Applicazione della pasta per tronchi durante il corso di biodinamica presso l'Associazione La Biolca

Pasta per tronchi

La pasta per tronchi rappresenta un valido strumento per favorire il benessere degli alberi nel pieno rispetto degli equilibri naturali Tramite questa pasta, che va applicata sul tronco, si va a nutrire lo strato formativo vero e proprio che genera e costruisce nuove cellule ed è responsabile dell’accrescimento: il tessuto del cambio.

Nella comprensione dell’albero dobbiamo rappresentarci il tronco come una lunga estroflessione dell’elemento terra, quasi come fosse il prolungamento del suolo entrato in relazione con le forze solari e con l’elemento aeriforme. La verticalità dei vegetali deriva dalla relazione intima con le forze solari.

Su questa estroflessione dell’elemento terra verranno poi a crescere delle vere e proprie forme vegetali (piante) come fiori, foglie e frutti la cui “radice” è rappresentata dal cambio (il cambio viene a trovarsi al di sotto della corteccia). Attraverso la pasta per tronchi si va a nutrire in maniera mirata questo insieme. Rudolf Steiner, per quanto riguarda il tessuto del cambio, parla di una entità radicale comune che sostiene le “piante” che si sviluppano addosso al tronco con il loro stelo, i loro fiori e i loro frutti (vedasi settima conferenza del corso sull’agricoltura, O. O. 327 Editrice Antroposofica). Ovviamente non bisogna dimenticare l’importanza del suolo vero e proprio (terreno) il quale rappresenta la base essenziale per la vita della pianta. Tramite il ricorso alla pasta per tronchi vi è un ulteriore elemento di stimolo e aiuto per la vita dell’albero. Ma la gestione corretta del vero e proprio terreno deve avere la priorità e, come già ribadito, deve rappresentare la base per la formazione della pianta.

La formulazione tradizionale della pasta per tronchi è costituita da 1/3 di letame di vacca fresco (senza paglia e di ottima qualità), 1/3 di bentonite in polvere, 1/3 di sabbia silicea + decotto di Equiseto in aggiunta agli ingredienti solidi in modo da ottenere una pasta cremosa e omogenea.
La parte liquida va aggiunta solo fino al raggiungimento della giusta consistenza. In mancanza di letame fresco sarà possibile utilizzare un buon humus di lombrico ottenuto da deiezioni bovine e privo di sostanze nocive.
Questi ingredienti andranno miscelati e amalgamati nel migliore dei modi utilizzando, ad esempio, miscelatori a frusta per edilizia (da applicare ad un trapano idoneo) oppure betoniera per cemento nel caso di grossi quantitativi.

Si potrebbe eventualmente aggiungere come adesivante l’1% di silicato di potassio che vetrifica il tutto e lo fissa attorno al tronco.

Questa pasta protegge e nutre tutti i tipi di alberi e va applicata alla fine dell’inverno sul tronco ripulito, ma non va usata su piante giovani.

Mentre il ricorso al silicato di potassio non è tassativo (sempre e comunque in modica quantità) anche se aiuta la pasta ad aderire per un periodo maggiore. A tal proposito occorre evitare di applicare la pasta sul tronco a ridosso di precipitazioni oppure subito prima che si verifichino gelate poiché potrebbe essere compromessa la sua persistenza e la durabilità. Prima di questi eventi è bene che la pasta possa solidificarsi al meglio.
Questo vale per ogni tipo di pasta e garantisce protezione duratura.

Con queste paste occorre ricoprire il tronco dalla base fino alle prime diramazioni (non oltre) formando una protezione omogenea dello spessore di 5-10 millimetri circa. Questa tecnica serve anche a contenere lo sviluppo di molti parassiti che svernano nelle fessure delle cortecce impedendone la fuoriuscita.

Per un tronco del diametro di 15 cm ed un’altezza di 160 cm circa occorreranno indicativamente 4-5 kg di pasta. La si può applicare sul tronco utilizzando spazzoloni, scope e spazzole varie oppure anche direttamente con le mani purché si indossino guanti impermeabili a manica lunga (prestare attenzione a non imbrattarsi il viso e gli occhi soprattutto nel caso di tronchi con altezza superiore alla propria statura).

È possibile utilizzare delle varianti alternative, valide in casi specifici a seconda delle necessità. Di seguito alcuni esempi.

VARIANTI ALLA PASTA PER TRONCHI CLASSICA

Per indurre vigore, per piante vecchie

Si usa 1/3 di letame di mucca fresco di buona qualità + 1/3 di bentonite + 1/3 di litotamnio micronizzato. Per impastare e mescolare il tutto si utilizza il preparato 500K pronto all’uso, cioè diluito in acqua calda (36-37°C) e dinamizzata. Si aggiunge 500K quanto basta per ottenere una miscela cremosa che non sia troppo liquida e nemmeno troppo consistente. Si può aggiungere al tutto un 5% di leonardite.

Per indurre, produzione, qualità e pezzatura

Utilizzare 1/3 di letame fresco di mucca + 1/3 di bentonite (no argilla bianca) + 1/3 di basalto in polvere fine o di lapillo vulcanico, il tutto miscelato con il preparato 500K dinamizzato in acqua a 36-37°C e pronto all’uso (quanto basta).

Antigelo

Con la formulazione antigelo ci si limita a contrastare i danni dovuti a gelate tardive primaverili, oppure a ridurre gli stress che la pianta subisce per colpa di sbalzi termici eccessivi tra giorno e notte.

Si utilizza ½ parte di letame di cavallo + ½ parte di bentonite. Poi occorrono 6 ml di preparato 507 (Valeriana) in 10 litri d’acqua tiepida, che viene poi usata per miscelare il tutto. La parte liquida va aggiunta solo fino al raggiungimento della consistenza giusta. Il 507 va dinamizzato 20 minuti come di consueto.

Disinfettante

Si utilizza 1/3 di letame di vacca anche compostato (oppure humus di lombrico) + 1/3 di bentonite + 1/3 di cenere di legna setacciata e priva di impurità (cenere che può essere di Pioppo, di Quercia, di Abete, di Frassino). Non utilizzare cenere di alberi da frutta, soprattutto se sono ceneri della propria azienda. Si mescola il tutto con decotto di Equiseto. Si può aggiungere pròpoli di buona qualità. Qui è bene non dimenticare anche l’1-2% di silicato di potassio.

Per piante deboli o debilitate (consigliato nel periodo estivo)

Utilizzare 20 kg di bentonite + 1 litro di yogurt da agricoltura biologica o biodinamica (è importante che vi siano Lactobacillus acidofilus, Bifidobacterium, Lactobacillus casei e il Lactobacillus bulgaricus; questi importanti microrganismi sono presenti all’interno di yogurt che siano di qualità) + 2 litri di latte fresco intero non pastorizzato (anche questo da agricoltura biologica o biodinamica) + 0,4 kg di zucchero integrale di canna biologico + 50 gr di 500K (dinamizzato in 10 litri di acqua tiepida per 20 minuti).

Il tutto va miscelato aggiungendo, se necessario, acqua tiepida quanto basta fino ad ottenere una crema omogenea e compatta. Deve poter essere spalmabile sul tronco e aderire bene.

In alternativa alla bentonite è possibile usare anche il bentotamnio; ciò fornirebbe spinta vegetativa e vigoria.

Cicatrizzante

Bentonite in polvere + pròpoli in soluzione liquida + basalto in polvere (5%).

Pasta per tronchi durante il corso di biodinamica presso l'Associazione La Biolca

Pasta per tronchi durante il corso di biodinamica presso l’Associazione La Biolca

Immagine di copertina: Applicazione della pasta per tronchi durante il corso di biodinamica presso l’Associazione La Biolca

Articolo aggiornato a febbraio 2018


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