Fioritura: maggio-agosto
Parti raccolte: foglie, fiori, radici
Tempo di raccolta: primavera (foglie e fiori), tutto l’anno (radici)
Bussoletta Botanica
Come riconoscerla
E’ una erba perenne, non esigente, casalinga, definita dagli antichi “omniamorbia” cioè buona per ogni cosa, quindi adatta anche ad allontanare tutti mali. E’ alta circa mezzo metro ed è formata da un fusto cespuglioso, ramoso, ispido, legnoso alla base; le foglie, semplici, intere, lobate, sono sparse lungo il fusto, hanno una lamina rotondeggiante e un lungo picciolo; i fiori, con i petali rosei, venati di un viola più intenso, si formano alla base delle foglie. L’odore è leggermente aromatico. Malva e la forma dialettale malba sono parole ampiamente diffuse anche nelle forme dialettali e di origine antichissima. Il nome latino deriverebbe da mollire alvum = rendere molle, con riferimento alle sue proprietà emollienti.
Dove osservarla
Vive nei prati abbandonati, sul limitare delle siepi, sulle macerie, nei luoghi incolti, sugli argini, nei più disparati ambienti ruderali ed urbani.
Frammenti di etnobotanica
Usi alimentari: le foglie fresche venivano mangiate crude o lessate, in mescolanza con altre erbe di campo, nelle zuppe e nelle minestre; i boccioli dei fiori erano conservati sotto aceto.
Usi medicinali: le foglie fresche contuse venivano applicate sulle ferite, sulle contusioni, sulle punture degli insetti per facilitare il riassorbimento; la radice fresca e cruda veniva masticata: puliva i denti, preveniva la carie, disinfiammava le gengive e toglieva il tartaro.
Usi veterinari: il decotto di foglie, misto con crusca e farina di mais, era usato come lassativo per gli animali da cortile; le foglie bollite e impastate con cenere di fico e grasso di maiale curavano le ferite, provocate dal giogo, sul collo dei buoi.
Ricetta orale
Sciroppo di malva. Ingredienti: 300 g fiori, 600 g zucchero, 300 g acqua.
Mettete in infusione i fiori freschi nell’acqua bollente tenendo la pentola ben coperta. Lasciate raffreddare l’infuso e filtrate avendo cura di spremere bene. Unite lo zucchero e mettete sul fuoco portando lentamente ad ebollizione. Togliete dal fuoco e imbottigliate, chiudendo le bottiglie quando lo sciroppo si sarà raffreddato. Un cucchiaio da minestra calma la tosse, ma anche il sistema nervoso. (Gorgo, giugno 1959, ricettario manoscritto anonimo)
Ricetta Storica
Rimedio per le gengive enfiate. Pigliate Radici di malva, fatele seccare, e quando sarà secca, ponetela nel’acqua per lo spatio di un giorno, doppo questo la metterete dentro della carta bagnata, e la farete cuocere sotto le ceneri calde: quando sarà cotta, di nuovo fatelo seccare, poi fregatene li denti.
(Madame Fochetti, in “Secreti overo Rimedij”, 1731)