Il Fegato è un organo dall'atteggiamento funzionale YANG, poichè favorisce l'espansione dell'energia, ne garantisce il libero circolo e favorisce l'espansione psichica dell'individuo (l'espansione è un avvenimento YANG mentre la contrazione è YIN).
Il Fegato patrocina la contrattilità muscolare e si collega alla funzione visiva garantendo che l'occhio funzioni perfettamente. Gestisce il trofismo delle unghie, è collegato alla Vescica Biliare e il suo canale nasce dal piede e termina all'interno del cranio e precisamente al vertice; controlla le funzioni della Milza e del Cuore e viene a sua volta controllato dal Polmone e dal Rene.
Gradisce il Sapore Dolce e Piccante ed è disturbato dall'eccesso di Sapore Acido.
Dal punto di vista patologico, il Fegato è fortemente attaccato dai disagi psichici contraddistinti da insoddisfazione e collera (che in occidente si chiama stress). A seguito di questi insulti l'energia non scorre più liberamente, le funzioni visive vengono alterate (visione offuscata), la contrattilità muscolare viene alterata (contratture e spasmi), il circolo energetico del suo canale viene alterato e compare il mal di testa. Poichè è strettamente correlato alla Vescica Biliare, compaiono dolori sottocostali, difficoltà digestive ed emicranie anche molto violente (infatti il canale energetico della Vescica Biliare, percorre la parte laterale della testa).
Quando il Fegato si ammala (principalmente per cause psichiche, come già detto), anche gli organi, che si rapportano con esso, si ammalano, quindi la Milza verrà oppressa (dispepsie, gonfiore addominale, stipsi o diarrea), il Cuore verrà insultato (insonnia, palpitazioni, ipereccitabilità, ansia e agitazione alternati a depressione), il Polmone verrà impedito (senso di costrizione toracica e necessità di sospirare, naso chiuso, ecc.) ed il Rene riceverà delle alterazioni (lombalgia, impotenza).
Ho accennato negli articoli precedenti come la tradizione medica e mistica orientali condividono la convinzione che particolari centri, conosciuti come "chakra", sostengano un ruolo fondamentale nella circolazione dell'energia nel corpo. I sette chakra principali sono legati inestricabilmente al sistema dei meridiani*.
I chakra possono essere definiti come dei "trasformatori", che al tempo stesso ricevono, assimilano e trasmettono energia.
Il Fegato viene collocato nel III Chakra, Manipura, il loto dell'armonia. La caratteristica principale di questo chakra è il calore per cui la concentrazione operata su di esso favorisce il riscaldamento e la combustione: l'elemento correlato è il fuoco.
Nella zona dove si colloca questo chakra (ombelico) si trova un importantissimo plesso dell'S.N.A (Sistema Nervoso Autonomo), il plesso solare che rappresenta il punto focale d'innervazione dell'apparato digerente: la funzione digestiva è infatti interamente «controllata» da questo plesso attraverso l'azione di due organi «cavi», lo stomaco e l'intestino, e di due importanti organi «pieni», il fegato e il pancreas.
Al fegato è legato un altro piccolo organo cavo: la cistifellea.
Questi organi permettono la digestione e l'assimilazione del cibo; ciò significa che il cibo, parte del mondo extra individuale che viene portata dentro l'individuo, arriva nello stomaco, «fornace» biologica dove, attraverso un fuoco chimico (ad esempio, l'acido cloridrico), viene digerito, «bruciato», cioè viene distrutta la sua forma e individualità, viene trasformato nelle sue componenti più semplici, anche attraverso l'azione del fegato e del pancreas, in modo tale da poter passare nell'intestino, luogo dove il cibo, ormai trasformato, viene assimilato, cioè portato nel sangue, a diretto contatto dell'individuo che lo ha mangiato, per poi divenire parte delle sue stesse cellule, cioè sua parte integrante.
In questo modo il mondo individuale e quello extraindividuale vengono in contatto, si trasformano l'uno nell'altro.
Perciò viene detto «noi siamo ciò che mangiamo», perché quel particolare tipo di «energia» che introduciamo resta dentro di noi, diviene parte di noi e, come parte che ci appartiene, possiamo anche conoscerlo (o «riconoscerlo»?).
L'apparato digerente ha, pertanto, la funzione di mettere in rapporto l'individuo con il mondo esterno attraverso un fuoco separatore e distruttore, che poi permette, però, un'assimilazione, ovverosia una benefica riunione all'interno di un'unica individualità.
Notiamo la prerogativa dell'uomo di essere, unico tra tutti gli animali, onnivoro: se si prosegue in questa interpretazione del processo assimilativo e digestivo, ne consegue che l'uomo è in grado di venire in contatto, contenere e conoscere tutte le individualità del macrocosmo: è (o può essere) lo specchio integrale dell'universo, confermando l'analogia, cara all'Oriente e all'Occidente «esoterico», tra macrocosmo microcosmo.
Collegata al chakra manipura, anche gli yogin (come la M.T.C.) citano la vista.
L'occhio trasmette subito informazioni (cioè elementi recepiti dall'esterno) al cervello, la cui funzione di assimilare, contenere, trasformare, elaborare informazioni può essere considerata analoga, seppure su un piano più «sottile», a quella dell'intestino. Anche per la medicina occidentale sono evidenti i rapporti tra le patologie epatiche e l'occhio (l'occhio giallo dell'itterico, l'occhio arrossato del cirrotico…).
Infine, la vista è indubbiamente il senso che permette di «ingerire» il maggior numero di particolari del mondo esterno contemporaneamente (almeno per l'uomo in cui si sono affievoliti gli altri sensi) per consentire al cervello di «assimilarli».
Meridiani: Secondo la medicina tradizionale cinese la materia è infusa di una sottile energia, chiamata ‘chi' o ‘qi', che si manifesta attraverso la vibrazione, la circolazione e le onde di movimento. L'energia ‘chi' scorre lungo una rete di canali chiamati meridiani, che si estendono per tutto il corpo come un'intricata ragnatela.
Quest'ultima può essere paragonata a un secondo sistema nervoso che collega il corpo fisico e il più sottile sistema di energia che lo circonda.
Secondo il modello cinese, esistono dodici paia di meridiani e ogni paio è associato a un diverso organo.