Quali i rimedi naturali per combattere questi disturbi?
IMPACCHI E IMPIASTRI
Parlare di impacchi e impiastri oggigiorno può sembrare anacronistico o quantomeno superato dai progressi che l’erboristeria e la fitoterapia hanno fatto in questi ultimi anni. L’utilizzo di rimedi topici di tipo semplice e primitivo, ampiamente presenti nelle tradizioni rurali e contadine, è stato (ed è), a torto, sempre più trascurato.
Ciò è dovuto in primis al fatto che la moderna organizzazione sociale non consente di avere, come in passato, la foglia fresca da applicare al momento giusto; in secondo luogo i rimedi topici più complessi richiedono, per essere preparati, impegno e tempo; infine, la durata di applicazione può essere di parecchie ore, spesso riducendo le possibilità di movimento di chi utilizza impacchi ed impiastri.
Queste preparazioni soddisfano un’esigenza istintiva, quella di intervenire là dove il male si manifesta. L’ impiego di medicamenti per uso sistemico è una forma mediata che presuppone una certa evoluzione nel modo di pensare, giacchè è improbabile, se non proprio impossibile, pensare che la mente di un essere primitivo possa cogliere il legame che intercorre ad esempio fra l’assunzione per bocca di un farmaco e la sua azione sulla circolazione delle gambe o la relazione che c’è fra la supposta e la sua azione balsamica sui bronchi. Presso alcuni popoli i rimedi semplici da applicare esternamente non avevano, in verità, solo lo scopo di agire localmente: spesso avevano la funzione di innescare certi meccanismi energetici globali o quella di intervenire sugli squilibri degli stessi. Questo accadeva, però, nell’ambito di civiltà molto evolute come la cinese e l’egiziana dove le applicazioni venivano fatte anche sui meridiani e sui mo (1)
L’applicazione di vegetali o estratti di piante sulla cute determina una serie di effetti che possiamo ricondurre alle seguenti tipologie:
a) effetto di tipo lenitivo o irritativo locale dovuto sia all’assorbimento di sostanze in loco, sia all’azione termica (caldo o freddo);
b) effetto di tipo generale legato all’entrata nel flusso circolatorio di principi attivi, specialmente di quelli assorbibili (es. oli essenziali);
c) effetto di tipo energetico globale assimilabile a quello dell’ agopuntura quando le applicazioni sono fatte su particolari punti del corpo (es. meridiani).
L’importanza delle applicazioni locali, alla luce di queste brevi considerazioni, va senza dubbio confermata, tanto è vero che anche le tecniche farmacologiche più moderne vi fanno ricorso. Che cos’è in definitiva il cerotto medicato se non una forma più soft di impacco o impiastro? A ben vedere, però, con questo tipo di intervento si sfruttano in sostanza i soli effetti di cui al punto b), mentre, seppur meno pratiche, le applicazioni tradizionali ci consentono un ben più ampio ventaglio di possibilità. Prima di entrare nel merito e nei dettagli dei vari impacchi e cataplasmi sarà neccessario, per chiarezza e precisione, distinguere gli uni dagli altri.
L’impacco consiste nell’applicazione diretta di un vegetale (ad esempio foglie di cavolo) per un tempo prolungato che va da alcune ore a tutta una notte. Le foglie dovranno essere mondate e spesso contuse in modo da favorire la fuoriuscita dei liquidi cellulari della pianta. Spesso però l’impacco consiste nell’applicazione di una pezzuola (un panno o una garza) imbevuta di estratto di una pianta medicinale (decotto, infuso, tintura (2), succo, ecc.). L’applicazione di un tessuto imbevuto della soluzione medicamentosa sulla parte malata prende anche il nome di compressa.
L’impiastro (3) consiste nell’applicazione di un preparato di consistenza pastosa che viene applicato sulla pelle direttamente, oppure su una tela o carta e poi posto sulla parte interessata. L’impiastro, detto anche cataplasma, è, in pratica, una specie di polentina ottenuta da farina di lino, mais, polvere di fieno greco, argilla, ecc. Le preparazioni possono essere semplici oppure composte. Quest’ultime sono ottenute aggiungendo alla base piante medicinali o loro estratti.
Note:
(1) Linee energetiche simili ai meridiani utilizzate nell’antica medicina egiziana.
(2) Estratto idroalcolico di pianta medicinale.
(3) Nel dialetto veneto (ma anche in altri) la parola "impiastro" è spesso usata per etichettare una persona piuttosto lenta e impacciata.