da sostanze mutagene del suolo o dell’acqua dove il mais è stato coltivato, o, in alternativa, può essere stato l’impiego di pesticidi con attività mutagena.
In ogni caso le sostanze mutagene si possono accumulare nelle piante e quindi passare negli animali che se ne cibano. Analogamente la sostanza mutagena si può accumulare anche negli esseri umani che si nutrono o del mais o dei derivati di animali alimentati con quel mais, con gravi effetti per la salute (mutazioni, cancro, alterazioni dello sviluppo, ecc.).
N.d.R. : a seguito dell’articolo di M. Mariani e delle considerazioni di G. Tamino invitiamo i nostri lettori ad osservare più da vicino le piante di mais della propria zona e a segnalarci eventuali casi analoghi con notizie, foto, indicazioni del posto e indicazioni su fattori inquinanti presenti in quei posti, che possono aver causato le mutazioni.
Le segnalazioni sufficientemente documentate, verranno pubblicate nei prossimi n. del Biolcalenda e serviranno a compilare una mappa del fenomeno.