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Il corso dell’anno come respiro

Il corso dell’anno ed i cicli biologici naturali si svolgono secondo ritmi ben definiti, determinati dal movimento degli astri. Ogni stagione ha un’influenza sui cicli naturali e sullo sviluppo della Vita sulla Terra.

Ogni stagione ha la propria importanza; ma è durante il periodo autunno/inverno che si svolgono nel terreno processi molto particolari. Si tratta di un’alchimia fondamentale per il ciclo della vita. Con l’equinozio d’autunno le notti diventano più lunghe rispetto al giorno. L’equinozio d’autunno coincide con l’epoca di San Michele. Questa festività (S. Michele) si celebra il 29 settembre e scandisce un passaggio di stato all’interno della Natura e dei cicli biologici naturali.

La celebrazione delle varie festività, soprattutto in epoche passate, aveva lo scopo di collegare l’interiorità umana ai ritmi naturali perché l’uomo non fosse estraneo o spettatore inconsapevole di quello che gli accadeva intorno, e perché vi fosse un punto di contatto tra Microcosmo e Macrocosmo. Festa necessaria a scandire il calendario esistenziale e, al tempo stesso, necessaria a celebrare e riconoscere gli eventi cosmici. Festa come deposito di valori.

Potremmo accostare il ritmo annuale a quella che può essere un’esperienza interiore che vede l’incessante alternarsi tra luce e tenebra. Quella tra luce e tenebra è una danza il cui svolgimento è alla base della Vita stessa. La notte è necessaria tanto quanto il giorno e viceversa.

Le principali festività e le varie ricorrenze durante l’anno sono marcate dai ritmi astronomici, e questi ritmi hanno una forte correlazione con il lavoro dei campi e i cicli biologici in seno alla Natura. Molte festività sono direttamente connesse alla pratica agricola e da questa traggono origine, in quanto fonte di cibo e di vita. Il valore della pratica agricola è venuto meno con l’industrializzazione. Tra il XIX e il XX secolo, insieme alla meccanizzazione delle campagne, ha inizio in Italia un ampio processo di industrializzazione; si tratta di scelte politiche che hanno caratterizzato lo sviluppo del Paese. A queste scelte sono stati sacrificati vari settori produttivi tra cui l’agricoltura. Questo processo di industrializzazione forzata è stato sostenuto da vari apparati (mass media, mondo della cultura, partiti ecc.) anche per guadagnare il consenso della popolazione in merito a queste politiche economiche. Ciò ha determinato una crisi di identità nelle campagne che ha indotto il contadino a non credere più nel proprio lavoro. Il tempo delle campagne, scandito dalla Luna e dal Sole, è stato sostituito dal tempo moderno con i suoi ritmi sempre uguali.

Possiamo suddividere 4 momenti principali: Natale, Pasqua, San Giovanni (24 giugno), San Michele (29 settembre).

Ognuna di queste festività ha un significato profondo e ben preciso, che rispecchia una particolare condizione biologica, fisiologica, astronomica e, non ultima, interiore.

Questo ordine non è casuale (Natale, Pasqua, San Giovanni, San Michele) e riflette le fasi di sviluppo della Vita secondo un percorso ritmico e ben definito, a cui corrispondono anche alcune delle principali attività agricole.

Il periodo invernale rappresenta forse il periodo più carico di significati, nel quale si svolgono processi fondamentali per il mantenimento della Vita. Con l’autunno, di fatto, si chiude il ciclo biologico naturale: le piante hanno portato a termine il proprio compito arrivando a formare frutti e semi. Questa è si la fine ed il termine ultimo, ma è anche il nuovo inizio! Nel frutto e nel seme abbiamo il termine, ma anche il nuovo inizio. Abbiamo la garanzia che vi sia una nuova Vita; nel seme vi è coincidenza tra fine e nuovo inizio (nel seme vi è anche nutrimento). E la pianta nel far cadere a terra il frutto/seme conclude il proprio ciclo biologico portando a termine il proprio compito. Avviene un passaggio di testimone. Da questo momento la Vita inizia a ritirarsi nella Terra, con il seme, ed inizia a concentrarsi all’interno delle radici per il meritato riposo invernale. Questo riposo/letargo invernale sarà fondamentale poi per la rinascita primaverile. Si potrebbe ulteriormente definire questo periodo una sorta di crocevia.

In quest’epoca si accumula anche un notevole quantitativo di sostanza organica nel suolo tramite le foglie. La fine della foglia (il cadere autunnale delle foglie) pone le basi per il nuovo inizio, in primavera, mettendo a disposizione elementi nutritivi di origine organica che verranno elaborati nel terreno durante l’inverno per poi rendersi disponibili alla ripresa vegetativa primaverile per la nutrizione delle piante (epoca di Pasqua). Nei ritmi naturali vi è una profonda saggezza; in un ecosistema naturale vi è un sostanziale equilibrio tra l’energia-materia prodotta e quella consumata. Non vi è una significativa asportazione di materia fuori dal sistema, e per questo la Vita può perpetuarsi.

La moderna agricoltura industriale non sempre asseconda e rispetta questi ritmi e questi equilibri. Nel sistema agricolo convenzionale vi è asportazione di materia-energia sotto forma di prodotto, senza che vi sia poi un reintegro adeguato. Ciò ha determinato nel tempo un impoverimento dei terreni, come evidenziato anche dal CNR (IVALSA) in un recente rapporto sul rischio desertificazione in Italia.

È dunque necessario un metodo di coltivazione che tenga conto dei ritmi naturali, che sappia integrare le asportazioni e che tenga conto che il suolo è un organismo vivente. Rudolf Steiner ribadiva con semplicità disarmante che «occorre portare Vita al vivente» e che vi è un dare e un avere nei confronti della Natura. Ribadiva anche che «l’agricoltore ha il compito di badare a che il processo naturale si svolga nel giusto modo».

Il periodo autunnale è un momento dell’anno particolare: si effettuano raccolti, avviene il reintegro di materia-energia nel suolo (negli ecosistemi naturali), si effettuano le principali concimazioni (semina dei sovesci, impiego del compost) ma vi è anche predisposizione nell’animo umano per il raccoglimento interiore. La Terra si prepara ad accogliere.

San Michele (che si celebra all’inizio dell’autunno) è simbolo di coraggio e chiarezza di pensiero, necessari per affrontare l’epoca dell’anno che va incontro a freddo e buio, che vede il progredire della tenebra sulla luce (le notti si fanno sempre più lunghe e le ore di luce si riducono). Ma questo è anche il periodo nel quale la Natura si riorganizza per un nuovo inizio ed il suolo elabora la materia-energia necessaria alla ripresa della Vita. Potremmo definire questo periodo la fine di unciclo o “Capodanno fisiologico” poiché le piante cessano l’attività vegetativa e gli insetti si ritirano in forma svernante. Ma in Natura questa “fine” coincide con un nuovo inizio.

La macchina del progresso e della razionalità ha svuotato di ogni significato le varie festività. Per questo occorre un approccio che, invece, generi meraviglia e stupore per la Natura e i ritmi vitali.

Nel periodo autunnale possiamo anche intravedere il nuovo inizio: molte erbe biennali germinano e si possono anche trovare diverse piante in fiore (Topinambur, Colchico autunnale, Ciclamino, Centaurea jacea, ecc.). In quest’epoca carica di significati si semina la pianta che è alla base della nostra alimentazione. Si semina il grano, pianta di luce.

Dunque possiamo anche definire questa fase autunnale “una seconda primavera” nella quale la Natura pone già le basi per il futuro.


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