Punica granatum L. Punicaceae
Fioritura: aprile-giugno
Parti raccolte: frutto, corteccia
Tempo di raccolta: autunno
Bussoletta Botanica
Come riconoscerla
Arbusto alto anche 4-5 metri; tronco nodoso e solitamente molto ramificato; rami principali diritti e rametti laterali spesso trasformati all’apice in spine; la chioma, rada e leggera; le foglie, intere e oblunghe, cadono in autunno. I fiori, di color rosso vermiglio, sono vistosi, solitari o riuniti a gruppi di due o tre. Il frutto, dalle dimensioni di una mela (botanicamente è definito balausta), ha una scorza coriacea, di color giallo screziato di rosso, ed è suddiviso in scomparti al cui interno si trovano i semi rossi o rosei, dolciastri e succosi.
Dove osservarla
Vegeta bene su pendii calcarei e assolati, ove si è spontaneizzato, e nei giardini ove è stato introdotto come pianta ornamentale.
Frammenti di etnobotanica
Usi alimentari: i semi venivano usati nella preparazione di alcuni cibi autunnali.
Usi artigianali: il decotto della scorza del frutto e della corteccia serviva per conciare.
Usi medicinali: il decotto della corteccia era assunto oralmente alla sera e alla mattina del giorno seguente per cacciare il verme solitario (Tenia sp.); l’infuso di foglie e fiori in parti uguali veniva bevuto in caso di coliche intestinali; il decotto delle radici e il succo dei semi, assunto oralmente, veniva utilizzato come antidiarroico e per diminuire la sudorazione.
Usi tintori: con il frutto intero (compresa anche la buccia coriacea) si otteneva un colorante per stoffe che virava dall’ocra al verde.
Ricetta orale
Grappa alla melagrana
Si estraggono i semi della melagrana appoggiandoli su una carta da cucina. Si fanno essiccare al sole in luogo ventilato per cinque giorni, poi si mettono nella grappa assieme alle spezie, al miele e alla scorza di limone, dentro un vaso a chiusura ermetica, per circa un mese. Si scuote il vaso ogni tre o quattro giorni. Trascorso il tempo indicato, si filtra e si imbottiglia. Si può berlo dopo un mese. (Montericco, settembre 1961, Angelina, anni 48, casalinga)
Ricetta Storica
Bon savore da polastri .
A fare bon savore da polastri, toy pome granate e fane vino a mane (spremi con le mani in maniera da fare vino), e meti in quello vino ben spezie dolze, e se ti paresse tropo forte, mitige anexo (anice) pesto. Altri usa fare vino de pome granate agre e vino de bona uva dolze, e meti questi doy vini insembre e specie dolze assai. Se tu non avesti uva meti un pocho de melle, e fai bollire: li specie vol esser crude: non vole star fatto (non deve essere conservato a lungo) che se guasta. [Anonimo veneziano del Trecento, “Liber de coquina”, in “L’arte della cucina in Italia”, Faccioli E. (a cura di), 1987